ROMA – Giorgia Meloni incontra a Palazzo Chigi il cancelliere tedesco Olaf Scholz, con cui ci sono “rapporti intensi”, ma intanto lavora alla missione che domenica la porterà nuovamente (dopo la visita ‘lampo’ di martedì scorso) a Tunisi, questa volta insieme alla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen e al primo ministro olandese Mark Rutte. Il rapporto con la Germania, non sempre facile, è fondamentale per l’economia italiana, ma soprattutto in vista delle principali partite a livello europeo, a cominciare dalla questione dei migranti e dalla revisioni del Patto di stabilità.
Per quanto riguarda il primo punto, già in una intervista pubblicata ieri mattina dal ‘Corriere della Sera’, il cancelliere si era detto convinto che “non possiamo lasciare l’Italia e gli altri Paesi da soli”. Nel punto stampa al termine dell’incontro, Meloni rivendica il lavoro “straordinario” che l’Italia fa “abbastanza in solitudine” per salvare vite nel Mediterraneo, e la Germania, assicura, conosce l’importanza dei Paesi “di frontiera”. Il punto, però, per lei, è che il tema non è la redistribuzione tra i partner ma la “difesa dei confini esteri” e la collaborazione con i Paesi di partenza. Di questo occorre tenere conto anche nel Patto Ue su immigrazione e asilo di cui si discuteva a Lussemburgo.
Un Patto su cui l’Italia ha fatto alcuni rilievi, ma Meloni assicura che “stiamo lavorando per cercare delle soluzioni, per arrivare a un punto di accordo” anche se “bisogna dare attenzione ai Paesi maggiormente sotto pressione”. Sulla questione migranti, Scholz non sembra sbilanciarsi, dicendosi “fiducioso in una risposta comune europea”. Per far questo però, precisa, forse proprio riferendosi all’Italia, “puntare il dito gli uni contro gli altri non aiuta, occorre cooperare”. Per l’Italia, nell’ottica di limitare i flussi, è prioritaria la stabilizzazione della Tunisia e per questo domenica Meloni sarà nuovamente nella capitale africana, per una visita durante la quale saranno portate al presidente Saied “delle proposte, un pacchetto di iniziative di cooperazione e sostegno” che “può essere anche propedeutico a chiudere l’accordo con il Fmi su cui continuiamo a lavorare”. Se la crisi tunisina deflagrasse, è la preoccupazione del governo, si creerebbe un effetto “domino”, con un incremento delle partenze potenzialmente incontrollabile.
Altro tema al centro del confronto la riforma del Patto di Stabilità e crescita. La Germania ha posizioni abbastanza lontane da quelle italiane sul tema e Scholz, nella sua dichiarazione, non sfiora la questione. Meloni, però, assicura che “siamo d’accordo che le vecchie regole sono superate e che le nuove devono tenere conto della competitività dei nostri sistemi”. La premier – non è una novità – chiede un nuovo Patto “che guardi molto al sostegno alla crescita”. Sul piano bilaterale, Germania e Italia hanno due economie strettamente interconnesse e “collaboriamo molto bene”, garantisce il cancelliere. E che gli interessi siano “convergenti”, per la presidente del Consiglio, è dimostrato anche dall’accordo per la cessione del 41% di Ita a Lufthansa. La collaborazione tra i due Paesi è destinata a crescere, con la firma del Piano d’Azione Italia-Germania su cui è stata raggiunta un’intesa e che dovrebbe essere siglato nel prossimo vertice intergovernativo che si terrà in Germania entro fine anno.
“Il Piano di azione – spiega la premier – intende rendere ancora più regolare e intenso il nostro dialogo bilaterale, sul piano politico e a livello tecnico. Cosa che ci permetterà di lavorare con un approccio pragmatico su molti temi di importanza fondamentale: l’innovazione, la ricerca, lo sviluppo, il mercato del lavoro, la coesione sociale, la crescita ecologicamente sostenibile, sia in ottica bilaterale che come coordinamento delle nostre posizioni in ambito europeo e internazionale”. Anche l’energia è un capitolo su cui gli interessi convergono: Roma e Berlino, insieme all’Austria, collaborano al progetto SoutH2 corridor per l’idrogeno verde. Sintonia, naturalmente, sull’aggressione all’Ucraina. “La compattezza europea è un punto di forza, Putin ha sottostimato l’Europa: tutti assieme siamo a fianco dell’Ucraina”, ribadisce Scholz a cui fa eco Meloni: “Il nostro sostegno alla causa Ucraina non è in discussione”.
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