Il documentario Oltre il Mare nasce per raccontare il fenomeno dell’emigrazione sarda nel centro Italia, soffermandosi non solo sulla memoria dei pionieri ma raccontando le seconde e terze generazioni e restituendo uno spaccato del processo di integrazione nel territorio in cui sono nati e vivono.
Oltre Il mare vuole offrire uno sguardo puro su un fenomeno storico e sociale, senza giudizi o retoriche vittimistiche, un racconto delle sfide che i sardi emigrati di seconda e terza generazione si trovano a vivere oggi nel mondo agropastorale del terzo millennio.
Attraverso le storie delle persone, i racconti delle loro giornate di lavoro, i sogni e le sfide che sono pront* ad affrontare, il documentario non vuole dare una ricetta o una spiegazione al fenomeno, peraltro in continua evoluzione, ma osserva gli attori e si lascia guidare dalle loro storie.
File rouge della narrazione che lega le storie delle tre generazioni è la grande resilienza che ne caratterizza le esperienze pur in epoche e contesti completamente differenti. Indipendentemente dal luogo geografico e dal periodo storico, ognuna delle persone intervistate mostra il coraggio e la forza di affrontare delle sfide che si tramanda da una generazione all’altra e che si evolve nel contesto dei tempi che cambiano.
Le storie si snodano tra Toscana, Lazio, Umbria e Abruzzo tra gli anni 60 e l’epoca presente.
Lo stimolo è partito dal Circolo Peppino Mereu, che in passato aveva già fatto delle ricerche sul fenomeno ma mai utilizzando il supporto audiovisivo. Con la creazione di un comitato scientifico sono state individuate le famiglie da intervistare nei territori della Toscana, Lazio, Umbria e Abruzzo.
Per la realizzazione del docufilm è stata fondamentale la ricerca realizzata negli anni 90 dai prof. Piergiorgio Solinas, Pietro Clemente e Sandra Becucci, perchè in parte si è riusciti a intervistare le stesse famiglie portando avanti la ricerca a partire dai dati già raccolti.
I Circoli hanno svolto un ruolo fondamentale nell’individuare e facilitare le interviste. Gli attori sono stati contattati e coinvolti nel progetto dai circoli che hanno saputo acquistarne la fiducia.
Il regista ha cercato di raccontare il viaggio compiuto dalla troupe, in cui si è venuti in contatto con tante storie diverse ma caratterizzate da aspetti comuni. Per la realizzazione delle interviste, insieme con il comitato scientifico è stato preparato un canovaccio di domande da sottoporre agli attori. In una prima fase è stata abbozzata una scaletta partendo dai dati raccolti nelle ricerche sopra citate.
Si è scelto di offrire un racconto spontaneo realizzando le interviste in un’unica sessione per famiglia senza costruire la scena o ripetere gli incontri così da trasferire nell’opera un racconto completamente autentico e spontaneo. Man mano che si andava avanti e si acquisivano dati nuovi e differenti, la visione del progetto si è evoluta; da una prima suddivisione netta in capitoli si è poi optato per un racconto fluido che si snoda attraverso le diverse esperienze dei protagonisti.
Il documentario ha offerto un’occasione di riflessione sul senso profondo dell’esperienza di emigrazione e di lavoro come realizzazione dell’individuo attraverso le voci dei protagonisti.
di Irio Pusceddu – Regista
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