Anni fa, all’inizio della mia carriera scolastica, quando si valutavano e non si quantificavano le competenze dei bambini con le prove INVALSI, già allora, si ragionava sui possibili benefici della frequenza obbligatoria della scuola materna, nei due anni precedenti all’ingresso in prima elementare.
Invece, questa proposta di obbligo dai 3 anni, di pochi giorni fa, al Meeting di Rimini, è stata contestata e tacciata come anacronistica e in perfetto “Stile sovietico”.
Eppure, penso sarebbe utile aprire un dibattito serio su questa proposta, riconoscendo il valore della formazione pre-scolare in uno spazio neutro, dove si gioca e si lavora insieme, e insieme si cresce e si riducono i divari socio-culturali.
Da più parti, le argomentazioni contrarie, sono soprattutto in relazione agli investimenti per le infrastrutture e il personale, piuttosto che per la bontà della proposta.
Quindi, una sporca questione di soldi.
Chiudere l’obbligo scolastico a 18 anni?
Se per obbligo si intende che ogni studente deve raggiungere sempre e comunque, il “successo formativo” senza linee nette fra chi studia costantemente e merita il “successo” e chi rimanda alla fine dall’anno scolastico, il recupero delle materie, allora, no grazie!
Meglio investire in altro modo. Anche imparare un mestiere e lavorare è onorevole.
Il passaggio, da una classe all’altra senza soluzione di continuità è un diritto. Il “Successo formativo”, è garantito da una riforma del 1999 del ministro Berlinguer. Altre, successive, l’hanno rafforzata e oggi, il ricorso a insegnanti e insegnamenti personalizzati è un diritto acquisito da alunni e genitori, che di fronte a ostacoli o a difficoltà di apprendimento, usano questo scudo per proteggere i loro figli dall’ “INsuccesso scolastico”.
Ecco una pillola avvelenata per la nostra scuola! Invece di chiedere rigore e impegno a studenti e docenti e meno ingerenza ai genitori, contribuiamo tutti insieme allo sfascio.
Per una volta remiamo tutti nello stesso verso!!!
Eppure, il valore della scuola è ampiamente riconosciuto. A tutti piacciono i titoli e le corone, ma senza fatica! Come la tv insegna, risultati immediati e senza sforzo in tutti i campi: 2 lauree contemporaneamente senza troppi sforzi; diploma in un anno e 4 anni in 1, da casa; diete miracolose, senza sacrifici; forme perfette in una settimana prima della prova costume, è così per ogni obiettivo da raggiungere.
Paghi per essere beffato. Paghi per un titolo che ha il solo valore della carta.
Quasi sempre i risultati sono proporzionali alla cura, alla dedizione e al tempo che dedichiamo per raggiungere lo scopo.
«Chi non studia in gioventù se ne pentirà amaramente nella vecchiaia. Torna agli studi, caro Giovanni, e vi troverai tutti i beni possibili. Non pigliarti a male se ti parlo col cuore alla mano, perché ti voglio bene, e uso dire tutto in faccia, e non adularti come molti» da un tema di Antonio Gramsci.
E ancora: Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la vostra intelligenza.
Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il vostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la vostra forza».(1919).
Gramsci parla di istruzione, ma anche di entusiasmo, di forza e di impegno. Sostantivi sostanziali da riscoprire e perseguire.
L’educazione, l’istruzione e i risultati che ne conseguono sono frutti tardivi e senza garanzia di una perfetta riuscita.
Sulla scuola, un tempo presidio educativo socialmente riconosciuto, declassata e indebolita nella sua azione e funzione sociale, continuano a ricadere le aspettative di tutti. L’istituzione che ci ha guidato verso il progresso, azzoppata e resa poco efficace dai continui tagli, dall’introduzione di pseudo riforme a costi zero, da modifiche e interventi che riducono e facilitano i programmi, livellando la formazione sempre più in basso. È stato bandito l’insuccesso. Mascherato il disimpegno. Ogni difficoltà ha la sua sigla, etichette indelebili, stampate per sempre sui ragazzi. Sigle che demotivano e ostacolano lo studio e il superamento dei propri limiti. Sigle che mettono gli insegnanti in condizioni di non nuocere con voti insufficienti. Sigle per rassicurare i genitori, che optano per percorsi facilitati!
Ovviamente non parlo di disabilità, ma di difficoltà che a casa mia, si superavano sedendosi a studiare .
Questo periodo di pandemia da covid, ha fatto cadere il velo pietoso che ancora celava la vergognosa decadenza del nostro sistema scolastico.
Peccato! Un tempo eravamo considerati un’eccellenza. I nostri studenti, le nostre scuole e università, le migliori!
Sempre più arrivano all’università che ancora sbagliano concordanze e verbi, oltre ai banali errori di ortografia. I test a crocette a scelta multipla affiancano e sostituiscono i cari e preziosi testi scritti, con i quali si esprimono pensieri e concetti.
Com’è che siamo arrivati a questo disastro scolastico?
Questi continui richiami a una scuola facile senza impegno, sta compromettendo il futuro dei nostri giovani, la loro formazione e visione del mondo. Oggi, tutto sembra essere a disposizione, senza fatica come il “successo formativo” per diritto di nascita, allegato allo stato di studente.
I genitori dovrebbero ripensare al valore del loro ruolo e affiancare la scuola, supportando e guidando i loro figli verso traguardi sempre più alti.
La scuola va ripensata e adeguata alle nuove esigenze. I supporti tecnologici multimediali e interattivi validissimi, introdotti in ambienti datati, monocromatici, poco stimolanti, non adeguati alle nuove generazioni o l’acquisto dei banchi a rotelle monoposto, per la gioia dei ragazzi non possono passare per innovazione!
Soldi spesi per la scuola che non hanno introdotto innovazione, non ne hanno modificato la funzionalità né l’aspetto. Il continuo e inesorabile precipitare del nostro sistema scolastico sembra continuare la sua caduta nel silenzio assordante di tutti: cittadini e istituzioni.
L’educazione non paga subito, è un risultato a lunghissimo termine, per il quale servono fondi, insegnanti motivati, preparati e ben pagati per il lavoro che svolgono. L’introduzione della figura del “docente esperto”nel panorama scolastico, che darà diritto ad un assegno annuale ad personam, sembra essere un ulteriore schiaffo alla professionalità del corpo docente, squalificato, umiliato e sottopagato.
Bisogna smettere di umiliare la scuola, che ha mille difetti, ma gli interventi che ogni volta si propongono offendono e minano l’autostima di tutti questi professionisti.
I minori sono pochi e non votano. Per loro non si fa abbastanza! Meglio parlare ai pensionati che sono tanti!
I minori sono il futuro da realizzare. Dobbiamo investire con risorse economiche e umane e scommettere su di loro.
L’educazione non ha confini e tutto è utile alla crescita, ma ci vuole visione. Bisogna elevarsi per guardare oltre, perché come dice Antoine de Saint-Exupéry nel libro “Il piccolo principe”: “L’essenziale è invisibile agli occhi”.
L’educazione non è tangibile, ma necessaria, essenziale.
Di Chiara Bellu
Comment here