ROMA – “Dopo tanti mesi di chiusura ci dobbiamo aspettare non una ma molte aggregazioni spontanee o anche non autorizzate, come i rave party. Ci possiamo aspettare che non siano più fenomeni “occasionali”. I Rave sono un’aggregazione non autorizzata di migliaia di giovani che si trovano per ballare e ascoltare musica. Non sono stati mai una forma di protesta o di opposizione alle Autorità, ma piuttosto una trasgressione che si manifesta attraverso musica assordante e ballo non-stop associati all’occupazione di un “territorio”, che definisce un’appartenenza e consolida un’identità, un grande “campo psichico”, in cui ritrovarsi tutti insieme. Nessuno specialista ignora che nei Rave Party, vi è anche abuso di alcol e sostanze stupefacenti. Dal lockdown in poi, l’aumento di uso di alcool non solo tra gli adulti e i giovani, ma anche tra gli adolescenti è documentato dalle transazioni online e dalle vendite, sia nei negozi autorizzati che nei locali”. E’ quanto afferma la psicoanalista Adelia Lucattini in merito a quanto accaduto a Modena, dove nell’area nord della città si è svolto un rave party non autorizzato, generando problemi di ordine pubblico.
Secondo Adelia Lucattini, l’aumento delle vendite online di alcolici “è aumentato del 400% nel 2020, poi con le prime riaperture è sceso al 200% del 2021. Sono numeri spaventosi. Espressione di un gravissimo e diffuso disagio psicologico, che trova nell’alcool una forma di inefficace e dannosissima autocura. Bisogna dire con molta chiarezza, che l’uso di sostanze nell’adolescenza arresta lo sviluppo evolutivo, blocca le tappe di accrescimento psicologico, danneggia la mente, il cervello e il corpo. I cannabinoidi possono causare sintomi deliranti, la cocaina, episodi maniacali, infarto del miocardio e ischemia cerebrale. E MDMA/ exstasy danneggiano il cervello e il cuore, causano dipendenza e possono provocare la morte per arresto cardiaco o per alterazione della termoregolazione. La repressione non ha mai funzionato anche in paesi in cui attualmente ci sono regimi non democratici, l’uso di alcool e droghe è dilagante e fuori controllo. Ciò che non si può più rinviare sono investimenti massicci sulla prevenzione del disagio psicologico, con una disponibilità gratuita o a prezzi sociali di punti di ascolto con psicoterapeuti, psicoanalisti e psichiatri. Contemporaneamente è necessaria un’informazione capillare attraverso le scuole sulla tossicità di alcool e sostanze stupefacenti. Oltre a ciò, è ineludibile creare attività alternative per canalizzare gli interessi e favorire la socializzazione dei ragazzi: lo sport, le bande musicali, il teatro di quartiere; utilizzare al massimo le parrocchie e l’associazionismo con tutte le attività che queste offrono. È importante che i giovani possono mantenere e coltivare i propri ideali, che abbiano una speranza nel futuro attraverso lo studio e la possibilità di avere un lavoro dignitoso. Che possano superare difficoltà nel momento, investendo in sé stessi con l’aiuto della scuola e della dello Stato attraverso le Istituzioni che lo rappresentano”.
Per questo motivo, secondo la Lucattini, i ragazzi “non devono essere lasciati soli, a disperarsi in silenzio o cercando di far notare inconsciamente il proprio disagio, in modo trasgressivo. Gli adulti devono pensare che chi più e chi meno, però tutti, portano l’enorme peso dal peso delle privazioni psicologiche, relazionali e materiali di questi anni di pandemia. Oltre che a lanciare un allarme, bisogna strutturare un programma serio di ascolto psicoanalitico che aiuti a superare il trauma collettivo che i giovani e gli adolescenti hanno vissuto durante questi anni. La chiave per superare i problemi è: ricordare, elaborare e progettare insieme a qualcuno, capace di ascoltare e dare delle indicazioni. Dire anche dei no, ma spiegando sempre il perché. Non ci può essere maturazione o superamento di qualunque problema senza una presa di coscienza di quello ci accade”.
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