È con una lettera aperta indirizzata a tutte le testate giornalistiche, emittenti televisive e radiofoniche regionali, autorità comunali e regionali, che i dipendenti della Riverso S.p.A salgono in cattedra con pugno duro, ma allo stesso tempo rammaricati. Tanta la preoccupazione per i 60 dipendenti dell’impianto di Serra Scirreddus a Carbonia) “Siamo uomini,donne, padri, madri,figli e figlie che ogni giorno lavorano onestamente nel rispetto di tutte le istruzioni impartite dalla nostra Società ed avendo cura di non recare alcun danno a niente e nessuno; prima ancora di essere lavoratori e dipendenti siamo cittadini, persone di “coscienza”, siamo uomini e donne che amano la loro terra e che lavorano per portare il pane nelle proprie tavole e non certamente criminali e delinquenti che inquinano le zone dove crescono i nostri stessi figli. Siamo demoralizzati,avviliti e stanchi di sentirci protagonisti della saga diffamatoria orchestrata da persone che, pur avendo ben chiaro che nessuna – non solo la nostra – attività industriale possa operare infrangendo leggi e contravvenendo a divieti,continua a diffondere false notizie, aizzando l’opinione pubblica di cui, inevitabilmente, noi lavoratori siamo le prede più facili. La sera vorremo tornare dalle nostre famiglie stanchi e soddisfatti del lavoro svolto ma liberi dalla preoccupazione che ci attanaglia in queste serate pesanti e “crudeli” in cui facciamo fatica a spiegare anche ai nostri figli che “mamma e papà stanno lavorando con onestà e rispetto“!”
Nella lettera oltre alle vicende già note trapela la preoccupazione per il posto di lavoro,ma allo stesso tempo la serietà del loro lavoro svolto con onestà, trasparenza e in tutta sicurezza “Ci sentiamo abbandonati e poco tutelati anche dagli Organi di controllo che, ad oggi,ancora non si sono espressi per fare chiarezza sul nostro caso nonostante i frequenti, per non dire ordinari, controlli che riceviamo dagli Enti preposti.
Siamo lasciati soli,trattati con meno dignità rispetto ad altri lavoratori di realtà industriali operanti nella nostra Provincia che, proprio come noi,per svolgere la loro attività importano rifiuti. Siamo preoccupati e abbiamo bisogno di certezze sul nostro futuro in uno scenario in cui il diritto di parola, replica e informazione sembra essere monopolio di pochi che ricamano racconti distanti dalla verità delle cose.”
A conclusione della lettera il rammarico verso gli organi di informazione non sempre precisi nel mettere in luce i fatti “Chiediamo a gran voce di essere ascoltati e chiediamo rispetto per il nostro lavoro; lo chiediamo ai giornalisti che scelgono di dare notizia e informazione trasparente, a tutte le autorità competenti che hanno le carte in possesso per fornire le informazioni corrette, lo chiediamo agli organi di controllo che hanno concesso le autorizzazioni in funzione delle quali operiamo e infine lo chiediamo a tutti i lavoratori, cittadini e persone libere come noi che, mostrando preoccupazione per il proprio territorio, scelgono di informarsi e conoscere la verità prima di esprimere un giudizio di merito che pesa come un macigno su noi dipendenti.”
di Paolo Sanna
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