Cagliari

Perché la protesta degli agricoltori sardi è sacrosanta

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CAGLIARI – È un periodo di grandi defibrillazioni per il mondo dell’agricoltura sarda. Lo scorso febbraio il sindaco di Carbonia, Pietro Morittu, ha partecipato alla protesta di Coldiretti tenutasi a Cagliari. Il primo cittadino è voluto scendere in campo al fianco di questa celebre organizzazione “per dire grazie ad agricoltori, allevatori e imprenditori del settore che con il loro lavoro garantiscono quotidianamente a tutti noi prodotti genuini e di qualità sulle nostre tavole”. Morittu ha elogiato i lavoratori che “davanti alle tante difficoltà non si sono mai fermati. Ed ora tocca a noi supportarli per superare una burocrazia intollerabile che li danneggia, oltre al caro-prezzi incontrollato che li sta mettendo in ginocchio. Il settore agroalimentare sardo è una forza da tutelare e valorizzare e merita di essere ascoltato”.

Dice bene, il sindaco di Carbonia: d’altronde, anche Copagri Sardegna nelle scorse settimane è intervenuta per esprimere la propria non condivisione dei parametri definiti dalla Regione sui ristori alle aziende zootecniche: “Abbiamo apprezzato – afferma Ignazio Cirronis, presidente regionale di Copagri Sardegna –  che le organizzazioni agricole siano state sentite in merito alle procedure da adottare per la concessione  dei ristori al comparto zootecnico previsti dalla legge di stabilità 2022, ma la  decisione finale che è stata assunta dalla Regione accoglie solo in parte le nostre proposte.

E ancora: “Condividiamo l’esigenza di applicare procedure semplificate che consentano di impegnare le somme entro il 30 giugno, come obbligatoriamente previsto dalla normativa comunitaria e, va bene stabilire, come da noi proposto, una soglia di ingresso legata ad un parametro oggettivo quale il Reddito Lordo Standard aziendale, già vigente per le misure di investimento PSR, limitando  i ristori a chi possiede un RLS non inferiore  a 15.000 euro”.

L’assessore regionale all’agricoltura, Gabriella Murgia, ha replicato che “le soglie di ingresso per accedere alle sovvenzioni per le aziende zootecniche sono state così stabilite per non diluire eccessivamente l’aiuto alle imprese tanto da renderlo poi non adeguato a coprire il danno che gli eventi in corso stanno producendo”. E non c’è motivo di non crederle. Tuttavia bisogna continuare a non abbassare la guardia, per tutelare il lavoro – preziosissimo – di questi operatori.

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