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LE IRE DI TRUMP CONTRO I SOCIAL NETWORK

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Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha firmato un ordine esecutivo che prevede l’eliminazione dell’immunità legale in caso di contenziosi e richieste di risarcimento legate ai contenuti delle pubblicazioni dei social media.

Secondo Trump infatti alcuni social media fanno ‘attivismo politico’. “Un piccolo gruppo di questi controllerebbe in monopolio tutte le comunicazioni pubbliche e private negli Stati Uniti e sappiamo chi sono”, afferma Trump.

Il capo della Casa Bianca vuole “rimuovere o modificare” una disposizione contenuta nella Sezione 230 del Communications Decency Act risalente al 1996 che protegge le aziende di social media dalla responsabilità per i contenuti pubblicati dai loro utenti. Trump invece parte dal presupposto che per quanto riguarda gli interventi sui contenuti questi si comportano come altri editori e quindi non possono avere più diritto a quella protezione garantita dalla normativa di quasi 25 anni fa. Il presidente inizierà a scrivere una legislazione per regolamentare i vari Twitter, Facebook o Youtube.

Ma che cosa è successo realmente per scatenare le ire del tycoon? A quanto pare Trump, tramite il proprio profilo Twitter, ha fatto riferimento ad alcuni brogli dovuti al voto per posta negli USA; la piattaforma, di tutta risposta, ha bollato come “fuorvianti” le insinuazioni del Presidente, allegando un accurato documento di smentita ai presunti brogli. Stamattina si è verificato un ulteriore smacco, con addirittura la censura di un post Presidenziale che minacciava di inviare la Guardia Nazionale a Minneapolis, città teatro di un recente tristissimo fatto di cronaca nera in seguito al quale si sono verificate violenze e saccheggiamenti. Twitter ha rimosso il post, definendolo un “esaltazione alla violenza”.

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