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Tajani: “Faro Ue acceso sulla Tunisia, si teme crisi migratoria”

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BRUXELLES – La questione tunisina è stata, su richiesta italiana, uno dei temi più importanti discussi oggi a Bruxelles al Consiglio Affari Esteri dell’Ue, che ha deciso di inviare a Tunisi in missione due ministri, quello belga e quello portoghese, mentre la Commissione europea invierà il commissario agli Affari economici Paolo Gentiloni. Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani, incontrando i giornalisti a margine del Consiglio Affari esteri dell’Ue, oggi a Bruxelles.

“Abbiamo posto con grande forza la questione Tunisia, che era stata messa all’ordine del giorno grazie alla richiesta dell’Italia”, ha ricordato Tajani. “C’è stata – ha riferito – grande attenzione da parte di tutti i paesi. Abbiamo chiesto tempi rapidi per finanziare un paese che vive un momento economico e finanziario molto difficile. Nei prossimi giorni – ha annunciato – andrà il commissario europeo Paolo Gentiloni a Tunisi per affrontare la questione e vedere cosa, quanto, come può fare l’Unione europea per finanziare la Tunisia. In più, in rappresentanza del Consiglio Affari esteri, il ministro degli Esteri belga e quello portoghese saranno nei prossimi giorni” a Tunisi “per cercare di capire come si può affrontare e risolvere la situazione tunisina con una forte azione europea”.

“I fari – ha affermato Tajani – sono stati ormai accesi sulla realtà di questo paese. C’è non solo una questione di stabilità, ma anche una questione migratoria che ci preoccupa molto, perché la frontiera tra Tunisia e Libia è ormai sempre più fragile e rischiamo di vedere nuovi flussi di migranti partire dalla Tunisia. Contiamo sul coraggio e la determinazione dell’Europa. Comunque sosteniamo le missioni che ci saranno nei prossimi giorni, vediamo quali saranno i risultati”.Riguardo al fatto che l’Fmi tiene ancora bloccato il prestito che era stato promesso alla Tunisia, il ministro ha osservato: “Io credo che gli aiuti servono a garantire maggiore stabilità. L’Italia sta facendo la sua parte, io mi auguro che l’Europa faccia la sua parte; e anche il Fondo monetario, trovando un’intesa con il presidente tunisino, che poi è l’elemento chiave per trovare un accordo”.

“Non è sempre facile, però – ha rilevato Tajani – è interesse generale che ci sia stabilità in un paese fondamentale per il Nord dell’Africa, e poi è il paese africano più vicino all’Italia; quindi noi faremo di tutto perché si possa raggiungere l’obiettivo di finanziare in maniera congrua questo paese, in modo che possano essere fatte le riforme, perché non dobbiamo dimenticare che i finanziamenti sono anche legati alle riforme, e perché si possa raggiungere un momento di stabilità, impedendo poi all’estremismo islamico di ritornare ad apparire nel Nord dell’Africa”.All’osservazione di un giornalista, secondo cui il problema sembra essere proprio il presidente tunisino, Kais Saied, che rifiuta le riforme, il ministro ha risposto: “Bisogna trovare un accordo”, decidere “se bisogna fare prima le riforme o dare prima i soldi. Però il problema fondamentale è quello della stabilità, non stabilire chi ha torto e chi ha ragione. Per noi la priorità è dare stabilità al Nord dell’Africa e alla Tunisia. E’ ovvio che le riforme vanno fatte”.

“Si può ad esempio pensare – ha spiegato Tajani – di dare delle tranche, e man mano che si fanno le riforme, aggiungere la seconda e poi la terza tranche. E’ una delle proposte che io ho fatto, in modo da poter coniugare soluzione finanziaria e riforme. Vedremo se sarà accettata poi dalla controparte. Comunque abbiamo fiducia nella missione di Gentiloni e dei due ministri degli esteri portoghese e belga”.

Il ministro ha ricordato che in Tunisia “c’è già un’azione dell’Italia: è già andata la nostra direttrice generale della Cooperazione. Sono previsti circa 110 milioni di euro per la cooperazione, in parte da dare al bilancio e in parte alle piccole e medie imprese; andiamo avanti in questa direzione, l’Italia farà la sua parte”. Comunque, ha aggiunto Tajani, “questo riguarda l’impegno per la cooperazione e lo sviluppo italiano, la parte italiana. Poi c’è una parte europea, e la parte del Fondo Monetario internazionale. E ci sono anche gli Emirati arabi che stanno discutendo anche loro, con i tunisini. L’importante è non perdere troppo tempo”. A chi chiedeva se sia prevedibile anche una visita a Tunisi da parte della premer Giorgia Meloni, infine, il ministro si è limitato a replicare: “Io sono in costante contatto con il governo tunisino, mi sono sentito anche oggi con il ministro degli Esteri”.

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