Il Cotugno di Napoli è un ospedale modello nella cura dei malati di Covid19. Questo importante riconoscimento arriva da Sky Regno Unito, che ha trasmesso in Gran Bretagna un lungo servizio sull’ospedale. Per l’emittente televisiva si tratta infatti di uno dei pochi ospedali nei quali non vi è stato alcun contagio tra personale medico ed infermieristico. La struttura viene indicata come la migliore in Italia sia per l’organizzazione che per la qualità del servizio offerto. Un risultato straordinario per la sanità campana, che sitamente viene dipinta in termini ben diversi e che purtroppo vanta anni di commissariamento e continui tagli ai bilanci delle aziende ospedaliere.
Nel video il giornalista fa notare la presenza di guardie di sorveglianza in tutti i reparti e corridoi oltre ad un percorso di disinfezione automatica che sembra lo scanner di un aeroporto. Le maschere indossate dallo staff sono estremamente avanzate, simili a quelle antigas; il personale indossa tute ermetiche. I malati sono isolati tra di loro. Tra la stanza del malato in rianimazione ed il resto del reparto si puó comunicare solo attraverso una finestra.
«Siamo partiti presto e abbiamo reagito correttamente – riflette il direttore sanitario dell’Azienda ospedaliera dei Colli, Rodolfo Conenna – poiché il Cotugno aveva alle spalle esperienze ultradecennali: il colera, l’HIV, la Sars, l’Ebola. Normalmente questo ospedale gestisce malattie infettive non epidemiche come la meningite». In tempi celeri è stato inoltre completato il Padiglione G, la cui costruzione era stata interrotta, realizzando 80 nuovi posti di terapia sub intensiva. « Ospitiamo 200 pazienti Covid19 al giorno. Intanto è in corso l’allestimento di una nuova sala operatoria ibrida dedicata ad operazioni urgenti di pazienti Covid. Abbiamo avuto necessità di ampliare l’organico e perciò abbiamo assunto 150 infermieri e 25 medici in un solo mese. I nuovi assunti sono stati messi in squadra con infermieri esperti che hanno assunto il ruolo di formatori. In una settimana abbiamo ottenuto una sufficiente preparazione. Oggi l’organico del Cotugno conta 100 medici e 600 tra infermieri e operatori socio sanitari. Anche nell’approvvigionamento siamo partiti prima, grazie alla nostra vocazione ed esperienza. Usiamo per lo più prodotti non monouso, soprattutto per rianimazione e pronto soccorso, oltre a schermi facciali riutilizzabili. Veniamo riforniti di solito da agenti locali, ma in questi giorni facciamo ricorso anche ad altri. Devo dire che abbiamo penuria di tute integrali, e siamo in attesa del via libera dell’Istituto superiore di sanità per acquistarne di nuove. Adesso c’è bisogno di luoghi a bassa assistenza, per i nuovi sospetti o positivi o per coloro che stanno per guarire. Meglio non l’albergo, poiché questo non garantisce sul piano delle misure per evitare il contagio, ma strutture ospedaliere in cui il ricoverato possa essere assistito da infermieri. A questo scopo la Regione Campania sta lavorando ad un accordo con l’Aiop, l’associazione della sanità privata. Nella fase tre andrà potenziata la rete sul territorio: è lì che si dovrà lavorare per tenere a bada il virus finchè non avremo cure specifiche ed un vaccino».
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