ROMA – “Ringraziamo Papa Francesco che anche oggi ha pronunciato parole in cui possono riconoscersi credenti e non credenti. Ringraziamo Papa Francesco per essere tornato a chiedere il cessate il fuoco immediato a Gaza e per aver espresso il no all’allargamento del conflitto dopo l’attacco terroristico israeliano all’ambasciata iraniana a Damasco. Ringraziamo Papa Francesco per aver chiesto anche una pace giusta in Ucraina, per aver ricordato le giovani vite dei soldati ucraini, che da due anni muoiono in un conflitto che poteva essere evitato, così come quelle degli operatori e delle operatrici di pace volontari, uccisi a Gaza”. Lo affermano Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista, ed Elena Mazzoni, responsabile ambiente, entrambi candidati di Pace Terra Dignità alle elezioni europee.
“Da Papa Francesco – aggiungono – arrivano parole di umanità e saggezza sulla pace giusta, che contrastano con la deriva guerrafondaia dei governi dell’Unione Europea e di tutto l’Occidente, complici con i crimini di Netanyahu. Papa Francesco è l’unica voce di un Capo di Stato occidentale che non segue la via della guerra e del riarmo. La nostra difesa dei principi di laicità dello Stato non ci impedisce di riconoscere che le parole del Pontefice sono in sintonia con la nostra Costituzione, mentre questo governo, come e più di quelli che lo hanno preceduto, persegue una politica che ne rappresenta la negazione”.
E concludono: “Ringraziamo Papa Francesco anche per aver ricordato che non è giusto non riconoscere a lavoratrici e lavoratori il giusto salario. Si tratta di una critica diretta non solo al padronato che sfrutta ma anche al governo che nega l’approvazione di una legge per il salario minimo, come quella di iniziativa popolare che abbiamo depositato in Senato con 70.000 firme. Noi di Rifondazione Comunista abbiamo aderito al progetto della lista Pace Terra Dignità, promossa da Michele Santoro e Raniero La Valle, proprio perchè riteniamo che bisogna portare nella campagna elettorale e nel parlamento europeo la voce di chi non condivide la deriva guerrafondaia da tempo purtroppo maggioritaria e trasversale nelle istituzioni”.
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