MILANO – “Contrastare gli scafisti, difendere i confini non sono reati. Ho difeso gli interessi del mio Paese o il mio interesse personale?”. Così il leader della Lega, Matteo Salvini, che sul suo rinvio a giudizio per Open Arms ha rilasciato un’intervista pubblicata ieri sul Corriere della Sera. Il segretario del Carroccio parla di “scelta pericolosa” e aggiunge: “Non ci sono reati e si usa il tribunale per fare politica”.
E oggi su Facebook rilancia:
“Il vizio della sinistra? Quando non riesce a vincere nelle urne, prova a vincere in tribunale. È stato il mio primo fine settimana da imputato di “sequestro di persona”, grazie del vostro affetto, mi date grande forza e vi sono grato”.
E ancora: “Qualcuno cerca in tribunale la rivincita che non riesce a prendersi in cabina elettorale? Io vado avanti tranquillo, al processo chiameremo molti testimoni”. Si parla dell’ex premier Giuseppe Conte, del ministro degli esteri Luigi Di Maio e dell’ex ministro delle infrastrutture e dei trasporti Danilo Toninelli.
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