ROMA – Multa da 10 milioni di euro per TikTok. L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha deciso la sanzione per tre società del gruppo Bytedance Ltd: l’irlandese TikTok Technology Limited, la britannica TikTok Information Technologies UK Limited e l’italiana TikTok Italy Srl.Secondo l’Antitrust è stata accertata la responsabilità di TikTok nella diffusione di “contenuti suscettibili di minacciare la sicurezza psico-fisica degli utenti, specialmente se minori e vulnerabili”, come quelli relativi ad alcune challenge.
Inoltre, TikTok non avrebbe “assunto misure adeguate a evitare la diffusione di tali contenuti, non rispettando pienamente le sue linee guida”, rese anche note ai consumatori, dove si definisce la piattaforma uno spazio “sicuro”. Infine si denuncia che i contenuti – pur essendo potenzialmente pericolosi – sono diffusi tramite un “sistema di raccomandazione” basato sulla profilazione algoritmica degli utenti che seleziona quali video destinare a ciascuno nelle sezioni “Per Te” e “Seguiti”, con l’obiettivo di aumentare le interazioni e il tempo passato sulla piattaforma, così da accrescere la redditività degli introiti pubblicitari.
Una sanzione utile, commenta il Codacons, ma che “rappresenta una goccia nel mare, considerati i contenuti che circolano oggi sui social network e possono fortemente condizionare i più giovani”. Per l’Unione Nazionale Consumatori “i minori e i soggetti vulnerabili vanno sempre protetti. Le piattaforme – si sottolinea – possono fare di più sul fronte dell’age verification system”.
A marzo 2023 il Ceo della piattaforma Shou Chew, nella sua testimonianza al Congresso in cui era stato attaccato, anche duramente, da Repubblicani e Democratici, aveva spiegato che Tik Tok raccoglie gli stessi dati di Facebook e Twitter: “Questi sono i dati frequentemente raccolti da numerose altre aziende”, aveva affermato, rispondendo alla richiesta di un impegno a non raccogliere dati sulla salute o la localizzazione, del deputato Frank Pallone. “Siamo impegnati a essere molto trasparenti con i nostri utenti su quello che raccogliamo. Non credo che raccogliamo di più della maggioranza degli attori dell’industria”, aveva aggiunto sottolineando, più volte interrotto dai parlamentari, che l’azienda non è estensione del governo cinese.
Quest’ultimo, aveva assicurato, “non ha accesso ai dati, non ce li ha mai chiesti e che non li abbiamo mai forniti”. “Agli americani che ci guardano oggi: Tik Tok è un’arma del Partito comunista cinese per spiarvi, manipolare quello che vedete e sfruttarvi per le generazioni future”, aveva infine sostenuto la repubblicana McMorris Rodgers.
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