Sette mesi di attese, di spiegazioni, di ansia. Sette mesi per avere un contributo comunale, previsto da una delibera Regionale, ma che per un’interpretazione personale del dirigente del settore politiche sociali è stato sospeso.
I FATTI
Succede a Portoscuso, comune del Sulcis, dove i familiari di un disabile, affetto da una patologia neurodegenerativa la PSP(Paralisi sopranucleare progressiva), in base alla delibera regionale n. 21/22 del 4 giugno 2019, che prevede “Interventi a favore di persone in condizioni di gravissima disabilità”, si sono visti bloccare i rimborsi mensili previsti dal finanziamento assegnato al congiunto per la figura del “caregiver”. Dal mese di agosto dello scorso anno, senza che i familiari del beneficiario venissero avvisati, il dirigente del settore decide di non autorizzare le mensilità.
La figlia del disabile, consapevole che è quasi consuetudine il ritardo dei pagamenti da parte delle amministrazioni comunali, ha lasciato passare un lasso di tempo ragionevole per poi cercare delle valide spiegazioni sul ritardo delle corresponsioni. Dopo aver cercato, invano, un colloquio con i diretti responsabili, ha dovuto formalizzare la richiesta con una lettera datata 8 marzo scorso ma, nonostante tutto, nessuno si è palesato per motivare l’atto di sospensione. Il 26 marzo, decisa a risolvere la situazione, invia una richiesta di incontro con il segretario comunale, il dirigente del settore, il sindaco, Giorgio Alimonda, l’assessore competente, Sara Marrocu e la responsabile del procedimento. Ma anche questo tentativo è andato vano.
Ci siamo sentiti in dovere come organo di informazione di sentire la versione dei fatti anche dal dirigente del comune che per tutta risposta ci ha inviato una comunicazione, per conoscenza, diretta alla figlia della persona inferma.
Probabilmente i giornalisti non sono graditi, magari potrebbero fare domande scomode.
Nella lettera si specifica di aver richiesto lumi sull’interpretazione della delibera all’assessorato Regionale e al Plus di Carbonia ma che “nonostante l’incertezza interpretativa pur consapevoli della responsabilità amministrativa a cui l’Ente, nella persona dei dirigenti e funzionari responsabili del procedimento, verrà ad esporsi, in considerazione della situazione critica di grave disabilità in cui versa il beneficiario si procederà comunque alla relativa erogazione spettante nelle more dell’acquisizione dei pareri richiesti.” Da notizie informali, acquisite da Ajonoas, sembrerebbe che altri comuni del territorio abbiano liquidato periodicamente i finanziamenti ai legittimi percettori, quindi nel caso di dubbio interpretativo sarebbe bastato interfacciarsi con i colleghi oppure, già da giugno dello scorso anno, chiedere il parere della regione. Invece la prima richiesta alla regione Sardegna viene avanzata dal dirigente solo il 22 marzo 2021, quindi successivamente alla lettera inviata dalla figlia del disabile.
L'ESITO
Un buco di sette mesi in cui nessuno si è preoccupato di informare la famiglia per poi ricordarsi solo su sollecitazione dei diretti interessati. Una storia paradossale dove non si è tenuto conto del dolore di una persona che si è visto privato delle proprie funzioni fisiche a causa del sopraggiungere della grave e irreversibile patologia. Tantomeno si è pensato ai familiari che giornalmente lottano attraverso mille difficoltà per assistere decorosamente il proprio congiunto. Sarebbe bastata anche solo una telefonata per spiegare ai familiari il dubbio amletico che assaliva il meticoloso dirigente e, magari, insieme trovare una soluzione. Invece i malati, le persone in genere, per alcuni dipendenti pubblici sono numeri scritti in un fascicolo e come tali trattati con rigoroso distacco. E se la regione confermasse il diritto al finanziamento? Chi ripagherà queste persone di tutto il tempo perso, dell’affronto subito, dell’aver dovuto combattere per un diritto acquisito sprecando energie che avrebbero potuto donare al familiare malato? E poi: questo risulta essere un caso isolato oppure ci sono altre situazioni simili dove i familiari hanno desistito nel chiedere informazioni? Questo avremmo voluto chiedere al dirigente e ci sarebbe piaciuto avere una risposta, quella che si è evitata inviandoci una lettera per conoscenza, ma ci potremmo accontentare anche di un semplice gesto di scuse verso la famiglia di Portoscuso, per aver creato dolore a chi ne deve sopportare abbastanza tutti i giorni.
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