“L’accademia delle Prefi ha voluto sperimentare la capacità di visibilità con un proprio video amatoriale ponendolo su YouTube* riscuotendo un ottimo risultato 888.389 visualizzazioni in 7 giorni”
Il 14 febbraio del 2005 nasceva YouTube, la piattaforma web più famosa per la condivisione dei video (video sharing), nonché il sito che negli ultimi 10 anni secondo Alexa (azienda U. S. A. che si occupa di statistiche sul traffico di Internet), ha avuto il maggior sviluppo, classificandosi al secondo posto appena dopo Google, che lo ha acquisito nel 2006 per la cifra di 1,7 miliardi di dollari. Si è trattata di una delle innovazioni più importanti del web che ha sconvolto il modo di fruire i video (prima ovviamente solo dominio della TV) e soprattutto ha cambiato anche la giurisprudenza in fatto di Diritti d’autore. Ma il vero cambiamento è stato nel fatto di consegnare alle persone uno strumento di comunicazione ad altissimo impatto, con la possibilità di costruire prodotti video a diffusione potenzialmente virale: e, per il web, dove ci sono utenti e cliccate, ci sono di conseguenza soldi per le pubblicità. È così che è nato il fenomeno degli YouTuber, utenti di YouTube – magari anche artisti di calibro – che lavorano ogni giorno alla creazione di video da caricare su questa piattaforma, forti di un loro pubblico e di centinaia di migliaia (anche milioni) di cliccate che garantiscono loro, tramite la vendita della pubblicità, di avere un ritorno economico di tutto rispetto.
“Il cosiddetto «Tubo», nel 2006 entrato a far parte del perimetro di Google, è l’unica piattaforma social che può rappresentare una fonte di guadagno per gli utenti che caricano materiale originale. I soldi, ovviamente, arrivano dalle inserzioni pubblicitarie. E dove ci sono i soldi si sviluppano delle professionalità: essere considerato un utente «partner» da YouTube significa che pubblichi con costanza settimanale video con buone performance di traffico e hai un numero significativo di iscritti al tuo canale”
“L’idea di base è semplice: chi carica video originali può stipulare un contratto per consentire di inserire spot pubblicitari e iniziare a guadagnare. Google trattiene il 45 per cento dei ricavi, mentre il 55 va all’autore della clip. È difficile stabilire con precisione i guadagni, che dipendono dal tipo di pubblicità (banner o video) e di posizione della stessa sulla pagina, dal Paese di appartenenza, dal prezzo di vendita per una campagna. Inoltre dato che il 75 per cento degli spot possono essere evitati, cliccando la scritta “salta” entro 5 secondi, e considerato che gli investitori pagano solo quando vengono visti per 30 secondi, è possibile stabilire soltanto una stima di guadagno lordo minimo e massimo, che va da uno a 15 dollari ogni mille visualizzazioni della pubblicità collegata al video originale. Per gli utenti con più audience il mercato è ghiotto: nel 2013 la raccolta globale di YouTube ha generato secondo eMarketer. com 5,6 miliardi di dollari, il 51 per cento in più rispetto al 2012. E gli YouTubers in grado di fare guadagni a sei cifre sono ormai migliaia”
*https://www.youtube.com/shorts/oXmBSgmL8lg
di Salvatore Battaglia Presidente Accademia delle Prefi
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