ROMA – “Situazione mercato resta positiva, non si intraprendano strade che rischiano di essere controproducenti” afferma Luca Rigotti, Coordinatore del settore vino di Alleanza Cooperative, che continua: “La situazione di mercato per il settore vino, nonostante le difficoltà legate ai rincari resta ancora positiva, sebbene ci attendiamo nel prossimo futuro una minore dinamicità e maggiori incertezze legate all’attuale quadro geopolitico ed economico. Occorre tuttavia attendere la chiusura della campagna vendemmiale e ragionare su dati consolidati, evitando di intraprendere in maniera affrettata strade e misure che rischierebbero di non essere risolutive, anzi controproducenti”.
I dati mostrano che a livello comunitario la produzione di vino è al di sotto dei valori medi degli ultimi 5 anni e gli stock iniziali sono inferiori di 1 punto percentuale rispetto allo scorso anno. Non solo. I numeri del commercio estero, relativi al periodo gennaio-luglio 2022, rappresentano una situazione sostanzialmente stabile in termini di quantità vendute su base annua, ma con un incremento a doppia cifra rispetto al valore (+13% rispetto allo stesso periodo dell’anno).
“Ciò non toglie che – ha detto Rigotti – ci siano forti preoccupazioni per la congiuntura internazionale che costringe le imprese vitivinicole a confrontarsi sul mercato partendo da una situazione di notevole aggravio per via dell’aumento dei costi di tutti i fattori produttivi. L’incremento registrato in termini di valore non consente infatti neanche di coprire i maggiori costi di produzione ed è qui che occorre lavorare per fare in modo che i produttori, che finora hanno sostenuto e assorbito gli aumenti, non soccombano sotto la pressione dei rincari”.
“Il settore vitivinicolo – ha ricordato Rigotti – si è dimostrato dinamico e capace di recuperare la crisi e mantenere i livelli di occupazione anche durante il periodo più buio della pandemia. Ora, per il futuro e la vitalità del settore, risulta sempre più determinante l’impatto dei costi dell’energia, della logistica e dei materiali divenuti ormai insostenibili e che vanno al più presto normalizzati attraverso l’urgente adozione di misure efficaci. Oltre ad incidere sulla remunerazione dei soci, l’aumento dei costi mette infatti a rischio in molti casi la sostenibilità economica stessa delle imprese vitivinicole. Una volta gestita l’emergenza, sarà poi necessario ragionare su processi di innovazione e riorganizzazione del settore, in grado di ridurre i costi di esercizio e creare valore”.
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