Sempre caro mi fu quest’ermo Colle, che per 75 anni è riuscito a tenere salda la Repubblica Italiana, custodendo 12 Capi di Stato con il compito di rappresentare l’unità nazionale, come recita l’articolo 87 della Costituzione.
Un ruolo, questo, che travalica i poteri di garanzia e assegna quindi al presidente della Repubblica il compito di mediare tra la politica dei “palazzi di governo” e il popolo, le persone in carne ed ossa che vedono in lui un garante della Costituzione.
Sempre caro mi fu quest’ermo Colle, che per la seconda volta è costretto ad ospitare il vecchio inquilino, dopo che l’inefficacia delle forze politiche attuali è riuscita solamente a produrre un disaccordo sul nome, senza trovare una persona all’altezza del compito richiesto. La stessa politica in grado però di districarsi tra le pieghe della Costituzione per sciogliere il nodo gordiano che concede una rielezione per un altro mandato al Presidente uscente.
Sempre caro mi fu quest’ermo Colle, che per fortuna il guardo esclude dal panorama politico italiano, mai così arroccato nelle proprie posizioni di partito, bloccato dalla paura di perdere privilegi appena acquisiti, privo di una visione a 360 gradi del paese e del mondo attuale.
Sempre caro mi fu quest’ermo Colle, custode di un palazzo, quello del Quirinale, ricco di storia e di storie. Costruito a partire dal 1583 come residenza estiva di papa Gregorio XIII che, a sue spese, desiderava un luogo di riposo diverso dal Vaticano o del Laterano. Un luogo che vide Papa Paolo V Borghese come primo inquilino effettivo; sotto il suo papato prese forma secondo l’aspetto attuale, affidando i lavori all’architetto Flaminio Ponzo e successivamente Carlo Maderno.
Nel corso di tre secoli è sempre rimasto il cuore del potere romano, ospitando 30 Papi, 4 Re e 12 Presidenti.
Sempre caro mi fu quest’ermo Colle, che vide imprigionato Galileo Galilei nel suo palazzo, trasformato anche in pista da pattinaggio e nel 1912 in campo da tennis coperto da un re Sabaudo. Nel 1951 fu teatro, durante una visita di stato della Regina Elisabetta II ospite del Presidente Einaudi, del primo sonnellino regale del Principe Carlo (3 anni appena) in una panca durante il ricevimento di gala.
Niente a confronto dell’aneddoto del 29 Gennaio 2022, quando l’eccezione avuta con Napolitano si trasformò in regola con Mattarella, come da italico uso e costume.
Infine, un pensiero va alla lunga pletora di politici e politicanti, di repubblicani per convenienza, di “quirinalisti” da social (un tempo da Bar dello sport), di giornalisti scommettitori, le cui voci echeggiano lungo il Transatlantico di Montecitorio giungendo in tutta Italia: al posto di un politicamente scorretto grazie, avreste dovuto chiedere scusa a Sergio Mattarella e agli italiani, per aver dimostrato ancora di non essere stati all’altezza del mandato che vi è stato concesso, mentre al popolo chiedete continui sacrifici.
Sempre caro mi fu quest’ermo Colle, che vide vincitore Mario Draghi: in attesa di ospitarlo quando deciderà che il suo tempo come Presidente del Consiglio sarà terminato, e Mattarella non gli servirà più per riempire il vuoto istituzionale.
E allora Io nel pensier mi fingo; ove per poco il cor non si spaura.
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