Uscirà domani, 5 maggio 2022, il tanto atteso secondo libro della scrittrice Claudia Desogus, pubblicato dalla casa editrice sassarese Catartica Edizioni.
Nel libro, dal titolo “Gli ultimi ebrei”, la scrittrice cagliaritana, narra le vicende della più potente famiglia ebraica del quattrocento sardo.
La storia è ambientata ad Alghero negli anni novanta, ha come protagonisti due ragazzi e si dirama a partire dal Palazzo Carcassona, appartenuto all’omonima famiglia, che esiste ancora oggi nel centro storico della città.
Il libro ricostruisce la tragica storia della famiglia Carcassona che visse in Sardegna nel quindicesimo secolo e che si trovò confrontata a una decisione drammatica e a un evento che investì la storia degli ebrei e dell’Europa nel 1492 (l’espulsione degli ebrei dal Regno di Spagna).
Noi di Ajonoas abbiamo avuto il piacere di porre delle domande alla scrittrice sarda che da anni vive all’estero.
L’intervista in esclusiva per Ajonoas
Come mai la scelta di parlare della storia degli ebrei in Sardegna nel suo ultimo progetto letterario?
Tutto è nato da una visita guidata ad Alghero qualche anno fa. Ho fatto un giro turistico e la guida ci ha mostrato Palazzo Carcassona dandoci qualche notizia sulla famiglia, in realtà abbastanza approssimativa, aveva detto che l’imperatore voleva fargli tagliare la testa se non si convertivano o qualcosa di simile (risata). Ma è stato sufficiente a suscitare la mia curiosità e a cominciare le ricerche.
Un periodo storico poco conosciuto questo degli ebrei in Sardegna, lei come ne è venuta a conoscenza e come mai hanno “conquistato” il suo interesse tanto da renderli protagonisti del suo romanzo?
Sapevo che prima del 1492 esistevano alcune comunità ebraiche in Sardegna, ma leggendo vari libri ho scoperto che erano davvero numerose, molto benestanti e relativamente ben inserite, soprattutto a Cagliari, Sassari e Alghero. Glie ebrei erano ben tollerati in Sardegna rispetto a tante altre zone dell’Europa dell’epoca, tanto che esiste la testimonianza di un parroco che invita i fedeli a non esagerare nei rapporti con loro.
Possiamo definire il suo libro un romanzo con un po’ di mistero, quasi un libro per ragazzi? In effetti i protagonisti sono proprio dei ragazzi.
Non amo molto le etichette, ma sicuramente il libro è anche un romanzo per ragazzi, così come un romanzo storico e un romanzo fantastico. È un po’ una combinazione dei tre generi.
Alcuni dei fatti da lei raccontati, sono effettivamente accaduti o sono solo pura invenzione?
Al termine del libro c’è una nota storica sui fatti realmente accaduti. La maggior parte dei fatti storici menzionati nel testo sono reali e attestati da varie fonti. Il palazzo esiste ancora oggi ad Alghero, anche se non è un museo, come descritto nel libro.
Cosa le manca di più della sua Sardegna tanto da doverla rendere sempre protagonista di quello che scrive?
Tutto, per me la Sardegna è ormai una forma di vita spirituale.
Ci racconti in breve cosa è significato per lei scrivere questo nuovo libro pur essendo lontana fisicamente dalla sua Terra?
Credo che scrivere sulla Sardegna sia un modo per stare vicina ad essa, per reiventarla e riscoprirla continuamente ad è anche un modo sottile di riscoprire se stessi, proprio per questo legame profondo e indissolubile.
Perché i nostri lettori dovrebbero acquistare il suo libro?
Bella domanda (risata). Perché penso che possa piacere ad un pubblico molto variegato: a chi piace la storia, a chi piace il mistero, a chi piace la fantasia, ai più giovani.
Può essere letto a diversi livelli, sia come libro leggero avventuroso, sia come riflessione più profonda sul significato della Storia (quella con la maiuscola) che si ripete e che è sempre fondamentale conoscere.
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