ROMA – “Berlusconi è stato un grande leader politico che ha segnato la storia della nostra Repubblica, incidendo su paradigmi, usi e linguaggi”. Queste le parole scelte da Sergio Mattarella per ricordare Silvio Berlusconi scomparso oggi a 86 anni. E’ il riconoscimento di un ruolo e di un valore nei confronti di quello che è stato da sempre un avversario politico per l’attuale presidente della Repubblica. E il tributo ad un uomo che ha saputo “combattere” la sua malattia “con coraggio ed esemplare ottimismo”.
Due concezioni della politica e del governo del paese diametralmente opposte quelle di Berlusconi e Mattarella come si vide fin dal 1990 quando l’allora ministro dell’istruzione della Dc si dimise dall’incarico per protestare contro la fiducia posta dal governo Andreotti di cui faceva parte sul disegno di legge Mammì di riassetto del sistema radiotelevisivo, che cristallizzava di fatto la condizione di duopolio, legittimando la posizione dominante del gruppo televisivo Fininvest di Silvio Berlusconi.
Negli anni ’90 Mattarella fu altrettanto deciso nel respingere il tentativo di alcuni suoi alleati ex Dc di avvicinarsi al partito che Berlusconi stava fondando. Insomma schierò i Popolari con il centrosinistra. Era il congresso del 1994 e si oppose alla candidatura di Rocco Buttiglione alla segreteria del partito, respingendo la proposta di allearsi con il Polo della Libertà.
In quella occasione definì ‘un incubo irrazionale’ l’ipotesi che Forza Italia potesse essere accolta nel Partito Popolare Europeo. Oggi però Mattarella ammette che Berlusconi “ha progressivamente integrato il movimento politico da lui fondato nella famiglia popolare europea favorendo continuità nell’indirizzo atlantico ed europeista della nostra Repubblica”. Mercoledì 14 giugno ai funerali di Stato, a Milano, Mattarella sarà in prima fila a salutare il Cavaliere.
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