Venerdì 8 Marzo L’Associazione Le Voci di Astarte in collaborazione con il Comune di Sorradile (OR) organizza una serata dedicata “RIFLESSIONI AL FEMMINILE”con la direzione artistica di Sabrina Barlin in collaborazione con il Comune. Alle 19,00 presso il Centro di Aggregazione Sociale di Sorradile, dopo i saluti del Sindaco e dell’Assessora alla Cultura, seguirà “Caduche”, fast action, azione diretta da Sabrina Barlini, con la collaborazione del gruppo teatrale Liberi di Essere del Sulcis diretto da Sara Vasarri, e la partecipazione di Gloria Uccheddu. Chiude la serata lo spettacolo “Una rosa è una rosa” di e con Salima Balzerani, live music Eleonora Steri alla fisarmonica, nuova produzione de Le Voci di Astarte. Cinque donne Antonia Mesina , Franca Viola, Dora Maar, Maria Di Nazareth e Maria Lai. Cinque donne differenti. Cinque vite diverse, cucite insieme per riflettere in questa giornata dell’8 marzo, dedicata alle donne, alla ricerca di una cifra comune, seguendo il filo che unisce i destini del femminile, sospeso tra fragilità, forza vitale e potenza creatrice, alternanze emotive che colorano e indirizzano il corso della nostra esistenza. Donne distanti nel tempo e nello spazio. Le loro storie, così diverse, ci aiutano a riflettere su quello spaccato di società che, ancora oggi, gli sopravvive violento, arrogante. Chiude la serata un momento di convivialità condivisa a cura di Veghu. L’ingresso è libero ma è gradita prenotazione.
“Riflessioni al femminile in questa giornata internazionale dedicata alla donna, che non dovrebbe rimanere l’unica. Il focus sulle problematiche di genere dovrebbe essere costante, anche in considerazione dell’aumento delle donne morte ammazzate, che raccontano uno spaccato sociale senza feste, né fiori, dove ancora imperversa una barbara considerazione delle donne. Un femminile offeso ampio, che ricomprende tutti coloro che si sentono donne e alle quali è ancora negato esprimersi liberamente. Le buone pratiche dovrebbero caratterizzare, non un giorno, ma il nostro quotidiano, sfondare quello strato di ipocrisia celebrativa che, troppo spesso, stucchevolmente, ci coglie. Questa riflessione la proponiamo, attraverso il linguaggio che ci appartiene, in cui stiamo comodi, quello dell’arte.” Dichiara Sabrina Barlini.
Fonte: comunicato stampa
Comment here