Smontate le tende che il sindaco Mauro Usai aveva piantato presso il CTO di Iglesias, ritornano i problemi legati alla situazione della sanità nel comune minerario. È di oggi la comunicazione dell’Associazione Diabete Sulcis Iglesiente Ets-Odv che, con grande rammarico, si vede costretta a rimarcare l’ennesimo disservizio ai danni della Sanità nel Sulcis Iglesiente. La questione in oggetto riguarda la chiusura del laboratorio di analisi del Cto di Iglesias, poichè ad oggi non ha ancora ripreso la sua normale attività.
Quello delle associazioni non è l’unico grido d’allarme, perchè proprio negli ultimi tempi sono stati i laboratori di analisi privati accreditati ad aver acceso i riflettori sulla questione, denunciando senza mezzi termini che tutto il budget a disposizione per le analisi effettuate in convenzione con il servizio sanitario regionale, è ormai terminato.
Per tastare il polso della situazione nel Sulcis Iglesiente, abbiamo raggiunto il Presidente della Federazione Rete Sarda Diabete, Riccardo Trentin, che ha rilasciato questa dichiarazione: “Un territorio dove circa 10.000 persone risultano colpite dalla patologia diabetica e per le quali dunque il laboratorio di
analisi rappresenta un presidio sanitario necessario per la diagnosi, il monitoraggio e la cura della malattia. Nessuna comunità e struttura ospedaliera può rimanere viva senza il supporto di un laboratorio di analisi efficiente e aperto anche agli esterni.”
E ancora “Aldilà delle soluzioni temporanee però la comunità del Sulcis iglesiente attende e merita una risposta definitiva, incardinata sul modello strutturato di una sanità che si qualifichi “pubblica” perché capace di garantire sempre e per tutti il diritto alla salute dei cittadini”.
Secondo Fabio Sabeddu dell’Associazione Diabete Sulcis Iglesiente ETS-ODV, invece, “Ci chiediamo quale sia la logica che impedisce alla politica regionale di trovare soluzioni immediate, che potrebbero momentaneamente consistere, in un ordine di priorità, nel richiamare in servizio i tecnici di laboratorio andati in pensione, nel potenziamento dell’organico del laboratorio o nell’aumento del budget del laboratori privati/convenzionati.”
Riportiamo inoltre, l’intero comunicato a firma dell’Associazione Associazione Diabete Sulcis Iglesiente.
Ancora nessuna soluzione in vista per la chiusura del laboratorio di analisi del Cto di Iglesias, che, come quello dell’ospedale Sirai di Carbonia, non ha ancora ripreso l’attività nonostante le proteste dei cittadini costretti a subire quotidianamente notevoli disagi.
L’allarme viene lanciato anche dagli stessi laboratori privati accreditati che hanno esaurito tutto il budget a disposizione
per le analisi effettuate in convenzione con il servizio sanitario regionale: le strutture convenzionate, nei prossimi mesi si
troveranno nella necessità di far pagare i cittadini, compresi gli esenti per malattia, età e reddito.
Appare intuitiva la ricaduta di questa vergognosa situazione direttamente sui pazienti, che già da ora lamentano enorme
disagi nella fruizione delle prestazioni.
Sono centinaia i pazienti che ogni giorno necessitano del servizio prelievi, massimamente le persone con malattie croniche, stremate dal perdurare dell’inerzia che sembra accompagnare l’indifferenza della politica regionale verso un problema che incide sul diritto alla salute dell’intera comunità.
Un‘inerzia che non può essere tollerata soprattutto in un territorio come quello del Sulcis Iglesiente nel quale si registra un elevato tasso di prevalenza del diabete di tipo due e la più alta incidenza al mondo del diabete di tipo uno.
Un territorio dove circa 10.000 persone risultano colpite dalla patologia diabetica e per le quali dunque il laboratorio di analisi rappresenta un presidio sanitario necessario per la diagnosi, il monitoraggio e la cura della malattia.
Nessuna comunità e struttura ospedaliera può rimanere viva senza il supporto di un laboratorio di analisi efficiente e aperto anche agli esterni.
La chiusura del laboratorio pubblico cittadino sta incidendo negativamente sulle categorie più fragili che non possono permettersi di pagare l’accesso alle strutture private.
Infatti I laboratori privati-convenzionati, una volta terminato il budget assegnato, chiudono le porte alle persone ammalate di diabete e altre patologie, condannando le stesse alla rinuncia dei controlli per la prevenzione e ancor più per il monitoraggio delle complicanze in corso.
Ci chiediamo quale sia la logica che impedisce alla politica regionale di trovare soluzioni immediate, che potrebbero momentaneamente consistere, in un ordine di priorità, nel richiamare in servizio i tecnici di laboratorio andati in pensione, nel potenziamento dell’organico del laboratorio o nell’aumento del budget del laboratori privati/convenzionati.
Fonte: Comunicato Stampa
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