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Pubblicato il libro bilingue postumo di Francesco Antonio Are: Su testamento de sa ‘erbeghe

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E’ stato pubblicato postumo il libro bilingue (sardo con testo a fronte in italiano) di Francesco Antonio Are “Su testamentu de sa ‘erbeghe”.

La pubblicazione è introdotta dal professor Andrea Deplano, che ha curato la traduzione in italiano, il glossario e il materiale didattico. “Antonio era nato e vissuto nell’ambiente agro-pastorale bolotanese e – dice Deplano -, per storia familiare, era pienamente organico a quel milieu, massimamente nell’uso della lingua per costruire comunicazione quotidiana e per elaborare immagini e metafore con piena cittadinanza nell’immaginario del mondo che lo circondava.

Ampia e accurata anche l’introduzione del funzionario della Confagricoltura, Banne Sio, che ha illustrato l’excursus del comparto agro pastorale. “L’Autore dota la protagonista di consapevolezza, volontà e memoria. È un essere – evidenza Sio – con un’intensa vita emotiva, provvisto di una propria personalità, capace di esprimere emozioni e in grado di provare sentimenti complessi come la nostalgia e l’amicizia.”

Il testo è arricchito dalle foto in bianco e nero, colorate a mano dal fotografo Massimo Golfieri che ha spiegato come mostrava le immagini ad Antonio, non vedente dall’età di 11 anni. “Ad Antonio – evidenza Golfieri – raccontavo spesso le mie fotografie. Disse che anche lui avrebbe voluto fare una storia scritta dove una pecora racconta la sua vita, in soggettiva, e che poteva essere bello illustrarla con le mie foto; forse aveva già abbozzato qualcosa di ‘Su Testamentu’. Antonio mi ha insegnato a vedere, anche al buio, l’infotografabile.

Le introduzioni di Alberto Masala e Fabiola Ledda, rappresentano l’aspetto di profonda amicizia che li legava da tempo. “Antonio fu con noi – spiega Masala -, complice in ogni avventura, ogni progetto, ogni utopia. Grazie alla spinta affettuosa di Paolo Angeli pubblicammo e nacque il CD Proveniamo da estremi”.

Lui era un terreno fertile e avido di vita. Si gettavano i semi e tutto germogliava subito con entusiasmo e slancio. Anche un piccolo seme caduto per sbaglio poteva germinare e spuntare diventando disegno, viaggio, poesia – chiude Fabiola Ledda”

Il libro predispone di una proposta di attività didattica per comprendere il testo, per operare sulla lingua e la cultura sarda, per approfondire le tematiche sul mondo ovino in Sardegna, grazie al lavoro compiuto da Andrea Deplano che si può reperire anche sul sito www.andriadeplano.it

Il testo è dotato di un codice QRcode che rimanda al sito Orminas (dove è presente anche l’altro libro di Are “Sa trilogia de sos crobinos”) dal quale si può scaricare il materiale didattico in previsione di un uso scolastico del racconto. Completa il tutto l’audiolibro, con la registrazione dell’esposizione in lingua sarda e in lingua italiana.

Nato il 22 aprile 1966, Are ha vissuto a Bolotana con frequenti viaggi a Bologna. Dopo il diploma Magistrale conseguito a Nuoro, si è laureato in Pedagogia all’Università di Sassari con una tesi dal titolo Educazione alla convivenza democratica e pluralismo sociale.

Ha cantato come “bassu” nel quartetto polivocale a tenore su Cuncordu Bolothanesu “Tottoi Zobbe” (ora “Tottoi Zobbe – Antoni Are”) con il quale ha inciso e partecipato a numerosi eventi e importanti feste, festival e rassegne all’interno dell’Isola, in Italia ed Europa (Francia, Gran Bretagna, Olanda).

I suoi interessi nel campo della musica si sono estesi anche ad altre forme musicali tradizionali e di sperimentazione, con particolare riferimento all’area del Mediterraneo.

Nel 1995, dopo un evento al Link Project di Bologna, insieme ad Alberto Masala e Fabiola Ledda ha fondato il progetto Minores, movimento poetico per la dignità delle culture. Con questa pianificazione, Ha coinvolto a volte anche su Cuncordu Bolothanesu, partecipando a numerosi eventi e festival in varie parti d’Europa.

In quegli anni ha incontrato artisti come Paolo Angeli, Nanni Angeli, Salvatore Panu, Riccardo Pittau, Miriam Palma, Edi Bianco, Paola Riascos, Serge Pey (Occitano), Lance Henson (Cheyenne), Hawad (Tuareg), Raji (Gnawa), Anton Roca (Catalano).

Sempre col progetto Minores è stato protagonista in diversi CD: Horizontal Radio (ORF-Kunstradio 96); con Fabiola Ledda e Alberto Masala, in Proveniamo da estremi (ed. ETL/Erosha 2002); con Alberto Masala in Resuggontu (Pa un mundu in casthurina), di StranosElementos (2009).

Ha sviluppato ricerche sul campo sui canti e i balli sardi. È stato invitato nei circuiti della musica di ricerca come a Bologna nella scuola Ivan Illich (dove ha tenuto anche un seminario intensivo sul canto tradizionale orale in Sardegna) e nelle Università di Toulouse e di Bologna (Dams-musica). Ha collaborato con Salvatore Panu sia per la pubblicazione del libro “Il mito sardo”, Dogliani, Sensibili alle foglie, 2001.

Dal 2005 al 2019 ha collaborato attivamente a Palau (SS) con “Isole che Parlano – Festival Internazionale”, come esperto di Canto a Tenore. Ha fatto parte della giuria per l’attribuzione del premio discografico “Mario Cervo” (Olbia), per la parte dedicata alla musica tradizionale. I suoi interessi nell’ambito delle tradizioni popolari, l’hanno da sempre coinvolto nello svolgere la ricerca sul campo attraverso lo strumento dell’intervista, soprattutto sul canto e sulla lingua.

Socio fondatore e primo presidente dell’Associazione culturale Orminas, nel 2015 ha presentato la traduzione in sardo logudorese del testo La città di K, di Agota Kristof, “Sa trilogia de sos cróbinos” (Su cuadernu mannu; Sa proa; Sa-e tres fàulas), Passato e Presente, Bolotana 2014. A Bologna, nel Teatro San Leonardo per Angelica Festival internazionale di Musica, insieme a Massimo Golfieri, ha curato il concerto del Tenore di Bitti “Mialinu Pira” nella serata del 6 maggio 2017.

Non vedente dall’età di 11 anni, è stato impegnato, in qualità di dirigente, nelle associazioni di rappresentanza dei ciechi: consigliere provinciale dell’Unione Italiana Ciechi di Nuoro per 10 anni, presidente provinciale dell’Associazione Privi della Vista di Nuoro.

Ha avuto esperienze come docente nelle scuole pubbliche e private insegnando Lettere per due anni nel Liceo di Macomer e Nuoro, Tradizioni popolari della Sardegna in un corso di formazione professionale organizzato a Tortolì dall’Istituto Europeo di Formazione e Orientamento Professionale di Cagliari. È deceduto a Nuoro, all’età di 53 anni, il 20 luglio 2019.

di Massimiliano Perlato

 

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