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Piano carceri: SDR “Detenuti non sono soprammobili da collocare in altre strutture. Se si ha paura dell’ amnistia si riducano subito presenza anziani, malati mente e tossicodipendenti.”

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“Se la concessione di un’amnistia e/o di un indulto fa paura, prima di pensare a Caserme dismesse, dove collocare come soprammobili detenute e detenuti, il Guardasigilli Carlo Nordio e il Capo del Dipartimento si preoccupino di alleggerire le carceri dalla presenza di persone anziane, malate di mente e/o affette da tossicodipendenze”. Lo sostiene Maria Grazia Caligaris dell’associazione
Socialismo Diritti Riforme ODV. “Per le persone private della libertà non servono Caserme ma strutture adeguate con personale psico-educativo ed esperto in psichiatria e tossicologia. Il ricorso alle Caserme non sembra invece una soluzione”.
“La Sardegna, in particolare, si colloca al secondo posto in Italia per il numero di persone private della libertà che hanno superato i 70 anni rispetto a quelle detenute. Gli anziani rappresentano infatti il 3,32% (68 su 2047 reclusi). Al primo posto con il 3,42% c’è l’Abruzzo (63 su 1840). Il dato appare ancora più significativo se si considera che la percentuale nazionale è del 2,02%. Le rispettive percentuali dell’indice di anzianità nelle nostre carceri aumenta se si prende in considerazione la fascia d’età 60/69 anni. Per l’Abruzzo è pari al 13,8% e per la Sardegna all’11,8% mentre a livello nazionale è l’8,1%”. I dati diffusi dalla sezione statistica dell’Ufficio del Capo del Dipartimento che fotografa la situazione al 30 giugno scorso non sono equivocabili. Occorrono interventi significativi e non chiacchiere”.
“Manca il dato per ciascun Istituto di Pena – osserva – ma non è difficile considerare che una presenza importante di anziani è riscontrabile nella Casa Circondariale di Cagliari-Uta, dove si trova il SAI (Servizio Assistenza Intensiva) con addirittura una persona di 89 anni. L’età avanzata riguarda anche i detenuti dell’alta sicurezza, specialmente gli ergastolani come a Oristano Massama.
L’altro dato su cui riflettere riguarda un’altra fetta importante di persone detenute. Ammonta al 3,66% (75 unità) la percentuale di giovani tra 18 e 24 anni. Un dato preoccupante perché spesso fotografa persone con problematiche legate a disagio socio-economico, tossicodipendenze e disturbi della sfera psichica dovuti a sostanze d’abuso”
“Anziché fantasticare su Caserme dismesse i vertici del Ministero della Giustizia valutino meglio i dati e considerino anche la realtà della detenzione femminile. In Sardegna un numero irrisorio di donne (42) che potrebbero scontare la pena in modo alternativo. Duole infine ricordare che la struttura dell’ICAM (Istituto a custodia attenuata per Madri detenute) a Senorbi, mai aperta, può essere utilizzata, con pochi interventi di adeguamento, per accogliere pazienti psichiatrici. Il vero problema – conclude l’esponente di SDR – è che il sistema carcerocentrico fa comodo a tutti.
Superare questa visione comporta un approccio coraggioso che purtroppo non appare all’orizzonte.”

Fonte: comunicato stampa

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