La Regione intervenga perché sia assicurato in tutti i territori della Sardegna un servizio omogeneo di assistenza educativa scolastica che garantisca il diritto allo studio e la piena integrazione degli studenti con disabilità e, al tempo stesso, tuteli i lavoratori delle cooperative coinvolte negli appalti dei servizi educativi degli enti locali. Lo chiede una mozione depositata in Consiglio regionale, prima firmataria la consigliera di Demos Laura Caddeo.
“L’assistenza educativa scolastica – si legge nel documento sottoscritto dai consiglieri dei gruppi Alleanza Europa verde – Sinistra – Art.1 – Possibile, Partito democratico e Movimento 5 stelle – è un servizio educativo ad personam che si aggiunge a quello dell’insegnante di sostegno nei cicli di istruzione primaria e secondaria, è dedicato all’autonomia e alla comunicazione personale degli alunni con disabilità fisiche o sensoriali ed è fornito dagli enti locali.”
La Regione, dice ancora la mozione, “mediante la legge regionale del 14 maggio 2009 n.1, art. 3 comma 18 e successive modificazioni, sostiene finanziariamente gli enti locali con la concessione annuale di risorse destinate a progettare e finanziare i servizi, usualmente affidati a cooperative sociali. Questa gestione esternalizzata, come denunciato dai coordinamenti nazionali degli educatori, ha ricadute sulla qualità dei servizi offerti e sul rispetto dei contratti nazionali applicati ai lavoratori coinvolti.”
Solo per fare qualche esempio, la mozione presentata dalle opposizioni si sofferma sul carico di lavoro organizzativo e gestionale che ricade sugli educatori che si ritrovano a svolgere anche funzione di coordinatori dei servizi, sul fatto che “al personale educativo impegnato nelle scuole e assunto a tempo indeterminato dalle cooperative, nei periodi di sospensione estiva delle attività didattiche viene “congelato” il rapporto di lavoro senza retribuzione e, se non impegnati in altre attività della cooperativa, per tale periodo non sono previsti né lo stipendio, né qualsiasi altro emolumento, né è possibile chiedere l’indennità di disoccupazione”.
Inoltre, “gli educatori dipendenti delle cooperative aggiudicatarie lamentano diverse difficoltà in merito al riconoscimento e alla retribuzione delle attività prestate, tra le quali rientrano anche quelle funzionali all’attività educativa, quali la stesura del progetto educativo individualizzato, le progettazioni educative, le relazioni sul lavoro svolto”. Poi, in assenza anche di una disciplina nazionale, “non esistono requisiti minimi per le prestazioni di assistenza educativa, pertanto si possono verificare differenze tra i servizi offerti dai diversi enti locali, che si riflettono sia sulla qualità del servizio garantito agli studenti assistiti e sulle condizioni lavorative del personale coinvolto.
A differenza poi della continuità didattica di norma assicurata dall’assegnazione dei docenti, la continuità educativa è invece normalmente trascurata: “alla ripresa delle lezioni, nonostante le richieste delle famiglie, spesso gli educatori vengono utilizzati in altre scuole”.
Fonte: Comunicato Stampa
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