Oristano

Sanita’ penitenziaria, assessore Doria: “Subito repartini per ristretti in ospedali e rivisitazione organizzazione e valorizzazione medici”

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La realizzazione di un Repartino destinato alle persone private della libertà che necessitano di ricovero ospedaliero è in fase di allestimento al settimo piano dell’Ospedale Santissima Annunziata di Sassari, lo stesso percorso interesserà a breve anche un nosocomio cagliaritano, presumibilmente il “Brotzu”, dove sono presenti tutte i Reparti di cura. In generale la rivisitazione dell’organizzazione della sanità penitenziaria, anche con lo snellimento degli aspetti burocratici, è all’attenzione dell’assessorato regionale e comprende una valorizzazione dei Medici Penitenziari anche sotto il profilo economico. E’ poi necessario un aggiornamento delle linee guida per l’assistenza penitenziaria ferme al 2017 e l’attivazione di un percorso diretto tra i Medici del SAI (Servizio di Assistenza Intensificato) e gli Ospedali. Sono alcune delle iniziative che l’Assessore Regionale della Sanità Carlo Doria intende concretizzare per migliorare e rendere più efficiente la Sanità Penitenziaria, trasferita da 12 anni al Servizio Sanitario che soffre, come l’intero sistema delle carenze di personale, appesantite dalla perdita della libertà per i/le pazienti/reclusi/e. Gli impegni sono emersi in occasione dell’incontro-dibattito “Sanità Penitenziaria: stato dell’arte e prospettive” organizzato dalla Camera Penale di Oristano, presieduta da Rosaria Manconi, e dall’associazione “Socialismo Diritti Riforme”, con il coordinamento della socia fondatrice Maria Grazia Caligaris. L’appuntamento ha offerto l’occasione di affrontare diverse problematiche connesse alla gestione della salute di chi sconta una pena. Tra quelli più importanti la necessità di chiarire, rafforzare e migliorare la funzione della REMS (Residenza per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza) realizzata a Capoterra con 16 posti che risponde alle esigenze di far fronte ai problemi di persone inferme di mente e la realizzare di Comunità Terapeutiche diversificate per accogliere e curare persone con dipendenze e disturbi della personalità. Aspetti e problematiche evidenziati nell’intervento di Riccardo Curreli, responsabile della struttura. L’esigenza da parte della Direzione carceraria di condividere le informazioni sanitarie e di avere garantita una continuità di presenza degli operatori sanitari è stata sottolineata da Marco Porcu, responsabile della Casa Circondariale di Cagliari-Uta (540 detenuti di cui 20 donne, 100 stranieri, una sezione di sex offenders e 40 in regime di Alta Sicurezza) con incarico anche a Isili e Lanusei. Il dott. Porcu, che ha delineato la condizione di deprivazione socio-culturale di una larghissima fetta di detenuti molti dei quali entrano in carcere con disturbi. Ha quindi evidenziato la necessità di un maggior numero di psichiatri, un canale privilegiato per le prenotazioni di visite specialistiche interventi chirurgici, per l’attivazione di un reparto ospedaliero dedicato e un ufficio amministrativo per le pratiche burocratico-sanitarie, attualmente svolte dall’Ufficio Matricola del carcere. Proposte e considerazioni fatte proprie dal Coordinatore Sanitario di Cagliari-Uta Luciano Fei che ha sottolineato la specificità del Medico Penitenziario per la particolarità dei pazienti privati della libertà che, a suo giudizio, spesso utilizzano l’argomento malattia per ottenere di accedere a misure alternative alla detenzione. L’intervento di Irene Testa, Garante regionale delle Persone Private della Libertà, è stato interlocutorio. Essendo stata nominata da due settimane, ha iniziato le visite istituzionali partendo dal Carcere Minorile di Quartucciu di cui ha denunciato le gravi carenze strutturali e Sassari-Bancali, dove c’è una sezione del 41 bis. Conosco la realtà detentiva sarda – ha detto – per aver fatto diverse visite ispettive, tuttavia desidero adesso affrontare questo
incarico in modo da poter agire con la collaborazione delle diverse istituzioni e degli attori che quotidianamente operano dietro le sbarre.
Secondo Donatella Gallistru, esperta di informatica sanitaria esponente di SDR, una strada da percorrere con slancio è quella di dare seguito all’attivazione della cartella sanitaria penitenziaria che, all’interno del sistema informativo regionale, peraltro all’avanguardia e unico in Italia, consenta ai diversi attori coinvolti di fruire, con un’apposita profilazione, le informazioni sulla salute e le cure di ciascuna persona ristretta.

All’incontro, avviato con il saluto del Presidente dell’Ordine degli avvocati di Oristano Enrico Meloni, sono intervenuti tra gli altri, Claudia Porcu, responsabile per l’assessorato della sanità territoriale di cui fa parte la medicina Penitenziaria, Raffaele Murtas, segretario regionale del Sinappe, Roberto Pisano, medico penitenziario a Massama, Paolo Mocci, Garante Comune Oristano, Laura Caddeo, consigliera regionale, Herika Dessì, penalista. Le conclusioni dell’incontro che prelude a nuovi appuntamenti sulle specifiche problematiche sono state tratte da Rosaria Manconi.

Fonte: comunicato stampa

 

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