Cominciano a farsi sentire le conseguenze dovute alla revoca dell’export delle bombe ai paesi mediorientali prodotte dalla RWM di domusnovas. Questa mattina i vertici dell’azienda, durante una riunione in Confindustria, ha comunicato alle Parti Sociali che sospenderà nei prossimi giorni il ricorso agli ammortizzatori sociali per gli 80 lavoratori dello Stabilimento di Domusnovas in Cassa Integrazione da settembre 2020.
“L’acquisizione tra dicembre e gennaio di alcune commesse urgenti da parte di un Paese Europeo – ha dichiarato l’Amministratore Delegato di RWM Italia, l’ing. Fabio Sgarzi – consentirà qualche mese di continuità lavorativa a tutti i lavoratori dello Stabilimento di Domusnovas”.
“È tuttavia evidente che non basta una rondine a fare primavera: la ripresa, purtroppo, è solo temporanea. Siamo ben lontani dai volumi produttivi e dal numero di lavoratori di due anni fa e soprattutto dalle previsioni di crescita, della produzione e dell’occupazione, collegate alle autorizzazioni prima concesse e ora revocate”.
“Chi ha gridato al ricatto occupazionale – licenziamenti in caso di cancellazione delle licenze di esportazione – dovrebbe ricredersi. La RWM Italia non pratica questo genere di condotte; al contrario, dove ci sono occasioni di business le coglie, anche a beneficio dei lavoratori e del territorio. Come è normale che sia”.
“Ora lo Stato, il Governo e la Regione devono fare la loro parte, dopo 18 mesi di incomprensibile immobilismo – continua Fabio Sgarzi – se oggi è giusto essere soddisfatti per chi torna al lavoro, è altrettanto giusto non dimenticare chi rimarrà, comunque, senza lavoro in conseguenza di una decisione dello Stato”.
“I lavoratori senza occupazione a causa della revoca delle licenze di esportazione verso l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti non sono diversi da quelli di altre aziende italiane per le quali lo Stato si è prodigato, a fronte, peraltro, di problemi causati da cattiva gestione o distorte logiche di profitto. Nel nostro caso, al contrario, i problemi nascono da scelte governative non ponderate e dunque è doveroso, adesso, l’impegno anche dello Stato nella ricerca di soluzioni. Lo Stato, se vuole, può farlo”.
“RWM Italia – si conclude il comunicato – farà tutto il possibile per restare in Italia e restare a fianco dei lavoratori, ma non vuole e non può galleggiare.”
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