La morte di George Floyd ha scatenato incredibili proteste di piazza, generate in vere e proprie scene di guerriglia urbana: devastazioni, incendi, auto distrutte e date alle fiamme, negozi saccheggiati e vetrine divelte. Attività che nulla avevano a che fare con un bruttissimo fatto di cronaca nera con protagonista un poliziotto che con il proprio ginocchio soffocava un cittadino afroamericano. Una morte per asfissia, lenta e probabilmente inimmaginabile. Una morte con protagonista un uomo di legge che, anziché tutelare la vita di un cittadino, l’ha spezzata.
E per questo triste episodio ci si aspetta il massimo della pena. Perché quando sbaglia un uomo di legge, è giusto che paghi anche il doppio rispetto ad un cittadino comune.
Ma tutto questo, con il razzismo, esattamente cosa c’entra? Siamo sicuri che in America ci sia una questione razziale irrisolta? E chi lo attesta? E siamo altrettanto sicuri che le colpe siano attribuibili al presidente Trump? E con quali elementi? Ma quando in carica c’era Obama, chi lo avrebbe eletto, i bianchi razzisti? Perché con i soli voti della comunità nera non si diventa presidente degli Stati Uniti.
Un dato emerge su tutto: che al grido di ‘black lives matter’ e ‘ACAB’ si sia dato sfoggio a tutta una serie di attività completamente sconnesse dal problema reale. E se la dobbiamo mettere sul piano del colore della pelle, scendiamo allora nei dettagli.
Un poliziotto (bianco) ha ucciso un cittadino (nero). Prendetevela con il corpo di polizia allora, con chi seleziona gli agenti, insomma con qualcuno che decida quali ruoli debbano ricoprire per strada. Invece si è assistiti in silenzio ad una caccia all’uomo (bianco): ed allora, come fece il Premier Conte con i ‘nemici politici’, anche qua bisogna evidenziare chi ha colpa: la politica di sinistra, avvezza al mondo cosmopolita senza regole nè appartenenze, ed il mondo criminale dietro il quale si nascondono pseudo-associazioni antirazziste dedite ad azioni di puro terrorismo politico, spaccio di droga e complici di un’immigrazione incontrollata.
Il PD denuncia: “Gli Stati Uniti non possono restare una democrazia incompiuta per una larga fetta della popolazione. Facciano i conti con il razzismo ed i diritti umani una volta per tutte”. Tutto molto bello.
Ma su Hong Kong e Taiwan, dove il regime comunista cinese soffoca con l’esercito e l’incarcerazione le proteste popolari, cosa avrebbe da dire il PD? Chiaramente nulla.
Quando in Italia degli agenti sbagliarono, nessuno si inginocchiò: ed è molto triste vedere che in Parlamento alcune sigle politiche abbiano strumentalizzato la vicenda. Quelle stesse sigle che non proferirono parola quando dei nigeriani fecero a pezzi, asportandole cuore e vagina, una ragazza italiana: un delitto efferato, silenziato unicamente perché commesso da stranieri. Come si tace quando ad agire sono appartenenti alla religione Ebraica o Musulmana, eppure negli USA qualcosa ne sanno. Come sanno cosa significa convivere con le più potenti organizzazioni criminali del mondo: Cosa Nostra, Yakuza, mafia messicana.
Il problema è che a tanti piace parlare dal divano di casa con la presunzione che tutto il mondo condivida gli stessi problemi e che per di più agisca similarmente. Dovrebbero capire che c’è un abisso tra la polizia italiana e quella americana: siamo abituati a lamentarci della lentezza d’intervento in ‘quartieri a rischio’, ma ci indigniamo quando uno ‘sbirro’ esagera.
E le strade americane, signore e signori, le conoscete? Le avete vissute?
