Paolo Maldini, con una dichiarazione all’Ansa, ha lanciato un duro attacco al probabile prossimo responsabile dell’area sportiva del Milan: “Non avendo mai parlato con Rangnick non capisco su quali basi vertano le sue dichiarazioni, anche perché dalla proprietà non mi è mai stato detto nulla. Alcune considerazioni secondo me però vanno fatte, il tecnico tedesco infatti, parlando di un ruolo con pieni poteri gestionali sia dell’area sportiva che di quella tecnica, invade delle zone nelle quali lavorano dei professionisti con regolare contratto. Avrei dunque un consiglio per lui, prima di imparare l’italiano dovrebbe dare una ripassata ai concetti generali del rispetto, essendoci dei colleghi che, malgrado le tante difficoltà del momento, stanno cercando di finire la stagione in modo molto professionale, anteponendo il bene del Milan al proprio orgoglio professionale”. Paolo Maldini è uscito quindi allo scoperto, attaccando piuttosto duramente Ralf Rangnick, colpevole di essere irrispettoso e chiacchierone. Per la seconda volta il direttore tecnico del Milan parla apertamente del tecnico tedesco dopo l’intervista rilasciata a Sky e datata 22 febbraio (“Rangnick? Ho letto. Sinceramente, da direttore dell’area sportiva, con il dovuto rispetto, non credo che sia il profilo giusto da associare al Milan”).
La proprietà era stata piuttosto precisa, invitando tutti i propri tesserati a concordare le strategie mediatiche, ma questo caso specifico è difficilmente equiparabile a quanto accaduto ormai tre mesi fa con Zvonimir Boban. Si presuppone peró che l’invettiva di Paolo non sia stata del tutto gradita ai vertici della società rossonera.
In attesa del tanto atteso incontro con Ivan Gazidis, quello di Maldini sembra un deciso passo verso la separazione. Se le chance di permanenza erano poche, ora sono quasi nulle. La proprietà ha sempre imputato alla dirigenza il disastro di mister Giampaolo, ed inoltre non sono state gradite alcune esternazioni a mezzo stampa né la scarsa propensione ad assumersi le responsabilità nei momenti più critici della stagione. Adesso non resta che attendere la modalità con la quale si consumerà la separazione, se con dimissioni o con un accordo di divorzio.
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