Anche il sindaco di Iglesias, Mauro Usai, si unisce al coro di chi negli ultimi giorni chiede di porre un rimedio sulla grave situazione in cui si trova la Portovesme srl “L’ipotesi di una definitiva fermata degli impianti della Portovesme Srl, alla luce dell’attuale incremento nel prezzo dell’energia, come affermato dall’Azienda, rappresenta un’ipotesi inaccettabile, ed occorre che i rappresentanti delle comunità locali, delle parti sociali e della società civile facciano fronte comune per evitare un ulteriore disastro sociale in un territorio già duramente colpito da una crisi di sistema che dura da troppi anni. Parlare di chiusura dello stabilimento a causa del costo dell’energia, rappresenta una semplificazione ed un alibi, e sarebbe necessario, in prima istanza: quantificare i profitti effettuati dall’Azienda negli anni in cui consapevolmente agiva nel libero mercato, per ottenere il prezzo dell’energia più conveniente al fine di raggiungere introiti ancora più significativi; valutare la situazione economica complessiva dello stabilimento, tenendo conto del fatto che all’incremento del costo dell’energia si accompagnano però aumenti nel prezzo dei metalli lavorati e significativi aiuti di stato come il credito di imposta; considerare che la multinazionale Glencore, proprietaria dello stabilimento, negli anni ha ricevuto anche importanti sostegni per salvaguardare i livelli occupazionali, come il riconoscimento della cassa integrazione da parte dell’Amministrazione regionale.
Di fronte a queste considerazioni, è necessario opporsi all’ipotesi di una chiusura dello stabilimento, mettendo in campo tutti gli strumenti necessari, con il fine ultimo di salvaguardare il futuro del polo industriale e soprattutto l’impiego dei lavoratori, sia diretti che dell’indotto.
Il Comune di Iglesias, che ospita nel suo territorio una delle infrastrutture della Portovesme Srl come la discarica di Genna Luas, è con i lavoratori, garantendo loro il massimo sostegno. E’ necessario ed urgente un incontro con la proprietà, per ragionare sui numeri e per fornire le garanzie necessarie sugli investimenti e sui salari dei lavoratori”.
Al primo cittadino fa eco la federazione del Sulcis Iglesiente che attraverso il suo segretario, Daniele Reginali, chiede “una mobilitazione decisa da parte della politica, delle parti sociali e di tutte le comunità interessate da una decisione che mette a rischio il futuro lavorativo di 200 lavoratori, a cui si aggiungono gli impiegati nelle ditte in appalto. L’aumento nel costo dell’energia, pur sostanzioso, non deve rappresentare un pretesto per chiudere una delle ultime realtà produttive rimaste in piedi nel territorio, alla luce anche dei profitti rilevanti realizzati nel periodo pre crisi e degli importanti aiuti statali ricevuti per salvaguardare la produzione e per garantire gli ammortizzatori sociali necessari. E’ necessario che la Glencore, proprietaria degli stabilimenti, proceda ad avviare quanto prima un solido confronto con i lavoratori, con le amministrazioni locali e con le istituzioni regionali e nazionali, che devono urgentemente attivarsi affinché venga utilizzato uno strumento fondamentale come l’Energy release, indispensabile per garantire una discesa dei costi energetici. Chiediamo all’azienda di sospendere qualsiasi iniziativa che blocchi l’attività produttiva e che si metta in campo qualsiasi iniziativa per garantire il futuro del polo industriale e soprattutto dei lavoratori che rischiare di perdere la propria occupazione.”
Fonte: comunicati stampa
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