La realtà è ben diversa da come vorrebbero dipingerla, ed a riguardo prendo un bellissimo articolo di un ex poliziotto (bianco) che ha servito per 9 anni nella stazione ultra-razzista di Minneapolis. Poi sarò lieto di capire perché in Belgio, dove probabilmente non c’è razzismo, i ‘fratelli neri’ abbiano devastato i negozi nel centro di Bruxelles: cedere ai ricatti criminali nascosti da ‘antirazzismo’ è uno stimolo molto pericoloso per chi è avvezzo ad una natura incline al reato. E lo smantellamento dei corpi di polizia, come il taglio dei fondi annunciato da alcuni sindaci a stelle e strisce, lascia presagire il peggio. Saró altrettanto lieto di capire perché alcune delle persone più famose della Storia britannica siano nella lista delle “statue da estirpare”, tra cui Cecil Rhodes, Sir John Cass, William Beckford, Robert Milligan, Sir Thomas Guy: gli attivisti antirazzisti chiedono che vengano tutti rimossi in modo che la Gran Bretagna possa finalmente “affrontare la verità sul suo passato”. La mappa interattiva, che si intitola “Rovesciare i razzisti”, è stata istituita dalla Stop Trump Coalition a sostegno del movimento Black Lives Matter ed elenca placche e monumenti in oltre 30 città del Regno Unito: persino Churchill è a rischio abbattimento.
I NUMERI
Scrive sul proprio profilo Instagram Leonydus Johnson, un noto attore cinematografico nero:
“Per ogni 10.000 persone di colore arrestate per crimini violenti, ne vengono uccise 3 durante le operazioni.
Per ogni 10.000 persone bianche arrestate per crimini violenti, ne vengono uccise 4.
Continuerò a postare questo finché qualcuno saprà spiegarmi come questo sia possibile se davvero c’è un diffuso bias razziale nella polizia.”
Salvo fraintendimenti, vorrei ribadire a gran voce che l’omicidio di Floyd è una porcheria praticamente a sangue freddo che merita pene ben più severe dell’eventuale omicidio colposo. Parimenti, le proteste sono lecite e giuste, finché non scadono nella violenza contro innocenti. “Ti spacco il negozio anche se non c’entri nulla così al governo capiranno quanto è forte il nostro dolore” è una cosa inaccettabile e non ci sarebbe bisogno di dover spiegare perché. Chiarito questo, vorrei spendere due parole sulla polizia che come ogni gruppo di persone racchiude tutto lo spettro dell’umanità, cioè va dagli eroi a perfetti imbecilli. Pensare sia diverso è utopico. Al netto di questo, la Polizia USA non è la Polizia Italiana. Perchè si confronta con una realtà diversa. Se vi ferma la Polizia USA, o vi ha visto fare qualcosa, o gli è arrivata una segnalazione e voi potreste essere il sospetto o nel raggio di azione dei sospetti o semplicemente sta facendo controlli di routine. E se siete in zone “calde” della città, normalmente sta cercando se avete qualcosa di “pericoloso”, non se non avete pagato una multa. Con questa gente la regola è una sola: collaborare al 200% con le parole e con il linguaggio del corpo. Eseguire gli ordini al millimetro e tutto andrà bene se non avete fatto nulla. Quando un poliziotto USA vi ferma, non è il momento di “discutere”, nè di agitarsi, nè di ribadire i propri presunti diritti o la presunzione di innocenza. Perché il poliziotto USA opera in determinati contesti che un italiano difficilmente può capire e nei quali si aspetta sempre il peggio. I poliziotti italiani non vanno nelle “piazze di spaccio”, dove prende gli schiaffi Brumotti per intendersi. Ecco, in USA non solo prendi gli schiaffi ma il fratello di qualunque colore sia in media ha lame e pistole e le usa con estrema facilità. Quindi il poliziotto USA, a meno che non stia pattugliando le vetrine a Beverly Hills, è abituato a vivere in uno stato di allerta e pericolo costante, che solo chi in Italia fa veramente servizio in quartieri degradati e pericolosi può minimamente capire, ma con risvolti molto più violenti e pericolosi. Quindi se vi ferma un poliziotto in USA fosse anche per un controllo della patente, sappiate che parte dal presupposto che potreste essere degli psicotici che tirano fuori la pistola e sparano, perché magari in auto hanno qualcosa da nascondere. Quindi non protestate, non fate resistenza nemmeno minima, collaborate e non muovete un muscolo (in particolare le mani) se non vi è espressamente ordinato.
