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TURISMO: ZEDDA “FINANZIAMENTI MICROIMPRESE CUMULABILI” MA LA LEGGE DICE IL CONTRARIO

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In un periodo difficile come questo l’unica certezza è che chi dovrebbe rassicurare le persone e accompagnarle fuori dalla crisi vive, invece, nella confusione e, probabilmente nella frenesia di voler arrivare prima degli altri, sciorina parole ma molte di queste non le vuole nemmeno il vento. L’isolamento forzato a cui siamo stati obbligati per sconfiggere il Coronavirus, sta esasperando gli animi della gente e soprattutto sta portando al fallimento tutte quelle micro imprese che, non avendo grossi capitali, riescono a sopravvivere attraverso le entrate giornaliere che allo stato attuale non hanno più. Ed ecco che, sia dal governo centrale che da quello regionale, arrivano i proclami e tutti promettono finanziamenti, prestiti a interessi zero, aiuti a fondo perduto che restano però fine a se stessi perché la realtà, poi, è completamente diversa.

In Sardegna sappiamo benissimo che il Turismo (quello di massa perché per quello di qualità dovremo aspettare chissà quanti anni) è uno dei settori più importanti, specialmente in quei mesi estivi in cui l’isola richiama migliaia di turisti che consentono alle aziende del settore di respirare economicamente. La pandemia ha rimosso anche questa certezza e quest’anno sarà difficile avere i numeri del passato o forse non avremo proprio nessun villeggiante e ci dovremo accontentare di un turismo di prossimità, con i Sardi che si sposteranno da un capo all’altro dell’isola, sempre se avranno una condizione economica che glielo consentirà.

Chiaramente la giunta regionale, capeggiata da Christian Solinas, non è rimasta insensibile davanti a questa probabile criticità e, attraverso l’assessorato al lavoro, ha varato la legge regionale 9 marzo 2020, n.8 “Interventi urgenti a supporto e salvaguardia dell’occupazione e delle professionalità nel sistema imprenditoriale della filiera turistica della Sardegna”, il quale non fa altro che dare degli indirizzi per l’attuazione dell’art.7 sugli “Strumenti finanziari per favorire l’accesso al credito per le micro e piccole imprese della filiera turistica della Sardegna”. Entusiasta di questa prova di generosità l’assessora al lavoro, Alessandra Zedda, dichiara “Questo strumento di sostegno rappresenta un aiuto concreto nei confronti delle micro e piccole aziende dell’Isola in un momento di grande difficoltà economica ed è cumulabile con i 25 mila euro erogati dal decreto ‘Cura Italia’.” (https://www.ajonoas.it/turismo-attivi-i-finanziamenti-regionali-per-le-piccole-imprese-sarde/)

Peccato che, andando a spulciare tra i requisiti che i richiedenti devono avere per accedere al finanziamento, sia invece presente, alla voce cumulo, la dicitura “Non aver partecipato alle agevolazioni previste con il D.L. 8/04/2020 n. 23 “Decreto liquidità”, per i prestiti fino a 25.000 euro.

Siamo certi che l’assessora si sia confusa e nel momento della dichiarazione, colta da un lapsus freudiano, abbia stravolto il suo pensiero e le parole si siano trasformate senza volerlo, perché, se così non fosse, l’errore di comunicazione sarebbe davvero grave. Avrebbe illuso, per qualche ora, tutti quei piccoli imprenditori che poi nell’accedere alla documentazione si sarebbero visti svanire tutte le aspettative di poter riavviare le attività con maggior serenità. In un momento di estrema difficoltà non c’è tempo per l’approssimazione, non è ammissibile parlare se prima non si è sicuri di ciò che si dice, perché anche una virgola, in questi casi ha un valore immenso, dando per scontato che si conoscano i segni di interpunzione. L’augurio è che la Zedda si renda conto di quello che ha dichiarato e provveda a specificare se intende erogare il finanziamento anche a chi ha richiesto l’aiuto governativo facendo modificare la legge, perché di rettificare solo il comunicato in questo momento non ne abbiamo bisogno.   

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