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San Giovanni Suergiu: resta chiuso nel cimitero. Costretto a scavalcare il cancello per uscire

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Era andato in cimitero per far visita ai propri defunti e posare un fiore sulla tomba della moglie ma all’uscita l’amara sorpresa: i cancelli erano chiusi. E’ successo nel pomeriggio di ieri 19 giugno nel cimitero del comune di San Giovanni Suergiu dove un signore di 73 anni, nato a Matzaccara (frazione del comune) ma residente da molti anni a San Gavino Monreale, è “entrato all’interno del cimitero alle ore 17:10 e, come riscontrato quasi sempre in visite precedenti, all’ingresso non era presente l’addetto alla custodia ne, tantomeno, traccia della sua autovettura (o altro mezzo di locomozione) che solitamente, quando l’addetto è presente, risulta parcheggiata nel piccolo spazio alla fine del vialetto che porta all’ingresso principale e antistante al cancello d’ingresso.”

Al termine della visita durata circa un’ora “mi sono recato all’uscita principale da dove ero entrato e con somma meraviglia (visto che non era ancora scaduto l’orario delle visite fissato alle ore 18,30) ho trovato il cancello chiuso. A mio avviso il custode ha chiuso anticipatamente, rispetto all’orario previsto delle 18:30, il Cimitero senza minimamente curarsi ed assicurarsi della presenza o meno di persone al suo interno o avvertire con mezzi idonei i visitatori dell’imminente chiusura.”

Subito il visitatore si è messo alla ricerca di eventuali indicazioni per capire chi avvertire della sua presenza ma di tutto questo non ha trovato traccia. “Alla fine, erano le 18:30 (orario rilevato sul mio cellulare), l’unica possibilità d’uscita che m’è venuta in mente nell’immediato, è stata quella di scavalcare, con tutti i pericoli conseguenti – vista la mia sicuramente non più giovane età, il cancello prospiciente la cappella cimiteriale (tra l’altro ben fornito di acculei nella sommità). Solo ad operazione finita, visti tra l’altro i pericoli corsi, ho realizzato che sarebbe stato sufficiente chiamare il 112 dei carabinieri, col mio telefono cellulare, per chiedere il loro intervento in mio aiuto (il senno di poi!!!). Cosa che ho fatto.

Dopo l’incredibile avventura il signore ha deciso comunque di informare, attraverso una mail, i dirigenti del comune non per essere risarcito del danno avuto ma “per evitare che simili fatti incresciosi abbiano a ripetersi in futuro e per invitare il personale addetto al rispetto dell’orario di servizio e dei doveri che il servizio stesso loro impone.”

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