Disprezzati, offesi, derisi e considerati "furbetti" e vigliacchi. Ecco i nuovi termini attribuiti ai docenti.
Vigliacchi, vacanzieri, furbetti, scansafatiche, ruba stipendi. 4 mesi e sottolinea “quattro mesi di semi vacanza”. Eccolo qui, un altro opinionista che non ha cognizione di causa. Nessuna indagine, nessuna fonte se non quella di usare la polemica e l’offesa per far discutere di sé e del suo giornale. Un quotidiano chiamato proprio Il Giornale, fondato nel 1974 da Indro Montanelli, di orientamento liberale e conservatore e soprattutto indipendente dai partiti politici. Cosa che ovviamente è sfuggita di mano con la presa di Silvio Berlusconi, diventando un giornale fortemente di centro-destra. Negli anni Il Giornale, ha visto direttori alternarsi in editoriali non sempre degni di definirsi tali. Scritti da dei giornalisti che scrivono di pancia e che i lettori e non solo, hanno iniziato a identificare poco seri. Perché il giornalista può scrivere, può avere un’opinione, ma deve assolutamente per prima cosa raccontare i fatti. Fatti che il Signor Sallusti, si è ben guardato dal fare.
Infatti il 2 giugno, mentre l’Italia festeggiava la Repubblica, in un articolo, Sallusti mette alla gogna i docenti denigrandoli con terminologie alquanto discutibili e prive di fondamento.
Perché tanta rabbia?
Ma cerchiamo di capire cosa ha urtato Sallusti. Cosa gli ha provocato tanta rabbia nei confronti dei Professori?
Come si legge nel suo articolo “A pochi giorni dall’inizio degli esami di maturità migliaia di professori stanno cercando di evitare la rottura di dover tornare al lavoro dopo quattro mesi di semi vacanza. Sono in talmente tanti a marcare visita che in alcuni istituti l’esame è addirittura in forse. C’è chi fugge per paura del virus e chi è già scappato in vacanza e non ha alcuna intenzione di interrompere il buen retiro.”
Già. Forse l’esame salterà, forse qualche furbetto c’è, forse e ancora troppi forse echeggiano come a voler in qualche modo denigrare una classe lavoratrice che negli ultimi anni continua ad essere beffeggiata, derisa, offesa da opinionisti e giornalisti poco seri (ricordiamo anche l’intervento poco felice sulle maestre da Maurizio Costanzo durante una trasmissione radio di pubblico servizio). Ma forse non tutti sanno che i docenti non sono andati in ferie per quattro mesi anzi. Hanno lavorato molto di più. Hanno impiegato tempo e risorse personali, trascurando figli e famiglie per rimodulare tutto il loro modo di fare didattica. Ecco se si vuole fare un’indagine seria, bisognerebbe intervistare i figli, i consorti e tutti i familiari degli insegnanti. Allora sì che si potrebbe avere qualcosa sulla quale discutere.
I docenti non sono eroi
Il paragone che Sallusti fa tra la classe docente e i medici o gli infermieri che hanno combattuto durante l’emergenza epidemiologica salvando vite umane, raggiunge l’apice dell’euforia nel suo monologo.
Ma lo sa Sallusti che lungi dai docenti volersi definire eroi? Anche se gli consigliamo fortemente di farsi un giro in certe realtà scolastiche italiane dove c’è veramente da essere eroi per andare a lavorare in certe classi.
Ma soprattutto chi ha mai detto che gli insegnanti devono essere per forza degli eroi? È come se si dovessero paragonare i giornalisti che fanno gli inviati di guerra con quelli che stanno seduti alla scrivania a scrivere di argomenti non conosciuti come fa Sallusti.
Conclusioni
Concludendo, in ogni categoria ci sono i fannulloni, ma bisogna stare attenti quando si scrive “Mi sarei augurato che l’Italia avesse anche una compatta classe di professori eroi, disposti cioè a qualunque costo e in qualunque situazione, anche la più disagiata e rischiosa, ad essere esempio ai loro studenti e riscattare con dignità e altruismo una stagione di studio compromessa dal virus, perché l’emergenza educativa non è inferiore a quella sanitaria.
E invece purtroppo ci ritroviamo con una categoria di insegnanti non tutti ma pur sempre troppi che si attacca ai diritti più cavillosi compreso quello di non dover avere nessun dovere, né professionale né etico; che rivendica chissà quali garanzie, che nella sostanza non ha voglia di lavorare neppure in emergenza pur sapendo di avere lo stipendio assicurato (o forse proprio perché sa di averlo); che ha il coraggio, in una situazione così difficile, di arrivare a dichiarare sciopero.”
Perché alimentare disprezzo verso un’intera categoria porta sempre all’odio. Sicuramente il “direttore” si è scordato che sono i professori che hanno formato medici, infermieri, e tantissime altre classi di lavoratori, compresa la sua.
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