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SGB AMBULANZE: PIÙ RISPETTO PER LA NOSTRA SICUREZZA

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“Siamo pronti, appena finisce questa emergenza, a far suonare le nostre sirene per dire basta a questa situazione.” Queste sono le parole di Luca Locci portavoce del SGB (Sindacato Generale di Base).

Una provocazione che denuncia una grave mancanza da parte della Regione Sardegna e dall’ATS. Un grido di allarme di oltre 40 cooperative/associazioni no profit e di oltre 1000 dipendenti che operano sul territorio della Regione Sardegna nel silenzio più assoluto e con grande professionalità. In questo periodo di emergenza, le ambulanze con i soccorritori, sono sempre in prima linea. Prima di giungere in pronto soccorso sono loro che arrivano a casa dei pazienti, non sapendo con chi e che cosa hanno a che fare. Quindi dovrebbero essere più tutelati.

“Le cooperative delle ambulanze hanno sollevato le problematiche relative al loro lavoro, come i DPI che sono obbligatori. – prosegue Locci nel comunicato- Ma tutto questo è stato sottovalutato da chi di dovere. Qualcuno ha fatto credere anche che il problema non avrebbe riguardato i servizi di ambulanze delle cooperative, hanno fatto intendere che avrebbero mandato le medicalizzate. Abbiamo spiegato che bisognava avere un minimo di lungimiranza e prevedere ciò che sarebbe accaduto e già da gennaio pensare di acquistare e fare scorte di mascherine, guanti e tutto ciò che sarebbe potuto servire per un piano straordinario di prevenzione. Naturalmente noi ci siamo dotati recuperando ciò che abbiamo potuto trovare sul mercato. È vero che la convenzione con Areus prevedeva che tutte le postazioni fossero dotate di DPI (dispositivi di protezione), ma poi in un’emergenza simile si scopre che il fabbisogno era maggiore di quello previsto.”

Problema sottovalutato

Secondo Locci, il problema sarebbe stato sottovalutato dall’Assessore Regionale alla Sanità e dalle ramificazioni dell’Assessorato (Ats, Areus o chi per loro). Quando è esplosa l’emergenza alcune cooperative di soccorso si sono trovate quasi impreparate a gestire la situazione.

“Le Linee Guida dell’Istituto Superiore della Sanità non sono state prese in considerazione. Fino a fine marzo dalla Regione Sardegna non è stato consegnato neanche un DPI. Sono arrivati adesso circa 6000 pezzi, quando ne servirebbero circa 30 mila. -denuncia Locci nella nota- Bisogna fare una ricognizione seria del fabbisogno e capire cosa serve esattamente. Non possiamo essere sottoposti a rischio. Noi siamo dei professionisti del settore delle cooperative delle ambulanze e la Regione deve fare valutazioni diverse, non può far finta che siamo dei fantasmi.

Noi siamo quelli che in prima linea entriamo a casa dei pazienti senza sapere, senza conoscere le problematiche del paziente. Rischiamo quotidianamente la nostra vita per salvare le altre. Ma a rischiare la vita per negligenza da parte della Regione noi non ci stiamo. La vita di tutti è sacra compresa la nostra.

Siamo pronti,-conclude il portavoce- appena finisce questa emergenza, a far suonare le nostre sirene per dire basta a questa situazione.”

Intanto Locci ha annunciato che in “attesa di risposte informeremo i Prefetti della Sardegna per intervenire a porre fine a questa situazione di sottovalutazione della sicurezza dei lavoratori delle cooperative delle ambulanze.”

 

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