PONTIDA – La novità è l’abolizione del canone Rai: novanta euro in meno all’anno per le famiglie italiane, “qualcuno potrà mangiare due volte di più”. La sorpresa annunciata è la firma dei sei “sacri impegni” da parte di tutto il gruppo dirigente del partito: su quelli (autonomia regionale, bollette, Fornero e quota 41, stop sbarchi, Flat tax, giustizia giusta) potrà anche saltare il centrodestra, se non saranno rispettati dagli alleati. Matteo Salvini tenta così di risollevare i sondaggi della Lega, dal prato di Pontida dove tutto nacque quasi 40 anni fa e dove, secondo gli organizzatori, oggi si sono ritrovati 100mila militanti.
La chiave per tenere insieme le radici del Nord e le ambizioni nazionali è l’Autonomia regionale. Perchè la base storica della Lega non vuole più aspettare, come si incarica di chiarire Luca Zaia che, sul palco con un enorme bandiera del Veneto, scandisce: “Non ci sono più scuse: chiunque vada a governare, non credo che avrà scelta”. E le parole con cui chiude il suo intervento non possono essere più nette: “L’autonomia vale anche la messa in discussione di un governo”. Toni che dall’entourage di Salvini assicurano essere stati concordati, come concordata era l’enorme bandiera della Serenissima: “In ginocchio davanti al Leone”, l’ha introdotta Zaia.
Prima di lui sull’autonomia avevano insistito i governatori Fugatti, Fontana e Fedriga, ma senza arrivare all’ultimatum del collega veneto. E subito dopo l’intervento di Zaia, Giancarlo Giorgetti ha tessuto le lodi dell'”equilibrio tra ciò che si vuole e ciò che si puo fare” come virtù di governo. Riccardo Molinari si preoccupa invece di ascrivere a Salvini il merito di un’eventuale vittoria sull’autonomia: “Dobbiamo ringraziare lui”. Dal palco Salvini sarà più morbido, girando l’argomento contro “i De Luca e gli Emiliano”.
Ma dallo staff confermano: “L’autonomia è tra i sei impegni firmati da tutti sul palco. E’ nel programma di governo della coalizione, e Salvini ha ribadito che il programma è sacro”. Insomma i sei temi chiave, i “sacri impegni per cambiare l’Italia”, non sono negoziabili: l’autonomia, Stop bollette, stop Fornero e sì a quota 41, stop sbarchi, Flat tax, giustizia giusta. Perchè “me lo ha insegnato Bossi, non mi interessa governare per governare”. Ma poi rassicura: “Io, Giorgia e Silvio la vediamo uguale su tutto? La vediamo uguale sul 99% delle cose, e insieme governeremo per 5 anni: niente scherzi, niente cambi di casacca, promesso. Quello che è scritto nel programma è sacro”.
Sul resto nessuna novità: Salvini respinge le accuse sui soldi russi, e rilancia le critiche a Biden, rinnovando l’apprezzamento per Trump: “Spero che gli americani alle elezioni di mid-term diano una sonora lezione ai comunisti a stelle e strisce. Sono convinto che se al posto di Biden ci fosse stato Trump molte cose sarebbero andate in maniera diversa”. Una sparata che il segretario “aveva in canna da un po’”, spiegano dal suo entourage, esplicitando tutto il fastidio per quelle che il capogruppo Molinari ha definito “veline per spaventare gli italiani sulla possibilità che la Lega vada al governo”.
E poi torna ad attaccare la Ue, con toni nuovamente accesi: sulle bollette “non ci accorgiamo che c’è”, quando invece “un’Europa diversa è possibile: voglio che l’Italia sia protagonista in Europa, non accompagnatrice di Parigi e Berlino. Voglio portare l’asse più a Sud, con una grande alleanza dei popoli del Mediterraneo perché torni fonte di ricchezza come è sempre stato. E se le frontiere non le protegge l’Europa le proteggono i popoli del Mediterraneo”. Se questo basterà a rilanciare i consensi della Lega si vedrà tra una settimana, intanto Salvini continua ad alimentare la speranza: “Sarebbe un onore essere scelto da voi e indicato da Mattarella come presidente del Consiglio”.
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