Sul serio, dovete stare immobili fino a che non vi dicono il contrario. Se fate come in Italia e mettete le mani nel cruscotto per prendere i documenti o vi mettete a rovistare in una borsetta… di base pensano che stiate prendendo un’arma. Quindi la reazione sarà violenta. È così in tutti gli USA? Ovviamente no. Se siete in un quartiere bene, vestiti bene, non avete una faccia sospetta e non vi innervosite quando il poliziotto vi chiede qualcosa, la sensazione è quasi identica a quella di un normale controllo di polizia che ricevereste in Italia. Ma se vi innervosite, cominciate a dimenarvi, ad alzare la voce ecc… cosa che in Italia non comporterebbe nulla, come minimo vi arriva una taserata e può finire anche molto peggio. Le forze di polizia USA hanno l’ordine esplicito di prima rendere inoffensivo e poi verificare se siete colpevoli di qualcosa o se avete armi addosso se non siete al 100% cooperativi. È il contrario dell’Italia dove prima che un poliziotto possa estrarre l’arma dalla fondina devono avergli sparato addosso. Esattamente il contrario.
In realtà non è molto diverso dal modo di procedere della polizia tedesca o anche di quella svizzera, senza andare in USA.
SONO UN BASTARDO SBIRRO BIANCO
I dati mostrano in maniera non argomentabile che i poliziotti USA sparano per uccidere al doppio dei bianchi rispetto ai neri, anche se i neri sono accusati di molti più crimini e per di più violenti. La media è di 2 bianchi sparati per ogni nero, anche se i neri commettono reati per 10 volte in più. Per ogni nero ucciso da un bianco, ci sono 10 bianchi uccisi da un nero: quindi un nero per strada è 1000% volte più pericoloso di un bianco. Considerato che i neri sono il 13% della popolazione USA, il dato va moltiplicato per 10, quindi la possibilità che un bianco sia ucciso da un nero è del 10000% superiore al contrario.
Il capo della Polizia di Minneapolis è nero. Potrebbe reggere la panzana di una ‘compagnia’ suprematista? Difficile. Ma veniamo al racconto.
«Direttamente dalla bocca del maiale. Ho servito per 10 anni il corpo di polizia di Minneapolis. Ricordo che l’amministrazione comunale ci incaricó di iniziare una guerra. Contro i criminali? No. Contro gli spacciatori? No. Contro i ladri di rifiuti. Questo perché l’amministrazione aveva firmato un importante contratto con la società di raccolta rifiuti: era basato sul tonnellaggio, quindi anche la lattina sottratta dal bidone era una perdita economica. Ho arrestato numerosi senzatetto in quel periodo. Tu al posto mio, cosa avresti fatto invece? Arrestammo i senzatetto con le motivazioni più ambigue: in due su una bicicletta, troppa vicinanza ai binari, troppe scope per spazzare dentro il carrello… erano ordini, e non volevo perdere il posto di lavoro. Ma tu, al posto mio, cosa avresti fatto?
So cosa ti chiederai: ho mai piantato droghe? Ho mai puntato una pistola su qualcuno? Ho mai fatto un falso arresto o ho presentato una segnalazione falsa? Che ci crediate o no, la risposta è no. Barare non è stato divertente, mi è piaciuto ottenere le mie statistiche in modo “legittimo”. Ma conoscevo ufficiali che tenevano un po’ di tutto o forse un coltello da tasca che era un po’ troppo grande nelle loro borse da guerra (sì, abbiamo chiamato i nostri borsoni “borse da guerra” …). L’ho mai detto a nessuno? No, non l’ho fatto. Ho mai confessato i miei sospetti quando la cocaina si è presentata all’improvviso nella giacca di un membro della banda? No, non l’ho fatto.
