Non accennano a sbollire le polemiche in merito alla decisione del Commissario Straordinario della Provincia del Sud Sardegna Mario Mossa, di prorogare l’incarico, fino al 31-12-2022, ai dirigenti delle aree Lavori Pubblici e Ambiente, Mario Mammarella e Gianroberto Cani.
Sull’argomento era già intervenuto nei giorni scorsi il Consigliere Regionale Fabio Usai, che aveva denunciato l’atteggiamento del Commissario, definendolo irrispettoso e inopportuno vista la ormai prossima approvazione della riforma degli Enti Locali, da parte del Consiglio Regionale, che presto dovrebbe portare alla ricostituzione della provincia del Sulcis Iglesiente e di conseguenza alla nomina di un nuovo Amministratore per traghettare il periodo di ricostruzione (anche dal punto di vista della governance) dell’ente.
Oggi, invece, a irrompere nella discussione è stato l’Assessore Regionale all’Urbanistica e agli Enti Locali Quirico Sanna, che con una dura missiva spedita all’Ingegner Mossa, ha contestato nel merito e nel metodo la sua scelta.
Secondo quanto scritto nel documento, prodotto dal Direttore Generale dell’Assessorato Umberto Oppus, la scelta dell’Amministratore rappresenterebbe una “violazione etica dei valori che dovrebbero sempre caratterizzare l’Amministrazione Pubblica in riferimento anche alla tempistica adottata”:
“in quanto, è specificato nella missiva, è noto che presso il Consiglio Regionale è in discussione, ed è anzi assai vicina all’approvazione definitiva, la riforma degli enti locali dell’Isola, che ridisegnerà la geografia delle province in Sardegna e conseguentemente la loro governance, con la previsione della rinascita della provincia del Sulcis Iglesiente.
In secondo luogo, perfino se tale circostanza non si fosse verificata, perché l’incarico del Commissario è pressoché scaduto, e con questo decreto egli si arroga comunque una scelta gestoria che viene a invadere, fino a eliderlo, lo spazio di scelta di colui il quale verrà a succedere nell’amministrazione della provincia del Sud Sardegna.”
In virtù di questi aspetti, secondo quanto esplicitato nella lettera dall’Assessore Sanna, tale gesto sarebbe quindi “doppiamente inopportuno, e gravemente irrispettoso del suo successore, chiunque egli sarà”.
Ma tra le contestazioni presentate dalla giunta regionale al Commissario Straordinario della provincia emergono, oltre quelle di metodo inerenti la tempistica adottata, anche quelle di merito per la presunta violazione di specifici articoli di legge che non permetterebbero l’adozione di tali provvedimenti:
“il principio giuridico invocato dal Commissario Mossa, si contesta decisamente nella missiva, è peraltro erroneo e del tutto superato, e deve anzi essere disapplicato in virtù della più recente giurisprudenza costituzionale (si veda la sentenza della Corte costituzionale 37/2015, corroborata dall’ulteriore sentenza 180/2015). È bensì corretto che all’ordinamento degli enti locali sia direttamente applicabile l’art. 19 del D.Lgs. n. 165/2001, ivi compreso, dunque, il suo comma 6, la famosa norma di disciplina degli incarichi a contratto”.
Norme che sancirebbero che la durata minima triennale per i contratti varrebbe esclusivamente per i dirigenti di ruolo e non per quelli a contratto. E perciò, tutto il ragionamento giuridico posto alla base del decreto n. 15 del 26.08.2020, per la proroga dei due dirigenti, secondo la giunta regionale, non sarebbe valido.
In attesa di capire se il Commissario Straordinario della provincia del Sud Sardegna, accoglierà le contestazioni ricevute, dalla Regione fanno sapere di essere pronti ad andare avanti fino in fondo ed eventualmente ad aprire un contenzioso nelle sedi preposte. Nel contempo è ormai tutto pronto per l’approdo nell’aula del Consiglio Regionale della nuova riforma degli Enti Locali, al punto che già nei prossimi giorni potrebbe prendere il via la sua discussione.
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