Il 2020, per l’umanità intera, non sarà certo da annoverare come un grande anno del quale tenere conto. Partito sotto i migliori auspici per il rilancio dell’economia a suon di reddito di cittadinanza, si è dovuto presto scontrare con il “virus cinese”, che ha fermato il mondo e messo in ginocchio le già traballanti piccole-medie imprese italiane. E se inizialmente lo slogan “andrà tutto bene” era seguito da roboanti annunci governativi su presunte iniezioni di liquidità mai viste, si ripiegó presto su gesti d’amore da parte delle banche: insufficienti, il tardivo premier Conte si scusava in diretta per i ritardi nei pagamenti, dovuti unicamente alla lentezza della macchina burocratica Italiana: evidentemente non si erano mai accorti di questo nostro problema secolare, ma tant’é.
E così, tra scarcerazioni di mafiosi e sbarchi costanti di immigrati nonostante la gente fosse costretta in lockdown per prevenire il contagio da coronavirus, assistiamo inermi ai rilanci dell’OMS: mascherine SI, mascherine NO, mascherine solo al personale sanitario; guanti SI, guanti NO, guanti solo nei supermercati, guanti MAI perché veicolo di infezione. La dialettica politica italiana è ferma all’interesse nazionale, nessuno attacca più nessuno ed allora ecco ergersi il Generale Pappalardo che, carico di qualunquismo, organizza manifestazioni a sostegno della tesi che le antenne 5G propaghino il coronavirus; le mascherine tricolore chiedono le dimissioni del governo perché “servo di Bruxelles”, le ‘sardine’ spariscono per dissidi interni.
Elon Musk torna sulla stazione spaziale internazionale che orbita intorno alla Terra ma i soldi ai comuni non arrivano, la gente è disperata.
Fortunatamente dall’America arrivano i capisaldi sui quali basare la dialettica del futuro: la rimozione delle statue ed il ‘black lives matter’. Fermo restando che è stato già ampiamente documentato quanto non esista un problema razziale (perlomeno non tra le forze dell’ordine), sarebbe il caso di mettere alcuni puntini sulle i della disinformazione voluta: perché se è vero che un giornalista deve attenersi al racconto dei fatti e se è altrettanto vero che tutti hanno diritto all’oblio, allora alcuni temi vanno argomentati e chiariti. Durante le primarie negli USA, la Clinton fece volutamente ‘scurire’ i manifesti riportanti il faccione rassicurante di Obama: è razzismo, senza se e senza ma. Ma la Clinton non combatte per cause ‘di sinistra’? Forse, ma è razzista e soprattutto quel gesto lo è. Visto che si parla unicamente per stereotipi poichè né Almirante né Montanelli meritano strade, statue e vari riconoscimenti che sono spettati a chi ha fatto molto meno in ambito politico e giornalistico, ricordiamo che sì, Che Guevara scriveva poesie, ma di suo pugno ha trucidato più di 300 persone nel carcere cubano de “La Cabana”. Non solo, ha anche scritto che lui per i “negri” avrebbe fatto poco e nulla, poichè i “negri” per la causa Cubana non fecero nulla. E scrisse proprio “negri” in senso dispregiativo, non “neri”, “dalla pelle nera” o di colore. Negri. Quanto affermo lo si può facilmente leggere nell’autobiografia del Che, Textos Políticos, quando è proprio Guevara a scrivere «odio come fattore di lotta, l’odio intransigente contro il nemico che spinge oltre i limiti naturali dell’uomo e lo trasforma in una, violenta, selettiva e fredda macchina per uccidere». I documenti degli omicidi sono visionabili negli archivi del Progetto Verità e Memoria di Archivio Cuba. Dai suoi “Diari della motocicletta” in merito ai viaggi in Venezuela: «i negri hanno mantenuto la loro purezza razionale grazie alla scarsa abitudine che hanno di farsi il bagno». Parlando apertamente con José Pardo Llada (un giornalista) ripeteva «Dobbiamo eliminare tutti i giornali; non siamo in grado di fare una rivoluzione con una stampa libera».
Ma guai a toccare l’icona rivoluzionaria di una presunta sinistra che odia, uccide e discrimina: taccerebbero anche il Che di essere un nazista/fascista?
Perciò è divertente vedere persone che indossano la maglietta del Comandante Guevara mentre imbrattano la statua di Montanelli scrivendo ‘razzista-criminale’. Staranno forse dicendo a loro stessi? Mistero della fede. A quanto pare la medaglia di redenzione viene assegnata solo a chi si sposta da destra a sinistra e non viceversa: infatti Giampaolo Pansa, reo di aver svelato le malefatte ‘di sinistra’ mascherate da ‘attività partigiana’ merita l’infamia e le minacce di morte, Napolitano che dai GUF (giovani universitari fascisti) passa all’altra sponda é meritevole di incarico presidenziale nella nostra fantastica Repubblica.
Si potrebbe parlare di due pesi e due misure (cuciti su misura), ma siccome più delle considerazioni contano i fatti è giusto snocciolare i fatti.
Per rimanere in tema sociale, i tanto proclamati diritti umani non vedono ad oggi applicazione nei paesi comunisti: Cuba no, Cina no, Corea del Nord no. Perciò adesso abbiamo i comunisti che combattono per i diritti umani, mentre nei paesi governati secondo quella stessa dottrina quei diritti vengono negati. Tutto questo è realmente fantastico. Certo, i ribelli nostrani giocano sull’ideologia di un fantomatico ‘comunismo italiano’ che non è mai esistito perché gemello del comunismo russo. Ecco perché le storture danno alla testa, ma peggio ancora è mentire sapendo chiaramente di mentire. Se i nostri padri (nel senso più lato del termine) decisero di erigere alcune statue in memoria di personaggi significativi per quel determinato contesto o periodo storico, chi sono questi sedicenti vandali antirazzisti per distruggere la storia? Con quale prepotenza possono autonominarsi paladini della verità? Effettivamente, scavando e cercando con oculatezza, di scheletri negli armadi ce ne sono tanti, più di quanto questi omuncoli possano pensare. Ma non significa che Freud, Baudelaire, Galilei, Marconi, Goethe, Tolstoj, Sun Tzu e tanti altri non siano dei pensatori immensi ed Eterni. Andare a cercare il pelo nell’uovo per trovare un solo elemento che riempia il vuoto culturale per il gusto del disprezzo è quanto di più piccolo, meschino e riprovevole si possa attuare. Chiudo citando la guerra civile spagnola, perché anche lì c’è un elemento che fa riflettere. I comunisti insultavano i fascisti apostrofandoli con il termine “ricchione”. L’assonanza ‘fascista-ricchione’ era un insulto molto in voga nella Spagna degli anni ‘20 e ‘30. Non bisogna parlarne, perché altrimenti i comunisti nostrani dovrebbero far pace con le proprie coscienze e spiegare come mai, improvvisamente, si siano schierati al fianco degli omosessuali come se nulla fosse: dopo che l’applicazione della loro ‘ideologia‘ li ha rinchiusi ed uccisi, come nulla fosse ne diventano i paladini. Sarebbe come vedere un certo Hitler difendere gli appartenenti alla religione ebraica: così, come se nulla fosse.
Ed allora viva le storture, abbattiamo le statue!
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