Costume e società

Perché oggi Google ha dedicato il suo doodle a Marsha P. Johnson?

doodle google johnson
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Il doodle è l’immagine che compare di tanto in tanto al posto del logo nella homepage del motore di ricerca. Oggi Google lo ha dedicato all’attivista statunitense per i diritti LGBTQI+, nota per la sua partecipazione alle rivolte di Stonewall del 1969.

Nel 2019 Johnson aveva ricevuto durante il Pride di New York il riconoscimento di “grand marshal” dell’evento.

Il nome con cui venne al mondo il 24 agosto del 1945 in New Jersey era Malcolm Michaels Jr.

Nel 1963 l’allora giovane Malcom si trasferì a New York, andando a vivere nel Greenwich Village, quartiere dove c’era una forte presenza della comunità LGBTQI+. A New York cambiò legalmente il suo nome in Marsha P. Johnson: la lettera P era una risposta, secondo quanto aveva raccontato, a coloro che le chiedevano quale fosse il suo genere sessuale, “Pay It No Mind” (“Non pensarci”).

La storia

Durante quegli anni divenne una delle drag queen più note della città e nel 1969 ebbe un ruolo cruciale nella rivolta di Stonewall. Lo Stonewall Inn era un bar del Greenwich Village frequentato inizialmente solo dalla comunità gay della città e successivamente aperto anche a persone trans e lesbiche. Nella notte tra il 27 e il 28 giugno del 1969 la polizia di New York fece irruzione nel bar per arrestare i frequentatori. Infatti in quel periodo l’omosessualità era considerata un “comportamento deviato” ed era illegale in 49 stati americani. Quella notte molte persone si opposero all’arresto, e si scontrarono con la polizia. Giunsero sul posto migliaia di persone e la protesta proseguì per cinque notti consecutive. Oggi quella rivolta è considerata simbolicamente come il momento di nascita del Pride, l’Orgoglio omosessuale, celebrato ogni anno nel mese di giugno, e lo Stonewall Inn è diventato il primo monumento nazionale americano legato alla comunità LGBTQI+. Johnson è stata considerata da molti come una delle persone che diedero inizio alle rivolte. Lei ha sempre smentito. Nel 1970 fondò con l’attivista Sylvia Rivera il movimento STAR (Street Transvestite Action Revolutionaries), la prima organizzazione negli Stati Uniti guidata da una donna trans e nera.

Purtroppo l’epilogo della sua storia è molto triste. Infatti negli anni successivi ebbe problemi di salute mentale e visse per strada prostituendosi.  Il 6 luglio del 1992 il suo corpo fu trovato mentre galleggiava nel fiume Hudson. La polizia dichiarò la morte per suicidio archiviando il caso. Ma c’è chi è convinto che Johnson fu assassinata.

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