In effetti, lascia che ti parli di un’esperienza estremamente formativa: nella mia classe dell’Accademia di polizia, abbiamo avuto una cricca di circa sei tirocinanti che erano regolarmente vittima di bullismo ed altri che hanno molestato regolarmente altri studenti: sfregando intenzionalmente le scarpe di un altro tirocinante per metterli nei guai durante l’ispezione, molestando sessualmente tirocinanti, battute razziste e così via. Ogni trimestre dovevamo scrivere valutazioni anonime dei nostri compagni di squadra. Ho scritto resoconti ripugnanti sul loro comportamento, pensando che stavo aiutando a tenere le mele cattive fuori dalle forze dell’ordine e credendo che sarei stato protetto. Invece, il personale dell’Accademia ha letto ad alta voce le mie lamentele e mi ha denunciato e non li ha mai puniti, facendomi molestare per il resto del tempo dalla mia classe dell’Accademia. È così che ho imparato che anche la leadership della polizia odia i ‘topi’.
Ecco perché nessuno sta “cambiando le cose dall’interno”. Non possono, la struttura non lo permetterà. Ed è questo il punto di ciò che ti sto dicendo. Sia che tu fossi il mio sergente, che stessi molestando una vecchia, oppure io, mentre sto molestando legalmente i nostri residenti; sia i miei compagni tirocinanti che maltrattavano il resto di noi, o “le mele cattive” che molestano illegalmente i “sacchi di merda”: ci siamo trovati tutti insieme.
Conoscevo i poliziotti che spingevano le donne a flirtare con loro. Conoscevo i poliziotti che avrebbero spruzzato i sacchi a pelo in modo che i senzatetto dovessero buttarli via. Conoscevo i poliziotti che provocavano intenzionalmente rabbia nei sospetti in modo che potessero sostenere di essere stati aggrediti. Nessuno ha parlato. Nessuno si alzò in piedi. Nessuno ha tradito il codice.
Nessuno di noi ha protetto la gente dai poliziotti cattivi. Ecco perché “Tutti i poliziotti sono bastardi”. Perfino tuo zio, persino tuo cugino, persino tua madre, persino tuo fratello, persino il tuo migliore amico, persino il tuo coniuge, persino io. Perché non esonererebbero quasi mai un altro ufficiale che fa una cosa sbagliata, o tanto meno impediranno che accada.
Potrei scrivere un intero libro delle cose orribili che ho fatto, visto fare e sentito altri vantarsi di aver fatto. Ma, per me, la domanda più grande è “Come mai è andata in questo modo?”. Mentre ero un ufficiale di polizia, molti dei miei colleghi ufficiali provenivano da altre comunità e trattavano i loro vicini abbastanza male. Mentre i pregiudizi individuali di ogni poliziotto entrano in gioco, è la professione stessa che è tossica e questo incomincia dal primo giorno di addestramento. Ogni accademia di polizia è diversa ma tutte condividono alcune caratteristiche: gestite da vecchi poliziotti come fossero un campo di addestramento paramilitare, con una forte enfasi sulla protezione di te stesso più di chiunque altro. La maggior parte del mio tempo all’Accademia è stato dedicato all’addestramento fisico aggressivo e alla visione di video su video dopo video dove alcuni agenti di polizia venivano assassinati in servizio. Voglio evidenziarlo: quasi tutti coloro che entrano nelle forze dell’ordine sono bombardati da filmati di agenti di polizia che vengono aggrediti ed uccisi. Ancora e ancora e ancora. La mortalità VHS incolore suona, i poliziotti chiedono aiuto per le loro radio, i loro corpi si agitano mentre una coppia di luci posteriori si allontana in un orizzonte nero granuloso. Nel mio caso, con il commento di un vecchio poliziotto razzista che si vantava di aver aggredito un membro dei Black Panthers. Per capire perché tutti i poliziotti sono bastardi, devi capire una delle cose che quasi tutti gli ufficiali di addestramento mi hanno detto quando si trattava di usare la forza: “Preferirei essere giudicato per 12 piuttosto che portato per 6”. Significa “Prenderò le mie possibilità in tribunale piuttosto che rischiare di farmi male”. Siamo in grado di pensare in questo modo perché i sindacati di polizia sono estremamente sopraffatti grazie al generoso concetto di immunità qualificata, una teoria legale secondo la quale un poliziotto in genere non può essere ritenuto personalmente responsabile degli errori commessi facendo il proprio lavoro a titolo ufficiale. Quando guardi le azioni degli ufficiali che hanno ucciso George Floyd, Breonna Taylor, David McAtee, Mike Brown, Tamir Rice, Philando Castile, Eric Garner o Freddie Gray, ricordi che, come me, sono stati addestrati a recitare il “preferirei essere giudicato da 12” come un mantra. Anche se alcuni errori sono stati commessi, la città (che significa i contribuenti, che significa te) paga l’insediamento, non l’agente. Una volta che l’addestramento della polizia – attraverso la ripetizione, l’indottrinamento e lo spettacolo violento – ha promesso agli ufficiali che tutti nel mondo sono pronti a ucciderli, la lezione successiva è che i tuoi partner sono le uniche persone che ti proteggono. Occasionalmente, questo è anche vero: ho avuto incontri che mi hanno portato rapidamente al punto in cui legittimamente pensavo che sarei morto, solo per far venire altri ufficiali e girare i tavoli.
