Sempre più persone fanno a gara per mostrare solidarietà, in questi tempi difficili.
L’emergenza sanitaria del coronavirus, senza voler entrare nello sterile dibattito politico, ci costringe a stare chiusi in casa, con tutte le problematiche che questo comporta. Se da un lato c’è chi puó essere ben contento del “dolce poltrire”, dall’altro ci sono commercianti in grosse difficoltà, lavoratori disperati e fasce deboli ancora più deboli.
Da diversi giorni nei social circolano messaggi di disponibilità all’aiuto, sia esso per farmaci, spesa a domicilio o spostamenti urgenti: gesti volontari di cittadini che hanno un cuore grande. Viene ricordato inoltre che Carabinieri e Protezione Civile sono importanti organi di aiuto in questa situazione angosciante.
Questa gara di solidarietà ha però portato alla ribalta un problema nel problema: qualcuno si è mobilitato per la produzione in proprio di mascherine. Sebbene la comunicazione a riguardo non sia stata particolarmente efficace, tanto che ancora oggi ci si interpella sulla funzionalità delle FFP2 ed FFP3 (e sull’inutilità delle altre tipologie), l’autoproduzione non può essere la soluzione per far fronte alla scarsità del prodotto sul mercato. Questo perché si veicola un messaggio sbagliato, che potrebbe avere dei risvolti molto pericolosi. In tal senso riprendo integralmente l’articolo del blog di Ilario Serci, esperto imprenditore operante nel settore della stampa, nonchè autore di un libro specifico e che vanta un seguito di migliaia di Professionisti che lo seguono nel blog, nel gruppo Facebook e nel canale YouTube “ProfessioneStampa”.
In quest’articolo ti voglio svelare la differenza tra una mascherina certificata e quella artigianale prodotta con materiali non conformi e contenenti spesso sostanze TOSSICHE e NOCIVE per la tua salute.
Ho deciso di scrivere quest’articolo a seguito dei numerosi imprenditori che in questi giorni si stanno improvvisando produttori di maschere protettive.
In questi giorni di emergenza per il COVID-19 c’è una confusione totale e anche i normali controlli si sono affievoliti essendo concentrati nelle varie attività interessate dall’emergenza.
Ho letto sui quotidiani e visto nei TG di aziende convertite a produrre le introvabili mascherine. Di stampatori che in cerca di momentanea visibilità hanno improvvisato produzioni di mascherine sponsorizzate, alcuni vendendole, altri dandole in omaggio a inconsapevoli cittadini che ignorano che quelle stampe non possono andare a contatto con le vie respiratorie perché spesso stampate con inchiostri con base solvente o UV, pertanto contenenti sostanze allergizzanti come il Nickel, e altre sostanze che non devono andare a contatto con l’epidermide perché nocive e ritenute causa di tanti problemi alla nostra salute.
Come faccio a sapere tutto questo?
Lascia che mi presenti: il mio nome è Ilario Serci e mi occupo di Consulenze ai Professionisti che operano nel settore della stampa digitale. Ogni giorno m’interfaccio quotidianamente con Stampatori di tutta Italia che si rivolgono a me per risolvere i loro problemi di stampa e per ottimizzare la loro produzione.
Questo è il mio lavoro ma anche la mia passione, essendo la seconda generazione di una famiglia di Tipografi. Oltre a questo, ho una ditta che si occupa da oltre 15 anni di fornire DPI ad aziende Nazionali ed Estere, tra le forniture autorevoli posso citare: l’ANAS per le maschere antigas e sono tuttora fornitore di DPI per l’Aeronautica Turca.
Pertanto la mia conoscenza approfondita sui DPI e sugli inchiostri da stampa, mi fa inorridire quando vedo proporre a cittadini ignari certi dispositivi, che invece che proteggere possono essere causa primaria di problemi di salute e allergie.
Ti voglio illustrare quali sono le tipologie di maschere utilizzate per la maggiore in questo momento in occasione dell’emergenza COVID-19, e qual è la protezione garantita dalle diverse tipologie, così che tu abbia un quadro chiaro di quali sono le maschere che fanno al tuo caso e quali sono quelle che invece vanno evitate:
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Maschera di tipo chirurgica.
La maschera di tipo chirurgica o medicale è realizzata con un tessuto non tessuto con trattamento antibatterico e impermeabilizzato, non è un DPI ossia un dispositivo di protezione individuale, perché NON PROTEGGE.
