Esiste una differenza tra scegliere di isolarsi ed essere obbligati ad osservare una regola che ti impone di non uscire di casa. In entrambi le situazioni comunque si ha tempo per leggere, per riflettere e si riesce a vedere le cose anche in un’ottica differente. La casa che, in tempi normali, si vive quotidianamente al tempo del coronavirus può sembrarci diversa e alcuni scorci che non avevamo notato ci possono apparire più interessanti. Angoli di stanze mai notati oppure posizioni di mobili o di arredi che prendono vita e ci parlano in maniera differente. Mauro Liggi, artista della fotografia, sta utilizzando questo momento di reclusione forzata in casa per immortalare attimi di vita che, sicuramente, serviranno come ricordo e come attimo storico per i posteri. “La quarantena – dice Liggi – è stata ed è un tempo sospeso, fatto di paure, speranze, silenzi, pianti, solitudine, scoraggiamento.” Di tutte queste emozioni l’artista ne ha fatto un video “ Questa è la mia quarantena – prosegue il fotografo – vissuta nella mia piccola casa, fatta di ruotine, noia, gesti ripetitivi, sguardi alle finestre, momenti da riempire, cani da coccolare, mani da stringere per farci forza. Rintanati.” A supporto del video anche i versi che suggellano momenti di vita intensa, seppur nel silenzio dei giorni, chiuso nella propria tana che a volte funge da rifugio altre da cella da dove non si può scappare se non con l’emozione dettate dal cuore.
RINTANATI
Non c’è più tempo ma ogni tempo perso è tempo guadagnato.
Che ci sarebbe da contare i secondi, che scorrano in fretta,
che così perdiamo la testa a non poter dominare il tempo.
Tempo che non ci bastava mai, che riempivamo di tutto, come se fosse per sempre, come se solo così potesse essere vita.
E ora il tempo si è fatto vuoto, un vuoto che ci è entrato dentro e ci divora.
Un vuoto che dobbiamo riempire di cose dimenticate.
Che stare lontani servirà a stringerci forte.
Non parlare a saper ascoltare.
Riscoprire il piacere del salutarsi.
Stare immobili ma far muovere il cervello.
E’ una guerra che vince chi molla per primo,
chi ha il coraggio della solitudine,
ne fa tesoro, ne fa dono, ne fa preghiera.
Chi non ha paura di stare rinchiuso
per poter essere libero.
E’ un tempo tremendo e propizio.
Per lavarci dal superfluo, per riscoprirci uomini, solo uomini,
fragili, impotenti, impauriti.
E’ il tempo del sacrificio di ognuno per ciascun altro.
Siamo animali nelle tane.
Senza certezze, se non di essere noi quelli braccati.
Addio al nostro senso di onnipotenza,
ora siamo ostaggi di un nemico invisibile.
Che ci costringe a non vivere il mondo come abbiamo fatto finora,
ci costringe di a ripensare noi stessi, le nostre priorità,
ci invita a cercare la bellezza nelle piccole cose, nei ricordi,
in tutto ciò che abbiamo dato per scontato
e che ci può essere tolto in un attimo.
Il tempo è ora. Ora e qui.
Per vivere o morire.
Ma se ognuno sentirà la responsabilità della vita dell’altro
come abbiamo dimenticato naturalmente dovrebbe essere,
allora insieme, ma solo se insieme,
sarà il tempo di rinascere.
Nulla sarà più come prima. Mai più.
Fermiamo il mondo per poterlo ancora vivere, godere, ammirare.
Fermiamoci per poter tornare a camminare da uomini nuovi.
Solidali, umili, liberi.
Stiamo nelle nostre tane.
Ne usciremo insieme, con lacrime di ruggine, il cuore divorato dalla paura, ma vivi.
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