Uno dei più importanti leader del pensiero nelle forze dell’ordine è il colonnello Dave Grossman, un “assassino” che ha scritto un saggio intitolato “Pecora, lupo e cane da pastore”. I poliziotti sono i cani da pastore, i cattivi sono i lupi e i cittadini sono le pecore (!). Il colonnello Grossman si assicura che a una stupida pecora i cani da pastore assomiglino più ai lupi che alle pecore, ed è per questo che non ti piacciono. Questa tattica “ti odiano per proteggerli e solo io ti amo, solo io posso proteggerti” è familiare agli studiosi di ‘abuso’. È ciò che fanno i maltrattatori per costringere le loro vittime all’isolamento, allontanandole da amici e familiari e facendole prigioniere nella rete tossica del maltrattatore. Anche le forze dell’ordine lo fanno, mettendo l’ufficiale contro i civili. “Non capiscono cosa fai, non rispettano il tuo sacrificio, vogliono solo cavarsela con i crimini. Sei al sicuro solo con noi.” Penso che la dinamica dei Lupi contro i cani da pastore sia uno degli elementi più importanti sul perché gli ufficiali si comportino in questo modo. In ogni secondo della mia formazione, mi è stato detto che i criminali non erano una parte legittima della loro comunità, che erano singoli cattivi attori e che le loro cattive azioni erano solo il risultato della loro intrinseca criminalità. Qualsiasi concetto di trauma sistemico, povertà generazionale o oppressione suprematista bianca non è mai stato menzionato o semplicemente respinto. Dopotutto, la maggior parte delle persone non ruba, quindi chiunque lo faccia non è “la maggior parte delle persone”, giusto? Per noi, chiunque abbia commesso un crimine meritava tutto ciò che è accaduto a loro perché ha rotto il “contratto sociale”. Eppure, non è mai stato nemmeno una questione se la struttura di potere sopra di loro onorasse qualsiasi tipo di contratto. Comprendi: gli agenti di polizia fanno parte del monopolio statale sulla violenza e tutta la formazione della polizia rafforza questo monopolio come pietra angolare del lavoro di polizia, fonte di onore e orgoglio. Molti poliziotti fantasticano di riuscire a uccidere qualcuno nella linea di dovere, perseguitati da altri che lo hanno fatto. Uno dei miei ufficiali di addestramento mi ha raccontato del tempo in cui ha sparato e ucciso un senzatetto malato di mente con un grosso bastone. Si vantava di aver “dormito come un bambino” quella notte. L’addestramento ufficiale ti insegna come essere violento in modo efficace e quando ti è legalmente autorizzato a diffondere quella violenza, ma “l’addestramento non ufficiale” ti insegna a desiderare la violenza, ad ampliare l’ampiezza della tua violenza senza essere catturato e a erodere la tua compassione per persone disperate in modo da poter giustificare la violenza punitiva contro di loro.
