Il comparto turistico culturale, oramai da parecchi anni, interessa ufficialmente una grossa parte del presente comparto che in Italia vale svariati miliardi di euro e in Sardegna, come noto, non mancano ma anzi abbondano, le offerte turistiche culturali e storico-culturali.
La Sardegna, già famosa in tutto il mondo per le sue spiagge fantastiche e per i suoi littorali mozzafiato, il tutto sempre accompagnato da un clima mediterraneo ma che negli ultimi anni muta velocemente in clima sempre più tropicale, tra le numerose offerte turistico-culturali (Linguistiche, Culinarie e Gastronomiche, Enogastronomiche, Artigianali ecc.) offre tra le tante bellezze materiali anche la maestosità e l’unicità della civiltà nuragica.
I nuraghi in Sardegna sono numerosi in tutta l’isola, e sono testimonianza di una civiltà millenaria sorta intorno al 2000 a.C. circa.
Tuttavia, il settore turistico-culturale legato alla visita dei nuraghi, e alla riscoperta della civiltà nuragica, naturalmente essendo una parte minoritaria del comparto turistico complessivo in Sardegna, se pur riscontrando una forte crescita nell’ultimo ventennio, stenta ancora a decollare e, troppo spesso e nella maggior parte dei casi, pur mettendo in campo tutti gli strumenti necessari per la promozione e valorizzazione del settore, il turismo balneare stagionale ricreativo prevale nettamente su quello culturale ovvero, per definizione, su quella forma di turismo strettamente legata alla cultura che, nel nostro caso, interessa la visita dei nuraghi e la riscoperta della civiltà nuragica in Sardegna.
di Luca Norco
Comment here