“Io torno a Novembre“, parola di Leonardo Spinazzola.
L’esterno della Roma e della Nazionale, fermo per la rottura del tendine d’Achille rimediata nei quarti di finale di Euro 2020 contro il Belgio, parla a IlRomanista e svela di poter bruciare le tappe per il rientro in campo.
“Intendo dire che a Novembre sarò a disposizione del mister per ricominciare a giocare. Nella mia testa c’è solo questa data. Altri ci sono riusciti, ci proverò anche io. So benissimo che c’è chi parla di gennaio, di febbraio e magari pure di marzo, ma io dico che a novembre torno in campo. Poi magari mi sbaglierò, lo vedremo. Ora mi sto riposando, dopo tanti giorni molto carichi. Ho portato la famiglia un po’ al mare. Ci vuole un po’ di riposo. Ho saltato tanto per festeggiare, ma per la vittoria dell’Europeo potevo saltare anche senza gambe“.
Festa – “Mia moglie preoccupata? Era spaventata, aveva paura che scivolassi dentro gli spogliatoi: “occhio che sarà tutto bagnato”. Si è raccomandata tanto, e io sono stato attento. Negli spogliatoi, appena è partito lo spumante mi sono seduto da una parte: cantavo ma seduto“.
Emozioni – “Per una settimana con la testa sono rimasto un po’ stordito. L’adrenalina ha girato a mille, mangiavo pochissimo, mi veniva subito la nausea, bevevo poco. Stavo sempre sdraiato, non bruciavo niente, ho vissuto un po’ sulle montagne russe. Ancora non ci credo che abbiamo vinto davvero. E se penso al lavoro che devo fare… Mi deprime? Al contrario, non vedo l’ora. Sono già carico“.
Programma – “A Trigoria tornerò a lavorare il 2 agosto, a un mese dall’infortunio. Andrò a fare mobilità della caviglia sotto la tutela dei fisioterapisti, ho voglia di riprendere la routine e quello farà tanto. Ma per sei settimane non potrò poggiare neanche il piede a terra, poi mi aiuterò con le stampelle ma sempre con basso carico. Ma io già ora non sto fermo: ho già tolto i punti, ora mentre parliamo sto sul letto sdraiato, ma muovo il piede su e giù, per far sentire al muscolo che ci sono, che deve lavorare. Già vedo miglioramenti“.
L’infortunio – “Se ho capito subito che mi ero rotto il tendine? No no, non ho provato alcun dolore. Ho sentito un colpo. Mentre correvo con la coda dell’occhio speravo di vedere qualcuno dietro di me che mi avesse colpito. Quando ho realizzato che non c’era nessuno ho capito subito che si era rotto il tendine. Ma nessun dolore. Ho pianto solo perché ho capito che cosa mi sarei perso. Ho sentito un po’ di dolore solo la prima notte post operazione quando è svanito l’effetto dell’anestesia. Si poteva evitare? Purtroppo no, era inevitabile. Si sono verificate una serie di cose tutte insieme: il tipo di sforzo che ho dato sul tallone, il terreno un po’ sabbioso, lo scatto improvviso. Se avessi poggiato sulla punta non mi sarei mai rotto. Considera che due mesi prima avevo fatto una risonanza e il medico aveva trovato il tendine perfettamente integro. Ma ormai è passato, penso al futuro“.
Carattere – “Ho un bel carattere. Da quasi due anni a questa parte. Se intendo dal mancato passaggio all’Inter? Sì, mi ha ferito sentirmi dare dello zoppo, da quell’episodio ho trovato tutta la forza del mondo per riprendermi e per dimostrare a tutti quello che sono. Ora niente mi fa più paura. Sono molto più tranquillo dal punto di vista mentale. Faccio il lavoro più bello del mondo, ho una splendida famiglia e stiamo bene. Che cosa potrei chiedere di più?“.
Pochi infortuni – “La realtà è che negli ultimi tempi l’unico vero infortunio, che poi era la stupidaggine della cicatrice infiammata, è stato con l’Ajax. Ricaduta con il Manchester United? Vabbè, ma quello sapevo a che cosa andavo incontro. Non avevo recuperato al cento per cento. Pentito? Ma scherzi? Quelle partite le devi giocare a tutti i costi, poteva andar bene, se va male ci hai provato. Ma ero tranquillo, sapevo che era una sciocchezza e che avrei potuto giocare un grande Europeo. Cosa che è puntualmente avvenuta, senza alcun problema. Fino alla rottura del tendine“.
Miglior terzino sinistro degli Europei – “Cosa è successo? È successo solo che ho dato continuità al mio gioco giocando stabilmente a sinistra. Già all’Atalanta, prima di andare alla Juventus, avevo giocato su certi livelli, ricordo certe partite magnifiche col Borussia Dortmund e contro il Lione. Ma allora magari intorno all’Atalanta non c’era ancora l’interesse scatenato negli ultimi due anni e quindi non se ne parlava tanto. Ma giocavo come adesso con l’Italia“.
Anche a Roma – “Sì, quando ho potuto giocare con continuità a sinistra ho trovato un ottimo rendimento. Peccato gli infortuni di troppi giocatori. Io sono sicuro che ci saremmo potuti togliere tante soddisfazioni anche con Fonseca. La favola per cui gioco meglio con una difesa a tre? A quattro giocavo anche con Fonseca all’inizio, ma a destra, dove mi trovo peggio. A quattro devi avere le coperture dei centrocampisti per non avere guai. Se la squadra lavora compatta non c’è problema. Io insisto sul fatto che sono mancati i giocatori e chi giocava si è stancato di più. Se Fonseca avesse potuto fare i cambi a Manchester non sarebbe finita così“.
Mourinho – “Ci ho parlato al telefono prima dell’Europeo e poi quando sono tornato a Trigoria. Ho visto un allenamento, la prima amichevole. Mi pare una brava persona. Ma si vede subito che è tosto, è tanta roba. Da quello che ho sentito dai miei compagni, ha lasciato subito una grande impressione. Potrà dare quello che è mancato in questi ultimi anni? Lo spero, lo capiremo presto. Io credo di sì ovviamente. Pensa sempre e solo al risultato, ci sarà maggiore attenzione adesso. Peccato che mi perderò tutta la prima fase“.
Zaniolo – “Mi sono sentito con Nicco, mi aveva scritto durante l’Europeo. Mi aveva detto che non vedeva l’ora di sfrecciare con me sulle fasce. Zano è un animale, l’ho visto pure in amichevole, ha cominciato già a dare sportellate. E poi questi infortuni ti fanno crescere, ti fanno capire tanto della vita, dei valori più importanti, sono sicuro che lo vedremo più maturo. Può essere il suo anno e se è così lo sarà anche per la Roma“.
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