Leggendo quanto sopra, potresti essere tentato di chiedere se i poliziotti fanno mai qualcosa di buono. E la risposta è ‘certo, a volte’. In effetti, la maggior parte degli ufficiali con cui ho lavorato pensava che di solito aiutavano gli indifesi e proteggevano la sicurezza di persone innocenti. Durante il mio incarico nelle forze dell’ordine, ho protetto le donne dagli abusi domestici, arrestato assassini a sangue freddo e molestatori di bambini e confortato le famiglie che hanno perso bambini a causa di incidenti stradali e altre tragedie. Ho aiutato a connettere le persone in difficoltà nella mia comunità con le risorse locali per cibo, alloggio e consulenza. Ho escogitato situazioni che altrimenti avrebbero potuto prendere derive violente e ho dissuaso molte persone dall’errore più grande della loro vita. Ho lavorato con un sacco di ufficiali che erano individualmente gentili, hanno comprato cibo per i senzatetto o hanno mostrato cura per la loro comunità.
E considera questo: il mio lavoro di agente di polizia mi ha richiesto di essere un consulente matrimoniale, un professionista in crisi di salute mentale, un negoziatore di conflitti, un assistente sociale, un difensore dei bambini, un esperto di sicurezza del traffico, uno specialista di violenza sessuale e, ogni volta in poco tempo, un ufficiale di pubblica sicurezza autorizzato ad usare la forza, il tutto dopo solo 1000 ore di addestramento presso un’accademia di polizia. La persona che inviamo per catturare un ladro deve anche essere la persona che inviamo per intervistare una vittima di stupro o documentare un parafango? Ci si dovrebbe aspettare che una professione svolga tutte queste importanti cure di comunità (con una formazione minima) tutte allo stesso tempo?
In definitiva, ti faccio una confidenza: un agente americano difende lo ‘stato poliziesco’ e la ‘proprietà privata’ operando in una sottilissima linea invisibile che talvolta propende verso una o verso l’altra sponda. Ma lo stress psicologico, il sentirsi inutili, la pistola pronta a sparare… questo non ti fa stare meglio. Anche se sei bianco. Ho sbagliato ed abbiamo sbagliato tantissimo. Ma non siamo mai stati mossi da istinti razziali.
IL SILENZIO SUI CRISTIANI IN NIGERIA
Mentre i fratelli neri mettono a ferro e fuoco le città in nome del ‘dolore’ per Floyd, nel cuore dell’Africa si sta perpetrando uno sterminio religioso. A nessuno importa, neri che ammazzano altri neri non fanno mica scoop. Ma bisogna avere il coraggio di ammettere che i criminali di Boko Haram, alla stregua dei criminali dell’ISIS, hanno costretto alla fuga due milioni (!!!) di cristiani.
Una settimana fa venivano uccisi nella propria abitazione due cristiani protestanti: le teste mozzate, impalate e portate in giro per la città come un trionfo. Nessuno ne parla, nessuno si inginocchia.
La senatrice francese Joëlle Garriaud-Maylam su Twitter ha denunciato «l’indifferenza quasi generale dei nostri media e del nostro mondo che circonda l’assassinio di centinaia di cristiani, uomini, donne, bambini da parte di Boko Haram. Intanto, in Nigeria, centinaia di cristiani, uomini, donne, bambini vengono assassinati da Boko Haram nell’indifferenza quasi generale dei nostri media e del nostro mondo così giusto. Dal 2009 Boko Haram ha costretto alla fuga più di due milioni di persone e ucciso decine di migliaia. Nell’ondata di centinaia di rapimenti nel 2019, i media hanno riportato numerosi episodi di rapimento per riscatto e uccisione di protestanti e sacerdoti cattolici, in particolare negli stati di Enugu, Ondo e Kaduna. Il governo nigeriano non è riuscito a migliorare efficacemente la giustizia e la sicurezza per i suoi cittadini e non è riuscito a rispondere alla grande necessità di responsabilità e riconciliazione in merito ai conflitti passati».
Gli esperti hanno affermato che Boko Haram e ISIS mirano alla creazione di uno stato islamico che si adegui alla loro «ideologia jihadista salafita», attaccando luoghi di culto, civili e militari.
«Infine, siamo convinti che Boko Haram e i membri delle tribù da cui sono stati ispirati, mirano a una pulizia etnica dei cristiani in Nigeria, minacciando chiunque si opponga».
Nessuno si inginocchia?
Articolo di Giomaria Langella
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