Anche quest’anno, come ogni volta, è arrivato il Rapporto Lottomatica-Censis che fotografa la situazione reale del gioco legale in Italia. Quest’anno il rapporto è stato presentato nelle sale del Senato, a cura di Anna Italia, ricercatrice di Censis, che ha evidenziato i punti salienti del rapporto anche in relazione alle annualità passate.
La nostra redazione ha parlato con l’esperta di Giochidislots Natalia Chiaravalloti, che aveva analizzato i dati all’interno di questo articolo. “Quello del gioco è un settore che ha un forte valore socioeconomico. Un’attività quasi nazionalpopolare che coinvolge milioni di italiani, più di quel che si pensi” – ha debuttato. Infatti, i dati sono chiari: il 47% degli italiani ha giocato ad una o più tipologie di gioco nel corso dell’anno, per un totale di 23 milioni di giocatori: “In questo modo si può affermare che il gioco sia anche se non soprattutto un’attività culturale”.
Ma Chiaravalloti, come avviene la scelta di un gioco?
“La scelta in questo senso è molto trasversale, a gruppi sociali o territori. Giocano soprattutto i giovani, dato che il report parla di un 65,2%. Tra gli adulti comunque la maggioranza, circa il 56,7%. La maggior parte ha redditi bassi, il 37,5% redditi medio-alti. Generalmente si gioca più nei grandi centri, meno nei centri più piccoli. E soprattutto il 57,1% del totale gioca al Sud. A nord va operata una distinzione tra l’Ovest, con più giocatori, e l’Est, dove la media cambia. In Centro Italia invece la percentuale è stabile al 46%. Tra i giocatori parliamo perlopiù di uomini, solo il 40,4% è di sesso femminile. Il 56,4% gioca online”.
Che ruolo hanno i giovani?
“I giovani, a parer nostro, sono ad oggi i principali attori del settore gioco, soprattutto quando parliamo di gioco online: il 74,7% del totale gioca, il 20,1% di questi spesso online. Perlopiù uomini, laureati e qualificati, generalmente residenti al Sud o nelle Isole. Questo per noi è il profilo di un giocatore medio in Italia oggi”.
Perché, invece, giocano tante persone?
“Anzitutto perché il gioco è un divertimento, a volte anche con dei risvolti emotivi. Il 61,1% del totale gioca per questo. Certo, poi le vincite hanno il loro ovvio motivo: il 59,5% gioca per vincere, il 22% invece lo fa anche per passione. Il 17% ancora per abitudine. Il 2,8% invece, dato sorprendente, si collega per i rapporti sociali. Per gli italiani vale quanto afferma il rapporto: si tratta di una passione nazionale, e lo testimoniano anche i dati del PIL e del Fisco”.
Nel rapporto spazio anche al rapporto tra gioco legale e gioco illegale, una piaga che si è imposta in silenzio e che oggi continua a mettere a serio rischio non solo la filiera legale ma anche e soprattutto gli inconsapevoli giocatori.
Chiaravalloti, qual è lo stato dell’arte?
“Oggi come oggi il gioco illegale è un business per le mafie, ma avere un gioco legale forte significa arginare la filiera illecita. Il 77,4% di italiani che ritiene che il gioco legale), gestito dallo Stato e da esso normato, sia un argine importante, un presidio di legalità. Da qui si dà voce al 91,3% del campione, che sottolinea come lo Stato debba tutelare, regolare e gestire il gioco a nome di consumatori e collettività”.
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