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ZINGARETTI, 35 MILIONI DI EURO PER MASCHERINE MAI CONSEGNATE: CLIMA ROVENTE NELLA REGIONE LAZIO

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Un mezzo scandalo quello che grava sulla Regione Lazio di Nicola Zingaretti. Il governatore (nonché segretario del PD), avrebbe affidato una commessa da ben 35 milioni di euro ad un negozio di lampadine di Roma per l’acquisto di mascherine. Ma di queste mascherine, al servizio sanitario laziale, non è arrivata nemmeno una scatola.

La denuncia arriva dal consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Chiara Colosimo, che si è presa la briga di analizzare le determine dirigenziali di spesa per indagare sull’ingente commessa da 35,8 milioni di euro da parte della Regione Lazio. Tramite la Protezione Civile, la Regione ha infatti affidato la commessa (senza alcuna gara di appalto, quindi senza preventivi di spesa di confronto da parte di altri fornitori) ad una società che risponde al nome di Eco.Tech Srl.

Come riferisce Affaritaliani.it  la sede di questa società è in via Po, a Roma. Si tratta di un negozio che, come da visura camerale, risulta specializzato nella vendita di lampadine al led. Peccato che nel palazzo di via Po non ci sia nessuna società Eco. Tech. È solo la sede legale, mentre quella operativa si scopre essere a Ciampino. Ma anche da Ciampino, causa coronavirus, silenzio di tomba.
Non vedono nessuno da giorni.

Di questa società il 51% delle quote appartiene alla Propter Hominem, una srl semplificata, mentre il restante 49% è a nome di Pan Hongyi, cittadino cinese residente a Ningbo, nella provincia dello Zhejiang (il porto della regione di Wuhan). Il motivo per cui la commessa sia stata affidata a questa società da parte della Protezione Civile appare oscuro: tuttavia il 16 di marzo, tramite affidamento diretto, vengono prenotati dispositivi per 11,3 milioni di euro. Nello stesso giorno appare un’altra determina di spesa:    10 milioni e 565 mila euro.
Qualche ora dopo compare un’altra forma su un altro atto di spesa questa volta per 13,9 milioni di euro. Totale della commessa:   35,8 milioni di euro. Di questa onerosa cifra, la Eco.Tech ottiene due anticipi da 11,3 milioni di euro in totale.

Poi l’amara sopresa: nonostante l’arrivo delle mascherine fosse previsto per il 27 di marzo, dei presidi sanitari non c’è traccia. La Regione Lazio si mette all’inseguimento della società, con mail certificate e diffide per inadempienza. Eco.Tech risponde, certo: citando un volo aereo con un numero di riferimento fasullo, con il quale sarebbero dovute arrivare in Italia le mascherine ordinate.

Il consigliere Colosimo ha allora presentato un’interrogazione urgente al Presidente della Regione Nicola Zingaretti. In questa interrogazione si evidenzia come queste mascherine siano state pagate dalla Regione ad un prezzo fuori mercato:  “La Ecotech fissa il prezzo delle mascherine tipologia FFP2 al costo di € 3,60 oltre iva, quello delle mascherine tipologia FFP3 al costo di € 3,90 oltre iva. Dalla lettura della Determinazione G03690 del 2 aprile 2020, che affida ad altra società la fornitura delle mascherine FFP2, si evince che le stesse hanno un costo unitario pari a € 2,60”.

In un video sulla propria pagina Facebook la Colosimo si chiede se la Regione Lazio sia stata vittima di una gigantesca truffa: “La Regione Lazio ha revocato le determine, ma non ha fatto denuncia. Perché? Se una sola persona del personale sanitario ha pagato per il ritardo nella fornitura delle mascherine non ce ne dimenticheremo.”

Con un comunicato ufficiale la Regione Lazio ha smentito: “È bene premettere che non ci troviamo di fronte ad alcuna truffa. La protezione civile della Regione Lazio, nella stretta osservanza della normativa nazionale emanata nel contesto emergenziale, e dopo aver effettuato tutte le verifiche del caso, ha ordinato presso un’azienda tre forniture per Dispositivi Individuali di Protezione, anticipando come espressamente previsto dalle suddette norme, un acconto sul prezzo. L’azienda non è riuscita a soddisfare due delle tre forniture e quindi è stata avanzata richiesta per la restituzione dell’anticipo. L’azienda, a differenza di quanto sostenuto, non è sparita nel nulla ma è quotidianamente in contatto con la protezione civile. Quanto sopra, per altro, trova piena corrispondenza con gli atti amministrativi adottati dalla protezione civile e che rivelano, oltre a quanto diffuso nell’interrogazione, la realtà dei fatti e la piena legittimità delle procedure seguite”.

“La Regione Lazio sta mentendo. Il comunicato di precisazione dell’istituzione guidata da Zingaretti, tanto per spiegarne la serietà, parla di rapporti che l’azienda menzionata avrebbe ancora con la Protezione Civile e sui quali con una interrogazione chiederemo immediati chiarimenti. La stessa Regione Lazio imputava in atti formali alla azienda, la stessa che nel comunicato stampa difende, gravissime inadempienze più simili a truffe che a semplici millanterie. Ad esempio i continui rinvii sulla consegna delle merci mai recapitate, oppure le presunte spedizioni delle forniture su non meglio precisati voli aerei che si sono rivelate non veritiere”, le parole del capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Francesco Lollobrigida.

Il comunicato della Regione, spiega Chiara Colosimo “non chiarisce perché a oggi la ditta non ha ancora restituito gli anticipi visto che il primo atto di revoca risale a più di sette giorni fa. Appare quanto meno singolare inoltre, che la Regione ci informa di contatti giornalieri quando loro stessi nei carteggi telematici lamentano le mancate risposte della società definendola inaffidabile. Ci piacerebbe sapere, infine, se la Regione ha già avviato le procedure legali e se sono arrivate almeno le mascherine previste nel terzo affidamento o se anche di queste si sono perse le tracce”.

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