NAPOLI – Cresciuto in giro per il mondo in un ambiente pieno di stimoli culturali al seguito dei suoi genitori, entrambi artisti di strada, fino al trasferimento a Napoli (della quale omaggia il quartiere Santa Chiara con il proprio nome d’arte), Santachiara raggiunge la terza tappa del suo viaggio verso il nuovo progetto discografico in uscita a maggio con la pubblicazione del singolo “Nina” (Carosello Records/SuoniVisioni), da venerdì 21 aprile in streaming e su tutti i digital store. Il nuovo singolo arriva dopo la pubblicazione dei precedenti “le cose che non dici mai” e “colpa dei no” che lo hanno portato a essere inserito in tutte le principali playlist indie-pop del momento.
“NINA” conferma l’impronta cantautorale di SANTACHIARA che delinea la propria cifra stilistica grazie a testi ricchi di immagini, giochi di parole, citazioni e riflessioni introspettive che si riversano in un crossover unico tra quelli che sono i generi di riferimento assimilati negli anni dall’artista, quindi il cantautorato italiano, il rock, il rap, la musica urban e quella classica. In un incontro tra sonorità sintetiche e strumenti suonati, “NINA” ritrae nel dettaglio i tratti di una ragazza che è in realtà capace di impersonificare un’intera generazione, rendendo universale ciò che a primo ascolto può sembrare estremamente specifico e individuale:
«”Nina” è un po’ il contrario di “Albachiara” di Vasco Rossi. È una canzone che parla di sentirsi compresi nella solitudine, profondamente soli ma tutti insieme. Per farlo, racconta di una ragazza che è figlia della sua epoca, incontrollabile e affascinante nel suo modo di essere sempre fuori dagli schemi. Co-scritta e prodotta da Andrea Bonomo, che è riuscito a comprendere fin da subito il senso della canzone, ha dei suoni acidi che contrastano con gli strumenti suonati. È una delle poche volte in cui mi ritrovo a scrivere in terza persona, come se fossi un semplice spettatore della follia e della bellezza di “nina”, incredibilmente unica e allo stesso tempo molto simile a tutti noi», racconta Santachiara.
Comment here