“Si faccia chiarezza sulla cerva morta dopo essere stata recuperata nel torrente Ansiei ad Auronzo di Cadore: è stata visitata e ha ricevuto cure adeguate da parte di un veterinario? Poteva essere salvata?”. A chiederlo, annunciando anche un’interrogazione, è il consigliere regionale del Veneto del Partito Democratico, Andrea Zanoni, a proposito dell’episodio accaduto domenica scorsa ad Auronzo di Cadore. “Purtroppo la storia raccontata su Facebook dall’assessore Bottacin, dove lodava il soccorso della Protezione Civile, non ha avuto un lieto fine, perché l’animale poi è morto in circostanze oscure. Sparita la coperta, sparita la cerva, al suo posto pelo e una scia di sangue nel terreno. È un episodio su cui va fatta piena luce, viste le testimonianze di alcuni abitanti della zona che hanno scaldato la cerva, avvolgendola con delle coperte: l’animale, stremato per la fame e il freddo, dopo essere stato tirato su dal torrente non era ferito e si reggeva in piedi. Chi l’aveva accudito si è poi assentato per andarsi a cambiare, nel frattempo l’animale è sparito e quando i residenti sono tornati, sulla neve non restava che una scia di sangue. Cosa è successo? Mi chiedo se la procedura seguita è quella corretta: è legittimo che lo stato di salute di un animale selvatico venga valutato senza la presenza di un veterinario e che l’eventuale soppressione sia effettuata da altri? “
“Sul sito della Provincia di Belluno – prosegue il consigliere Zanoni – c’è una pagina dedicata al Recupero fauna selvatica che consiste nella ‘raccolta di animali feriti, menomati, denutriti o morti e del trasporto presso una struttura specializzata nelle cure veterinarie, nel ricovero e nella riabilitazione’. In questo caso le cose non sono andate così ma si sono concluse drammaticamente. Ecco perché depositerò un’interrogazione per far luce su questa bruttissima storia, è inaccettabile che con un servizio che costa al contribuente 50.000 euro l’anno, le cose finiscano in questo modo”
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