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La tradizione tra i colori: Paola Sailis e i suoi scialli che raccontano la Sardegna

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Paola Sailis nasce, cresce e vive a Guasila, paese della Trexenta, a 45 km da Cagliari.

Sin da piccola impara l’arte del cucito grazie a sua madre, ma non segue il suo talento perché ha altre ambizioni: creare una famiglia.

Giovanissima si sposa con Raimondo e si dedica interamente alla crescita dei suoi figli Andrea e Denise, il suo tesoro più prezioso. Quando i figli sono ormai adulti e indipendenti, Paola entra a far parte del gruppo folk del paese dove ritrova i costumi e le tradizioni della sua Terra e decide di ricreare quei bellissimi scialli che tocca con mano e osserva minuziosamente durante le sfilate.

Fino ai primi del ‘900 lo scialle veniva indossato nel quotidiano dalle donne di tutta l’isola e il tessuto, così come i colori e il ricamo, raccontavano il luogo di provenienza di una persona, il ceto sociale e l’occasione in cui veniva sfoggiato. Questi fazzoletti quadrangolari con frange venivano indossati ripiegati a triangolo e adagiati sopra cuffie o fazzoletti facendo scendere i lembi sul busto.

Vennero importati dai mercanti d’Oriente, ma anche dalla Francia (è il caso degli scialli galluresi) e presto le donne sarde iniziarono a produrne localmente, personalizzandoli con i simboli naturali del proprio territorio. Trascorso circa un secolo, attorno al 1920, in momento storico in cui venivano utilizzati a diretto contatto con i capelli raccolti, l’uso dello scialle iniziò a decadere.

Oggi, tranne le eccezioni (ad Oliena ed in altri Comuni del Nuorese, come in altre località dell’hinterland), le donne vedove indossano ancora lo scialle nero semplice, rigorosamente senza decori. Durante le celebrazioni locali invece, non necessariamente turistiche come le Cortes Apertas, sfoggiano scialli dalle nuances sgargianti e dai decori vivaci (proprio come si usava una volta). Se ne può ammirare la bellezza alle sfilate dei gruppi folk, in cui fanno capolino preziosi scialli in tibet di seta o lana con basi di ogni colore, damascati o ricchi di ricami floreali.

Alcuni sono riproduzioni di esemplari dell’Ottocento realizzate utilizzando i disegni ereditati da nonne e bisnonne; pochissimi, i più rari, presentano parti di pezzi antichi, perché un tempo era d’uso seppellire la donna con il suo scialle.

Grazie alla partecipazione al gruppo folk e alle sfilate, il cuore di Paola palpita e ritrova un amore dimenticato. Decide dapprima di ricamare lo scialle del suo costume riproducendo l’originale disegno di un tempo, ma, quello che sembrava destinato ad essere un unico lavoro, è diventato solo il primo di una lunga serie che oggi vanta oltre 100 scialli. Alcuni di questi presentano riproduzioni antiche, da lei scovate con tanto impegno e portate a nuovo per far sì che nulla della tradizione venga perduto; altri si prestano a nuove opere interamente create da lei.

Come per magia, Paola riscopre il suo amore per il ricamo interamente da autodidatta, mettendo in campo le tecniche del punto pieno (il più utilizzato negli scialli sardi) e degli altri punti, ognuno importante affinché il disegno diventi un’opera d’arte ispirata alla sua Terra.

La Sardegna non è solo mare, spiagge e sole, ma anche mille colori che la nostra artista riporta in vita nei suoi lavori, per i quali impiega anche due mesi per la realizzazione. La traduzione viene riportata anche nella realizzazione delle frange, anch’esse eseguite totalmente a mano: circa 2500 fili intrecciati tra di loro con cura e maestria.

Da quel famoso incontro con la tradizione sono passati circa dieci anni. Oggi gli scialli di Paola sono ammirati, richiesti e fotografati in Sardegna e a livello internazionale per l’eleganza e la bellezza, che si coniugano con la semplicità.

Ogni scialle è unico e prezioso tanto che a ognuno di essi viene dato un nome, unico e inimitabile.

Il ricamo per me è una vera passione e l’ ago è il mio migliore amico, lavoro senza telaio né cerchio, posso intrecciare frange da 2.500 fili e riproduco scialli antichi aiutandomi con foto d’epoca.

Con semplicità e maestria, Paola ottiene i suoi successi anche nelle passerelle dove il suo estro creativo sviluppa una nuova proposta.

Quegli scialli erano troppo belli per essere indossati su un vestito qualsiasi….

Ecco che da quella idea inizia il nuovo cammino da artista creando e ricamando abiti meravigliosi.

Questa scoperta la porterà a sfilare in giro per il mondo insieme a Capoterra 2000.

Viene dapprima invitata in Svizzera e poi in Russia e, successivamente, viene contatta da grandi stilisti per collaborare nella creazione di opere straordinarie, ma lei rifiuta.

-Il mio ricamo è arte, ma soprattutto è un hobby; la mia priorità è e rimarrà sempre la famiglia.

E mentre racconta, Paola non smette di ricamare perché, come le piace ribadire, “Ogni traguardo si raggiunge senza fretta, ma senza sosta!”

Usando le preziose stoffe come tavolozze, ago e fili colorati, dà vita a delle vere e proprie creazioni artistiche che rappresentano un’operazione culturale messa a disposizione della comunità.

I suoi ricami sono unici e preziosi quanto l’artista che li crea; una donna, madre e moglie innamorata della sua famiglia e artista solo per hobby e per passione.

Unica e preziosa come piace a noi, perché è proprio nell’unicità dell’essere umano che l’umanità trova la sua ricchezza.

di Stefania Cuccu

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