Clarence Seedorf analizza la nuova stagione della Serie A.
L’allenatore olandese ex Milan dichiara a Tuttosport: “Il campionato sarà ancora più equilibrato della scorsa stagione. Le squadre dal terzo posto in giù si sono tutte rafforzate, ma l’Inter e il Milan hanno ancora qualcosa in più a mio avviso. Bisogna vedere come gestirà il Milan i due impegni: perché se da un lato è bello essere tornati in Champions e quindi sarà un torneo da affrontare con grandi ambizioni, anche vincere uno scudetto per un milanista non sarebbe così male. L’Inter ha dovuto perdere giocatori importanti, non facilmente sostituibili, ma resta un’ottima squadra“.
“La Juventus? Penso che abbiano la pancia piena. Si sta ricostruendo, ha avuto il suo ciclo, ma con quello che hanno vinto possono permettersi di impiegare un po’ di tempo per vincere di nuovo. Non mi aspetto che la Juventus possa avere la stessa fame di chi non ha vinto per anni. Detto ciò, resterà sempre competitiva: se qualcuno lasciasse cadere qualcosa, loro sarebbero prontissimi per andare a raccoglierlo. Resto convinto che sia sempre favorito chi ha più fame di vittorie rispetto a chi ha già vinto tanto“.
“Con Maldini ci sentiamo ogni tanto. Il Milan è in buone mani, il dna di ogni club può essere passato solo da chi l’ha vissuto. E quindi il Milan, avendo un totem come lui, presente ogni giorno, almeno le informazioni sono passate bene. Poi se vengono trasmesse o meno in campo è un’altra cosa. Il Milan sta costruendo qualcosa di solido, le scelte sono chiare e poi il mix giovani-vecchi lo considero sempre fondamentale. Paolo la vede uguale, hanno Ibra in campo e quest’estate hanno preso Giroud, quindi siamo in linea su questo“.
“Non ho mai creduto nell’età. Nel senso che c’è un’età biologica e poi ci sono i fatti che sono i test che fanno vedere in che condizione ti trovi. Io, ad esempio, avevo dati migliori a 34 anni che a 26, quando giocavo nel Milan. Se poi questi dati non sono importanti per chi deve fare le scelte tecniche, è un altro discorso. Ibra e Giroud si sono tenuti bene durante la carriera, così è più facile continuare. E poi l’esperienza compensa tante cose che i giovani non possono avere: la gestione delle emozioni, degli allenamenti, i momenti di difficoltà. Quando hai in squadra gente come Ibra e Giroud, nella squadra copri anche un aspetto che altri non hanno o che non hanno ancora vissuto. E poi è la storia della vita far crescere i giovani…“.
“Il Milan è tornato in Champions League dopo l’ultima volta con me in panchina? Mi spiace sia passato così tanto tempo, perché eravamo in grado, se la società allora avesse fatto altre scelte, di non rimanere fuori per sette anni fuori da questa manifestazione. E resta l’orgoglio di quello che ho fatto come allenatore del Milan“.
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