A Uta due giorni fa scoppia la polemica sui social per la consegna di un pacco contenente “cibi scaduti”, mittente i Volontari del Gruppo Caritatevole di Santa Maria che si occupano da anni in città di distribuire pacchi di alimenti per i meno abbienti.
Sulla vicenda è immediatamente intervenuto Don Roberto Maccioni, parroco della Parrocchia di Santa Giusta che ha pubblicamente e umilmente risposto fornendo tutti i chiarimenti riguardo ai prodotti con “marche strane” o “scaduti” distribuiti sul territorio alle famiglie che possono per fascia di reddito farne richiesta.
Il programma operativo volto all’erogazione dei prodotti alimentari a favore delle famiglie in difficoltà.
L’ AGEA
(Agenzia Ministeriale per le erogazioni in agricoltura) stabilisce di fatto le modalità operative per l’attuazione del programma finanziato dal FEAD, la legge di riferimento è la n.166 del 19 agosto 2016 (GU Serie Generale n.202 del30-08-2016). La presente legge persegue la finalità di ridurre gli sprechi per ciascuna delle fasi di produzione, trasformazione, distribuzione e somministrazione di prodotti alimentari, farmaceutici e di altri prodotti, attraverso la realizzazione dei seguenti obiettivi prioritari tra cui al punto a) favorire il recupero e la donazione delle eccedenze alimentari a fini di solidarietà sociale, destinandole in via prioritaria all’utilizzo umano.
In Italia, secondo la ricerca “Surplus Food Management Against Food Waste” sono 6 milioni le tonnellate di cibo prodotte in eccedenza in un anno lungo la filiera agroalimentare italiana, dai campi al consumatore finale, di cui 5,1 milioni divengono spreco. Le eccedenze alimentari, intese come cibo adatto al consumo ma che per varie ragioni non viene venduto o consumato sono un costo non solo sociale, ma anche economico ed ambientale.
Il cibo è un dono, no allo spreco
Queste eccedenze grazie ad una capillare rete organizzativa arrivano dal produttore nelle case delle famiglie bisognose attraverso organizzazioni pubbliche, private e di volontariato come Il Banco Alimentare.
A volte si tratta di prodotti che possono avere la data di scadenza superata, ma accompagnati da certificazione
del ministero che attesta che possono essere “consumati” oppure sono alimenti “non vendibili” in quanto possono riportare un’anomalia dell’imballaggio o l’etichetta presenta un errore tale da non poterli immettere nel mercato regolare.
Va comunque chiarito che vi è una differenza sostanziale tra “data di scadenza” e “TMC”, quest’ultimo non rappresenta un termine entro il quale il prodotto deperisce bensì una data entro la quale un alimento potrebbe perdere le sue proprietà organolettiche.
Abbiamo chiesto a Don Roberto come avviene la distribuzione degli aiuti alle famiglie bisognose di Uta
“Grazie al progetto che da anni porta avanti con successo il Gruppo Caritatevole di Santa Maria, che ho personalmente sostenuto fin dal mio arrivo alla Parrocchia di Santa Giusta, aiutiamo circa 70 famiglie a Uta. In questo particolare e difficile momento che stiamo attraversando a causa dell’emergenza sanitaria Coronavirus, le richieste da parte di cittadini sono aumentate, a causa della chiusura delle attività molti non hanno perso anche se temporaneamente il lavoro”.
“I fantastici volontari del gruppo- continua Don Roberto- ai quali va il mio ringraziamento, collaborano con i Servizi Sociali del Comune, che filtra le richieste delle famiglie in difficoltà e le approva sulla base dell’effettivo stato di necessità, nonché con il Banco Alimentare di Selargius (che aderisce al progetto ministeriale) dal quale si riforniscono settimanalmente”
“Successivamente viene smistata la merce e vengono preparati i “pacchi aiuto” – continua Don Roberto – che oltre agli alimenti contengono copia delle certificazioni dei prodotti che presentano qualche “anomalia”. Le strutture caritative come quella di S.Maria non si sono mai fermate, i volontari hanno messo la “mascherina”
ma hanno continuato a donare con il cuore le loro energie ed il loro tempo a favore della nostra comunità, sono fiero di essere al loro fianco”
Il Banco Alimentare, che assiste attraverso i suoi 21 punti regionali e 7.500 le strutture caritative in Italia oltre un milione e mezzo di poveri ogni giorno, sta ricevendo in media in questi giorni il 20% delle richieste di aiuto in più a causa dell’emergenza.
Lo ha riportato in una nota recente la Ministra Teresa Bellanova: “Bisogna provvedere subito a un coordinamento per l’assistenza alimentare agli indigenti, ancora oggi migliaia di volontari insieme agli enti caritativi in tutta Italia stanno garantendo il sostegno ai più deboli”.
“Dobbiamo essere al loro fianco e rafforzare in ogni modo la loro azione- continua Bellanova- come Ministero stiamo lavorando per aumentare subito le quantità di cibo da distribuire, ma serve uno sforzo collettivo istituzionale mai fatto prima”.
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