700 caschi con visiere protettive contro il Covid-19 prodotte con stampanti in 3D
Ai tempi del COVID-19, la fantasia e la creatività del popolo sardo, sta lasciando il segno. Come sempre. Se poi la creatività diventa “opera di bene”, tutto si trasforma in una favola affascinante che ci fa ancora sperare che l’uomo possa essere “buono”.
Le restrizioni costringono la maggior parte della popolazione in casa. Ma là fuori c’è chi combatte in prima linea quello che i bambini hanno identificato come il “mostriciattolo dispettoso che li tiene lontano dai loro amici e dalle maestre”. Sono i corrieri, i cassieri dei supermercati, gli autisti degli autobus, le forze dell’ordine e anche gli organi di stampa. Poi ci sono quelle figure che non vogliono essere chiamate eroi “perché quello è il loro lavoro”. Sono i medici e gli infermieri che ci accolgono per primi negli ospedali.
La lieta notizia
Ed è così che, proprio qualche giorno prima di Pasqua, una lieta notizia, arriva grazie alla creatività di un team particolare. Un infermiere e un tecnico informatico con una buona idea, materiali e stampanti 3D fanno di necessità virtù e producono 700 caschi con visiere protettive contro il Covid-19. Alla realizzazione di questo progetto si sono unite le donazioni economiche volontarie degli Agenti di Polizia della Questura di Oristano, i materiali messi a disposizione dalla sede cittadina di Bricofer e i mezzi dell’Istituto Tecnico Industriale. Tutto è nato dalle esigenze percepite nell’Ospedale di San Martino, nella città di Oristano.
Tutti possiamo fare qualcosa
I primi 150 dispositivi di protezione sono già stati consegnati all’Ospedale San Martino di Oristano. I prossimi saranno destinati agli altri ospedali della Sardegna. Il tecnico informatico del San Martino, Andrea Zucca, in un nota ha detto:
“Finché le stampanti reggono, andiamo avanti. Non solo per gli ospedali, ma anche per le Forze dell’Ordine e per tutte quelle persone che sono a rischio contagio Covid19. Possiamo fare molto se collaboriamo. Il dispositivo sarà utile anche oltre l’emergenza momentanea”.
Un progetto reale che ha dimostrato che tutti possiamo fare qualcosa.
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