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Sant’Antioco: arrestati dai Carabinieri gli autori dei roghi di febbraio.

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Era stata una notte di fuoco quella fra il 6 e il 7 febbraio 2020 a Sant’Antioco, e non solo per modo di dire. Attorno alle 23,37 aveva preso fuoco l’auto della responsabile dei servizi sociali del Comune ed il fuoco si era esteso anche all’autovettura del marito della donna. Dopo circa due ore, alle 02,30 era stata la volta di un chiosco bar, quello dell’esercizio pubblico “WAIKIKY”, tra l’altro totalmente in legno e prossimo a una pineta. L’allarme era stato tale da far giungere i Vigili del Fuoco di Cagliari. Davvero questo episodio avrebbe potuto tradursi in una tragedia. Attorno alle 04.00 era poi andata a fuoco un’Apecar in via San Giovanni Bosco.

Una notte folle alla quale i carabinieri hanno cercato in questi mesi di dare delle spiegazioni, anche con l’utilizzo delle tecniche d’indagine più invasive e raffinate. E ci sono riusciti.

Intanto era impossibile che tanto attivismo, da parte di una mano che appariva essere unica, fosse totalmente sfuggito a tutti gli abitanti dell’isola ed i primi riscontri erano venuti da alcuni testimoni che qualcosa avevano visto. Alle volte è sufficiente anche solo la fonte confidenziale per innescare un processo, per andare a percorrere la strada giusta. Le indagini hanno dimostrato che tutti i soggetti bersaglio, le parti lese, avevano avuto, nel tempo, da ridire con i piromani di quella notte, che poi sono risultati essere due, entrambi vecchie conoscenze dei carabinieri del luogo. Sarebbe poi emerso anche un quarto incendio nello stesso arco temporale, relativo ad una tettoia in legno. Ma in questo caso il fuoco non aveva fatto tanto danno e gli investigatori avrebbero poi compreso che, per mero errore, era stato colpito l’obbiettivo sbagliato, limitrofo al vero scopo del danneggiamento. Le indagini hanno fatto emergere i veri moventi, di carattere per così dire professionale per quanto attiene alla responsabile dei servizi sociali del Comune, relativi ad una eredità contesa, a proposito del motocarro danneggiato, concernenti una vecchia discussione per ciò che riguardava il chiosco.

Insomma, i due soci di quella notte avevano deciso di levarsi molti sassolini dalle scarpe, di farsi da soli quella che ritenevano essere giustizia, in una sola notte di follia. L’ultimo incendio verrà ricostruito solo a posteriori dai militari. I carabinieri di sant’Antioco sono riusciti così a mettere assieme una tale mole di prove, attraverso la loro razionale ricostruzione, che il GIP Ermengarda Ferrarese ed il PM Rita Cariello non hanno avuto dubbi, giungendo all’emissione di due ordinanze di custodia cautelare in carcere eseguite stamattina, con tanto di annessi decreti per perquisizioni domiciliari, ordinate nei confronti dei due soci: C.P. di 44 anni e C.A. di 42. Tanta spregiudicatezza e dispregio della sicurezza pubblica non potevano restare impuniti. Al secondo arrestato si contesta anche il porto illegale di un’arma da fuoco. Le perquisizioni sono ancora in corso. Per i due l’ingresso al carcere di Uta è imminente.  

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