I precari dovranno attendere l'autunno per avere una chance. Infatti, il concorso sarà espletato in quel periodo. Proseguiranno come al solito le assunzioni a tempo determinato dal primo settembre.
Un altro accordo concluso a notte fonda. Come spesso accade in questo periodo di decreti e ordinanze notturne.
Oggi si parla di “Accordo raggiunto sulla scuola”.
“Vogliamo ridurre il precariato, per dare più stabilità alla scuola, e vogliamo farlo attraverso una modalità di assunzione che garantisca il merito.” Questo quanto dichiarato dalla Ministra Azzolina sul suo profilo facebook.
“La proposta presentata ieri sera dal Presidente del Consiglio va in questa direzione, confermando il concorso come percorso di reclutamento per i docenti.
È stata anche accolta la richiesta di modificare la modalità della prova, eliminando i quiz a crocette previsti nel decreto sulla scuola votato a dicembre in Parlamento. Saranno sostituiti da uno scritto, in modo da garantire una selezione ancora più meritocratica.
Nel frattempo, in attesa di espletare la prova, ci saranno le supplenze dalle graduatorie provinciali che saranno aggiornate con le nuove modalità.
Ringrazio la maggioranza: abbiamo raggiunto un importante obiettivo.”
Il concorso scuola e la meritocrazia?
Quindi dopo l’estate, in autunno, si svolgeranno le prove per un concorso scuola. L’accordo prevede già dal primo settembre l’assegnazione delle supplenze dalle nuove graduatorie provinciali che saranno stilate secondo nuove regole. Contemporaneamente saranno avviate le procedure concorsuali che si espleteranno in autunno. Nessuna crocetta in test con soluzioni oggettive ma bensì un elaborato scritto con correzione molto soggettiva. Nessuna prova orale.
La domanda sorge spontanea: procedere con i concorsi prima dell’avvio dell’anno scolastico sembrava chiedere troppo? Così continuiamo a rallentare il sistema. Con l’avvio di un anno incerto a causa dell’emergenza epidemiologica, il Ministero dell’Istruzioni con i suoi ministri ha ben pensato di proporre concorsi durante l’anno scolastico, ridurre le lezioni a 45 minuti, scaglionare gli ingressi e le uscite degli alunni, distanziare i banchi di un metro e poi chiedere alla fata turchina di far restare i bambini tutto il giorno con la mascherina, di non toccarsi e di non avere relazioni tra di loro. Senza calcolare che se i genitori lavoreranno, perché forse si sono scordati di questo piccolo particolare, chi si occuperebbe dei bimbi? Ma certo. Truppe di nonni e baby sitter che già in questi mesi hanno dimostrato molto coraggio e pazienza nel sostituirsi ai docenti. Quel corpo docente spesso dimenticato, fatto di precari che mandano avanti la scuola italiana, quei docenti che contemporaneamente sono madri, lavoratrici e tra una lezione di DaD e l’altra devono accudire casa, genitori disabili, bambini, animali e chi più ne ha più ne metta.
La Azzolina e i suoi post su Facebook
“Occorre ora lavorare rapidamente, insieme al Parlamento, per tradurre la misura in una norma da introdurre nel decreto scuola, dimostrando che la maggioranza ha a cuore la qualità del sistema di istruzione e, di conseguenza, gli studenti, che ne sono i principali protagonisti.– prosegue la Ministra su Facebook-
Stiamo rispondendo anche ad una precisa richiesta delle famiglie che vogliono, a ragione, certezze sulla qualità del nostro sistema di istruzione e sul suo futuro.
Le scelte che facciamo oggi avranno infatti ripercussioni nei prossimi anni. Abbiamo 78 mila insegnanti da assumere nel primo e secondo ciclo fra concorsi ordinari e concorso straordinario. Fra gli aspiranti anche migliaia di giovani che si preparano da tempo e vogliono avere la loro occasione per cominciare ad insegnare.
Sono numeri importanti e dobbiamo fare presto. La scuola ha bisogno di stabilità e programmazione. In passato tutto questo è mancato.
Possiamo davvero voltare pagina. E farlo nell’interesse dei nostri ragazzi.”
L’interesse dei nostri ragazzi
Già, l’interesse dei nostri ragazzi è la frase che prescinde da tutto. Bisognerebbe capire se la Azzolina, insieme al suo comitato tecnico, abbia fatto un giro all’interno delle scuole italiane. Sicuramente no. E se di certo il giro è stato compiuto, forse non è avvenuto in scuole dove non arriva neanche l’adsl, gli edifici sono stati costruiti prima della seconda guerra mondiale e gli spazi non consentono il distanziamento sociale di cui tutti parlano. La Ministra ha sempre parlato di classi pollaio. Su questo sono riusciti a trovare un accordo? Continuiamo ad aspettare settembre per trovare soluzioni?
Intanto la maggior parte dei docenti continua a sottolineare che la DaD è stata fortemente discriminante e molti di loro si trovano a chiedere scusa, -sia ben chiaro, per una cosa che non gli compete,- per non essere riusciti a raggiungere tutti e aver perso per strada, con molto rammarico, molti dei loro alunni. Perché fare l’insegnante in uno stato che non ti tutela, non ti gratifica professionalmente, resta solo una missione.
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