La certificazione è la UNI EN 14683, questa mascherina ha l’unico scopo di evitare che chi la porta possa diffondere il contagio agli altri, e fornisce una protezione esclusivamente alla penetrazione di schizzi di fluidi corporei. Si dividono in Tipo I, Tipo II e Tipo IIR, e la differenza sta nel grado di filtrazione che varia dal 95% al 98%.
Quindi questa mascherina se tu hai il virus t’impedisce di trasmetterlo ad altri, perché blocca l’emissione delle micro goccioline prodotte anche mentre parliamo, ma se sei sano, non ti ripara da chi il virus l’ha già contratto, pertanto non ti protegge.
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Maschere di tipo FFP1, FFP2 e FFP3
In questo caso parliamo di DPI (dispositivi di protezione individuale), e la norma europea è l’UNI EN 149. La classificazione dipende dal grado filtrante delle maschere.
Nel caso delle FFP1 sono assolutamente inadeguate per proteggere dal Virus, e sono anche chiamate “antipolvere”, il loro potere filtrante è soltanto del 78%.
Quelle consigliate invece per proteggerti dal Corona Virus sono quelle FFP2 e FFP3 che hanno un’efficienza filtrante del 94% e 98%, e sono le maschere che dovrebbero essere di norma indossate da medici e volontari e tutte quelle persone che possono entrare potenzialmente a contatto con persone infette, perché sono dotate di una trama filtrante che lascia passare particelle inferiori alla dimensione del virus.
Ovviamente tutte le maschere per essere efficaci devono essere indossate perfettamente aderenti al viso, senza barba, e in qualsiasi caso non hai mai una protezione garantita al 100%, ma la possibilità di contrarre il virus se vai a contatto con persone infette si riduce di almeno il 90%.
Dovrai comunque evitare di spostare la maschera sopra la testa o sotto il mento per poi riposizionarla, e devi tenere presente che parliamo di maschere monouso, pertanto a fine attività la maschera dev’essere buttata via e sostituita da un’altra sterile e non contaminata, le maschere monouso non sono lavabili e riutilizzabili.
La certificazione FFP2 è quella attualmente più utilizzata dagli operatori in forze nella lotta contro il Corona Virus, ed è comparata alle certificazioni KN95 usata nei paesi asiatici e N95 in uso negli USA, pertanto se leggi questi 3 codici, sappi che sei davanti a una mascherina efficace per la protezione da Virus.
- Le maschere al punto 2 possono essere anche dotate di filtro. Per la lotta contro il Corona Virus sono però sconsigliate, perché la valvola lascia fuori uscire aria non filtrata, pertanto se chi indossa la maschera è infetto potrà contagiare chi sta vicino. Questo è il motivo per cui contro il CORONA VIRUS, la maschera consigliata è almeno la FFP2 senza filtro, il filtro rende la mascherina più confortevole a chi la indossa tante ore, come ad esempio gli operatori medici, che in ogni caso dovrebbero utilizzare sopra la maschera chirurgica così da impedire di contagiare altri se hanno già contratto il virus.
A seguito di quanto ti ho appena scritto e delle certificazioni citate, ora sei consapevole che non ha nessun senso utilizzare una maschera artigianale realizzata con tessuti di dubbia provenienza, senza nessuna certificazione attestante che il tessuto sia antibatterico e che sia trattato per avere il giusto livello di permeabilità, infatti, se totalmente impermeabile ti costringerà a respirare aria priva di ossigeno con le conseguenze relative, se troppo permeabile sarà del tutto inutile.
Non sarà in grado ti proteggerti assolutamente da nessun contagio, oltre a questo potrebbe contenere dei batteri in grado di causarti altri problemi quali micosi e allergie, in particolare se sono state personalizzate utilizzando inchiostri non adatti per il contatto con l’epidermide, non dimenticare che dovrai metterla a contatto con NASO e BOCCA pertanto con zone già di per se particolarmente delicate da cui si accede direttamente all’interno del nostro organismo.
Colgo l’occasione per fare un appello agli stampatori, a evitare di cimentarsi come produttori di DPI, perché i sistemi di protezione individuale sono una cosa seria e con la salute delle persone non si deve scherzare. Spero che questo mio testo venga letto da quante più persone possibili così che possano essere consapevoli di cosa vanno incontro utilizzando mascherine non certificate di fattura artigianale.
Alla prossima
Ilario Serci
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